Il boom dell‘intelligenza artificiale metterà a dura prova le reti di telecomunicazioni, impattando principalmente sulle infrastrutture a lunga distanza, dove i dati relativi alle applicazioni AI sono destinati a diventare maggioritari nel giro di pochi anni. In questo scenario, però, la maggior parte dei gestori dei network non è pronta o, peggio ancora, non è consapevole dell’impatto che la tecnologia potrebbe avere sulle infrastrutture.
A dirlo è una ricerca globale realizzata da Ciena e Heavy Reading (ora parte di Omdia). Lo studio, basato su un sondaggio condotto su 77 communications service provider (Csp) che comprendono operatori di reti fisse, mobili e convergenti, oltre che fornitori di servizi via cavo, ha cercato di comprendere in che modo le applicazioni e i carichi di lavoro dell’AI influenzeranno la capacità, le opportunità di servizio e la preparazione della rete.
Reti locali vs. a lunga distanza: dove l’AI avrà un impatto maggiore
I risultati dell’indagine rivelano che i Csp prevedono una crescita significativa della quota di AI sul traffico totale della rete. Nelle reti metropolitane, il 18% degli intervistati prevede che l’intelligenza artificiale rappresenterà più della metà di tutto il traffico entro il 2027, mentre quasi la metà (49%) prevede che supererà il 30%.
Per le reti a lunga distanza, che collegano città, data center e regioni cloud, le aspettative sono ancora più elevate. Poco più della metà (52%) prevede che l’AI rappresenterà oltre il 30% del traffico a lunga distanza in quel lasso di tempo, e quasi un terzo (29%) ritiene che l’AI supererà il 50%.
“La rapida ascesa delle applicazioni di AI, dai modelli su larga scala ai servizi di AI cloud e ai flussi di lavoro edge-to-core, è destinata a diventare uno dei principali motori del traffico di rete sia locale che a lunga distanza”, spiega Sterling Perrin, analista senior di Heavy Reading. “Per le reti metropolitane, dove l’AI competerà con il traffico video, web e IoT, la crescita prevista è sorprendente. Con l’AI che dovrebbe conquistare una quota ancora maggiore della capacità a lunga distanza entro tre anni, è chiaro che i flussi di dati, compresi quelli utilizzati per l’addestramento e l’inferenza dell’intelligenza artificiale, eserciteranno una pressione senza precedenti sulle reti“.
Le opportunità per i servizi a banda larga
I Csp prevedono di svolgere un ruolo più ampio nella connettività AI, in particolare nella fornitura di servizi a banda larga con lunghezza d’onda elevata per i clienti aziendali. La metà degli intervistati ha classificato questi servizi, che coprono velocità di 100G, 400G e 800G, come l’area di crescita principale legata all’AI nei prossimi tre anni.
Gli operatori nordamericani sono particolarmente ottimisti, con quasi due terzi che prevedono che l’AI costituirà oltre il 30% del traffico sia metropolitano che a lunga distanza. Al contrario, poco più di un terzo degli intervistati nel resto del mondo (RoW) prevede contributi simili guidati dall’AI.
La domanda di fibra ottica inattiva ha ottenuto un punteggio inferiore, con solo il 25% degli intervistati che prevede una crescita maggiore grazie all’AI. Molti operatori ritengono invece che i servizi a banda larga supereranno la fibra ottica inattiva come opzione di trasporto dominante per l’AI, soprattutto con il passaggio dal mercato dominato dall’addestramento dei modelli da parte degli hyperscaler all’adozione da parte delle imprese e all’uso quotidiano.
Le imprese sono i principali motori del traffico AI
Alla domanda su quale segmento di clientela guiderà maggiormente la crescita del traffico relativo all’AI, i Csp hanno indicato senza esitazione le aziende. Tre quarti (74%) prevedono che saranno le imprese, piuttosto che gli hyperscaler o i fornitori di servizi cloud, a generare la quota maggiore di nuova domanda nei prossimi tre anni.
“La realizzazione di fibre ottiche inattive per gli hyperscaler è una vittoria iniziale per alcuni operatori”, sottolinea il rapporto. Tuttavia, l’ampliarsi dell’adozione dell’AI, i servizi a lunghezza d’onda dovrebbero diventare il modello di connettività dominante per le imprese che cercano funzionalità di questo tipo.
Le differenze sul piano geografico
Il sondaggio ha rilevato un notevole divario geografico nella percezione della preparazione della rete. Mentre il 68% degli intervistati a livello globale afferma che le proprie reti ottiche sono pronte o molto pronte per l’AI, solo il 44% degli operatori nordamericani la pensa allo stesso modo. Questo divario riflette probabilmente le maggiori aspettative di traffico del Nord America e le sue maggiori preoccupazioni relative alle carenze di capacità rispetto ad altre regioni.
“Se i Csp del resto del mondo siano veramente preparati per l’AI o semplicemente non stiano ancora vedendo gli impatti sul traffico diventerà evidente nei prossimi uno o due anni”, si legge nel rapporto.
Il messaggio generale che emerge dalla ricerca è che la rivoluzione avverrà rapidamente, e che i Csp hanno una finestra limitata per prepararsi. Sebbene molti operatori siano ottimisti, il rapporto sottolinea che siamo ancora agli inizi e che il vero impatto dell’intelligenza artificiale sul traffico deve ancora farsi sentire.
In altre parole, a prescindere dalla percezione del fenomeno, è il momento per i Csp di costruire solidi business case, garantire gli investimenti e accelerare gli aggiornamenti delle reti ottiche per posizionarsi in vista del prossimo boom del traffico AI.
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