Come noto nei miei video dico solo quello che penso, forse per questo, a volte, sono criticato per essere “trumpiano”, mentre altre volte sono criticato per essere “anti trumpiano”.
E questa è proprio la prova più evidente del fatto che personalmente non sono “trumpiano”, ma non sono neppure “antitrumpiano”.
Evidentemente ho salutato con favore l’elezione di Trump perché l’alternativa sarebbe stata certamente peggiore.
Ma, come ho più volte ribadito, questo non mi impedisce di criticare Trump quando mi sento di farlo, quando mi sembra giusto farlo.
Qualche settimana fa ho pubblicato un video dal titolo “Stati Uniti: i meriti di Trump”.
Per la precisione era un video di JP, ma mi trovavo d’accordo con il nostro “corrispondente” da Sacramento che aveva giustamente sottolineato un grande merito di Trump: quello di aver criticato aspramente l’ideologia WOKE.
Sempre in quel video si evidenziava una iniziativa di Trump che ho particolarmente apprezzato, il Presidente degli Stati Uniti ha annunciato che dal 30 settembre non verranno più rinnovati gli incentivi per le macchine elettriche.
Manca un mese e mezzo ed io mi attendevo che il titolo Tesla crollasse in Borsa, nella realtà non è avvenuto, o meglio questo è quel che è accaduto nell’ultimo anno.
Negli ultimi dodici mesi il titolo Tesla in Borsa ha guadagnato il 61%, tuttavia va fatta una precisazione.
Con la vittoria di Trump, per i noti motivi, il titolo Tesla è letteralmente volato in Borsa, raggiungendo un massimo storico siderale intorno alla metà del mese di dicembre, poi è cominciata una discesa.
Una discesa che tuttavia si è fermata nel mese di aprile, successivamente il titolo ha recuperato perlomeno parzialmente. Quindi se guardiamo la performance dall’inizio dell’anno abbiamo un -23%, ma se guardiamo l’ultimo mese abbiamo un +7,4%.
Insomma Tesla, almeno guardando l’andamento di Borsa, non pare aver paura della fine dei sussidi alle auto elettriche.
Che magari all’ultimo momento questi sussidi siano invece, almeno in parte mantenuti? E se venisse posticipata la fine dei sussidi all’elettrico, un po’ come i dazi cinesi? Mi auguro proprio di no!
Ma non possiamo far altro che attendere gli eventi.
Ebbene entriamo allora nel merito del video odierno.
Voi sapete che personalmente sono estremamente contrario alla cosiddetta green economy, costa una marea di soldi, ma soprattutto spesso è tutt’altro che green.
Ma si può fare una classifica nei confronti dei vari aspetti della green economy, in altre parole non tutte le energie rinnovabili sono spregevoli allo stesso modo.
Chi mi segue da tempo sa che a mio avviso c’è una cosiddetta energia rinnovabile che davvero io ritengo sia più che spregevole, perché è abominevole, oltre a non creare energia deturpa in maniera indecorosa il nostro pianeta.
Avete capito che mi sto riferendo alle pale eoliche.
Io veramente quelle pale le metterei sapete dove a quei politici che firmano la concessione per il loro impianto.
Sapete che rovinano il territorio sul quale vengono impiantate visto che ogni pala necessita di migliaia di tonnellate di cemento.
Ma la questione è che le pale eoliche hanno solo aspetti negativi, sono veramente un abominio, spesso non producono nemmeno energia, distruggono la fauna, inquinano come detto cementificando il territorio, ma l’inquinamento è anche acustico, e poi veramente io le considero un pugno in un occhio perché ovunque rovinano irrimediabilmente l’impatto paesaggistico.
Non trovo le parole adatte, ma insomma è chiaro cosa farei io delle pale eoliche.
Ed allora devo ringraziare ancora Trump per aver tagliato fondi a progetti eolici che erano stati approvati dall’Amministrazione precedente.
Ha bloccato i progetti già attivi di costruzione dei parchi eolici poco distanti dalle coste newyorchesi, ha impedito il rilascio di nuove concessioni sia per i progetti onshore, che offshore.
Ed in questo caso, anche la Borsa diciamo … ha reagito.
La multinazionale danese Orsted che era maggiormente impegnata in questi progetti, venendo a mancare i finanziamenti pubblici ha dovuto ricorrere ad un’emissione obbligazionaria.
Insomma se non arrivano i soldi pubblici che siano i privati ad investire, ed ecco che il titolo in Borsa al termine della seduta ha perso il 27% dopo che era addirittura arrivato a perdere oltre il 30%.
Io naturalmente spero che la società non riesca a concludere questa operazione di rifinanziamento e quindi il mio augurio è che Orsted fallisca facendo perdere tutto quanto investito a quei folli che hanno creduto in società di questo tipo.
Grazie allora Trump, basta soldi pubblici all’eolico, e che la sua decisione sia da esempio anche per l’Unione europea.
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