LIVORNO – Guido Torrielli è il presidente di Rete ITS Italia. Nel 2027 scadrà il suo ultimo mandato che per statuto non potrà essere nuovamente rinnovato.
In questi anni alla guida dell’associazione il presidente ha portato avanti diverse attività, la più importante quella legata al Pnrr che ha destinato fondi importanti agli Istituti Tecnologici Superiori nati ufficialmente nel 2010.
Otto anni dopo nasceva la Rete ITS Italia per confluire gli interessi delle fondazioni che avevano deciso di farne parte e che oggi sono 123.
Negli ultimi anni gli ITS si sono fatti conoscere e hanno saputo guadagnarsi il loro posto nel campo della formazione, un dato basta a dire quanto la crescita sia stata esponenziale: nel 2022, anno della legge 99 che tramite il Pnrr richiedeva di ampliare gli ITS fino al raddoppio, gli iscritti al primo anno di un Istituto erano circa 7000. Oggi se ne contano 22mila, per circa 800 corsi.
“Puntiamo -dice Torrielli- ad arrivare alla tappa del 2030 con un numero intorno ai 40mila iscritti”.
Obiettivo che risponde in parte alle esigenze delle aziende che, si stima, avranno richieste per circa 80mila nuovi posti da coprire tra pensionamenti e necessità di nuove professioni.
“Sono proprio le imprese a progettare i percorsi formativi e questa è la caratteristica rivoluzionaria degli Istituti che garantiscono un posto di lavoro a circa l’80% di chi esce dopo due anni, con picchi anche maggiori”.
Tra i primi a nascere quelli del settore marittimo, già un punto di riferimento per le compagnie di navigazione, oggi sono dieci le aree rappresentate che vanno dalla meccatronica all’ICT, alla moda, al turismo, all’agroalimentare, ai servizi alle imprese, alle nuove tecnologie della vita (farmaceutica, chimica, sanità), fino alla mobilità sostenibile intesa come logistica e marittima, ma anche aerospazio, ferrovia e trasporti in generale.
I finanziamenti statali ancora non sono quanto richiesto, ma spesso i corsi sono gratuiti per gli studenti, e permettono di accedere a certificazioni che all’esterno sarebbero molto costose: “Pensate che per ottenere una patente nautica una volta usciti da un istituto nautico occorrono circa 14.000 euro, contro la gratuità del percorso formativo delle accademie della nostra rete”.
Il Pnrr, continua Torrielli, è stato una “manna dal cielo” per gli istituti, anche se i costi di gestione sono molto alti.
“Prima dei fondi del Piano ricevevamo circa 50 milioni di euro dal Ministero e le regioni avrebbero dovuto operare con un loro 30%, arrivando così a circa 65 milioni, ma in effetti le regioni hanno investito molto di più in questi anni, tre volte tanto, fino a 100 milioni”.
Ma la richiesta sarebbe maggiore rispetto alle esigenza, come spiega il presidente nell’intervista.
“Mi auguro che il nostro sistema Italia abbia sempre bisogno degli Istituti Tecnologici Superiori e che la nostra possibilità di aiutare il percorso di evoluzione del sistema produttivo italiano sia in qualche modo coronata da successo”.
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