È stato temporaneamente sospeso l’annunciato ulteriore aumento dei pedaggi autostradali del 1 agosto 2025, quella che sarebbe stata la nuova imposta a sorpresa a pesare sulle vacanze nel bel mezzo dell’esodo estivo.
L’annuncio dell’aumento in piena estate
Se già dal 1° luglio 2025 le tariffe dei pedaggi autostradali avevano subito un incremento dell’1,31% da parte di Autostrade per l’Italia, un emendamento dei relatori al decreto legge Infrastrutture, approvato dalla maggioranza parlamentare, aveva stabilito un ulteriore aumento pari a 1 millesimo di euro per chilometro – ovvero un euro ogni 1.000 km percorsi – valido da auto e moto (classi A e B) fino a camion e tir (classi 3‑5) .
La misura, destinata a generare contributi aggiuntivi per Anas tra 37 e 90 milioni di euro all’anno, avrebbe dovuto entrare in vigore dal 1° agosto 2025, nel bel mezzo dell’esodo turistico estivo.
Di fronte alle proteste, il vice-premier Matteo Salvini ha chiesto il ritiro dell’emendamento, e la Lega ha formalmente ritirato la firma, facendo così decadere il provvedimento. Tuttavia la misura, che prevede anche un adeguamento biennale automatico all’inflazione, resta sul tavolo politico per il futuro.
Ad alzare la voce contro l’aumento dei pedaggi autostradali, Assoutenti e Codacons hanno tuonato contro quella che definiscono una vera stangata estiva, considerato che molti italiani avevano già pianificato i viaggi estivi oltretutto in un contesto economico teso.
Inflazione e crisi economica delle famiglie italiane
Un anno, il 2025, già difficile per le famiglie italiane a medio reddito. Secondo dati ISTAT e analisi economiche aggiornate a metà anno, l’inflazione ha raggiunto circa +3‑4% annuo su settori chiave come energia, trasporti, alimentari e servizi turistici. Le famiglie italiane della classe media-low stanno perdendo potere d’acquisto reale: gli stipendi restano stagnanti, al netto dell’inflazione, da cinque anni a questa parte.
Il costo della vita è aumentato, i risparmi sono risicati e per molte famiglie una vacanza estiva è diventata un lusso difficile: tra trasporti, carburante, alloggi e servizi, il bilancio finale supera spesso le mille euro a persona per una sola settimana.
Calo dei turisti nazionali e riduzione dell’indotto balneare
I primi a rilevare le conseguenze della situazione economica difficile sono i gestori delle spiagge e delle strutture ricettive. Confermano infatti un sensibile calo delle presenze italiane rispetto al 2024, in alcune località fino al 30% in meno, col turismo straniero che non riesce a compensare completamente il deficit
Inoltre, gli imprenditori turistici segnalano un calo del consumo interno e una richiesta crescente di soluzioni low-cost o last minute. L’aumento dei pedaggi autostradali, dunque, avrebbe rappresentato un’ulteriore stangata per i cittadini in vacanza, alimentando ancora di più il rallentamento del settore turistico.
Anche il caro carburanti aggrava il bilancio vacanze
Altro fattore da considerare è il prezzo della benzina che in Italia continua a salire. Considerando poi che le imposte (accise e IVA) rappresentano oltre il 50–56% del prezzo totale alla pompa, tra i più alti in Europa. Al netto delle variazioni recenti, una media di 1,8 €/litro per la verde e oltre 1,6 €/litro per il diesel impone costi aggiuntivi notevoli su viaggi medio‑lunghi.
Per una famiglia che si mette in viaggio per le vacanze e percorre 600 km in autostrada, il pedaggio aggiuntivo (1 € ogni 1.000 km) sommato al carburante avrebbe rappresentato un aumento di oltre 20 euro solo per il viaggio di andata e ritorno.
Quanto costa una settimana di vacanza in strutture medie?
Secondo fonti ufficiali del settore turistico (Confindustria Alberghi e Federturismo), una settimana in una struttura di fascia media – mezza pensione o B&B – costa mediamente tra 800 e 1.200 € a persona tra alloggio, pasti e servizi locali.
A questi vanno aggiunti trasporti, spostamenti regionali e tempo libero. L’impatto sul budget di una famiglia di quattro persone può superare facilmente i 4.000 € complessivi.
Considerata la pressione combinata di inflazione, caro carburanti, costi di trasporto e l’incertezza legata alla possibile ripresa dell’aumento dei pedaggi autostradali in futuro, quanto deve guadagnare un cittadino della “working class” per potersi permettere una vita dignitosa e qualche giorno di svago in vacanza?
Un reddito netto annuo familiare almeno di 35–40.000 € sembra oggi necessario solo per affrontare spese essenziali e godere di una vera pausa estiva senza ulteriori sacrifici.
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