L’Abruzzo va avanti, ma a quale velocità e in quale direzione? L’ultimo resoconto della Giunta regionale, diffuso come un bollettino di guerra quotidiano, offre una fotografia dei lavori in corso, ma con alcune criticità. L’elenco di delibere e variazioni di bilancio, seppur necessario, sembra più una lista della spesa che un disegno politico organico, lasciando intravedere una gestione “a vista” che fatica a cogliere il quadro generale.
Il cuore della delibera sui rifiuti, se leggiamo bene tra le righe, rivela una mossa ambigua. La Giunta, pur accogliendo la nuova legge regionale sull’economia circolare, decide di limitare la capacità di trattamento degli impianti esistenti solo dopo l’autorizzazione di un nuovo impianto per la frazione organica del rifiuto solido urbano (FORSU). In pratica, è la parte dei rifiuti domestici e simili che proviene dalla raccolta differenziata dell’umido. Questa frazione, composta principalmente da scarti alimentari, viene trattata per produrre compost o biometano. Questa decisione, apparentemente prudente, rischia di paralizzare l’efficienza degli impianti attuali, creando un collo di bottiglia burocratico che ritarderà il processo di transizione. In un’epoca di emergenza ambientale, non è forse il momento di agire in modo più deciso e meno frammentato?
La transizione verso un’economia circolare è un percorso complesso che richiede coordinamento e investimenti, e un approccio frammentato e burocratico rischia di frenare il progresso, non di accelerarlo.
Il resto delle decisioni sembra una litania di adempimenti tecnici e aggiustamenti di bilancio. Si parla di adeguamento ai regolamenti europei, di programmi di sviluppo urbano sostenibile, di convenzioni per la gestione dei contratti pubblici. Tutte voci lodevoli sulla carta, ma che non raccontano una visione. Si tratta di variazioni minime, come i 6.000 euro per la gestione del demanio marittimo o i 50.000 euro per l’internazionalizzazione delle imprese, che sembrano più un “contentino” che un piano strategico.
C’è un’approvazione del Festival Dannunziano e di altri eventi culturali, che dimostra una certa sensibilità verso il turismo e la cultura, ma la domanda rimane: c’è un filo conduttore che lega questi interventi? La sensazione è quella di una Giunta che risponde a emergenze e scadenze, anziché costruire un futuro solido e coerente per la regione.
L’unica notizia che spicca per la sua chiarezza è la nomina del nuovo Direttore Generale della Asl 1, il Dott. Paolo Costanzi. Una decisione netta, che mette fine a un periodo di incertezza. Eppure, proprio in questa chiarezza si nasconde una critica: se le nomine sono l’unica azione decisa e inequivocabile, forse il vero lavoro della politica si sta spostando dalla pianificazione strategica al posizionamento di figure chiave.
In buona sostanza, la Giunta regionale dimostra di essere al lavoro. Ma ci sono cose che invitano a riflettere: la politica non dovrebbe essere solo una gestione dell’ordinaria amministrazione, deve essere un motore di cambiamento e innovazione. La Giunta sembra navigare a vista, si aggrappa a scadenze e adempimenti, non sembra avere una bussola ben definita. La vera sfida per Marsilio, se accetta il consiglio, non deve essere solo prendere atto e recepire, ma agire e decidere con coraggio. E in un territorio, come quello abruzzese, che cambia velocemente, l’immobilismo mascherato da burocrazia rischia di lasciare la regione al palo, incapace di cogliere le vere opportunità che si presentano.
L’impressione finale è che l’azione politica della Giunta, nel suo insieme, somigli a un complesso puzzle di cui mancano ancora troppi pezzi per comprenderne il quadro generale e la direzione.
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