L’on. Chiarelli denuncia anni di mancati investimenti contro la siccità, Capobianco attacca un sistema di sostegni economici che non copre neppure i costi imposti agli agricoltori
Negli ultimi mesi, l’UDC Puglia ha acceso i riflettori sul mondo agricolo pugliese, così come aveva già fatto per il comparto zootecnico. Il partito considera il settore primario un pilastro economico e culturale per la regione, strettamente legato alla filiera alimentare e all’identità del territorio. Ora l’attenzione si concentra su due emergenze: la crisi idrica e il futuro della Politica Agricola Comune.«La siccità sta mettendo in ginocchio la nostra agricoltura» denuncia l’on. Gianfranco Chiarelli, commissario UDC per la Puglia. «Le stime di Coldiretti parlano chiaro: -30% di produzione ortofrutticola. Pozzi artesiani in difficoltà, falde prosciugate, ondate di calore e assenza di piogge stanno devastando colture simbolo come pomodori e vigneti, con il foggiano e il tarantino tra le aree più colpite. E questo accade mentre si continua a non investire in opere irrigue, invasi, dissalatori e reti di adduzione efficienti».Dalla siccità alle difficoltà economiche, il passaggio è immediato. «Il settore agricolo pugliese è in ginocchio non solo per l’emergenza climatica, ma anche per un sistema di sostegni che di anno in anno perde significato» afferma Giulio Capobianco, responsabile regionale del dipartimento agricoltura. «Oggi le cosiddette integrazioni al reddito non coprono nemmeno i costi che i produttori devono sostenere per il consorzio di bonifica. È un paradosso: nascono per aiutare, ma finiscono per essere assorbite dalle spese imposte».Capobianco sottolinea anche le distorsioni nella PAC: «La Politica Agricola Comune è stata concepita per garantire stabilità ai redditi agricoli, sostenere l’ammodernamento aziendale e promuovere la sostenibilità ambientale. Oggi, però, il sostegno diretto ai redditi è sempre più marginale. E quando arrivano i finanziamenti per l’ammodernamento, le imprese fornitrici alzano i prezzi del 30-40%. Così, il bonus si annulla e le risorse che dovrebbero servire agli agricoltori finiscono ad altri settori».Sulle infrastrutture, l’on. Chiarelli è netto: «Non possiamo più permetterci di sprecare tempo. La crisi idrica non è un’emergenza improvvisa: è il frutto di anni di disattenzione. Abbiamo perso l’occasione di dotarci di invasi, sistemi di distribuzione moderni e impianti di desalinizzazione. Ora il rischio è cancellare intere filiere produttive».Il commissario regionale torna poi sul nodo consorzi di bonifica: «Il passaggio a un unico consorzio non ha portato benefici concreti. Le tariffe sono rimaste alte e i servizi inadeguati. Nel frattempo, la Regione non è riuscita a ottenere risorse aggiuntive per il sostegno diretto alle aziende».Il comunicato si chiude con un appello deciso, condiviso da entrambi: «La verità è che senza acqua e senza un sostegno reale al reddito, l’agricoltura pugliese rischia di morire. Con essa sparirebbero migliaia di posti di lavoro e una parte dell’economia regionale. È il momento di scelte coraggiose e concrete: non servono slogan, servono fatti».
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