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Urso: “Vendita dell’Ilva entro marzo 2026, 750 milioni di aiuti. L’accordo non è un flop”


Cessione entro marzo 2026, riaccensione degli altoforni, 750 milioni in dote, polo DRI da decidere, possibile sdoppiamento e partecipazione statale. Il ministro Urso delinea il futuro dell’Ilva

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L’Ilva avrà un nuovo proprietario entro marzo 2026 e il Governo contribuirà con aiuti per 750 milioni di euro. Nel frattempo, verranno gradualmente riattivati i tre forni grazie ai 200 milioni già stanziati. Il 15 settembre sapremo dove sorgerà il polo DRI. A dirlo è il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore. Il ministro non si sbilancia sul nome del potenziale acquirente, ma non chiude la porta allo sdoppiamento dell’Ilva e alla partecipazione statale.

ILVA AI NUOVI PROPRIETARI ENTRO MARZO 2026

I nuovi proprietari avranno le chiavi dell’Ilva entro marzo 2026. Intanto, i tre altoforni dovrebbero essere gradualmente riattivati grazie agli ultimi 200 milioni stanziati.

“Ragionevolmente, una volta chiusi i termini per le nuove offerte, potrebbe servire circa un mese per la negoziazione in esclusiva. Poi ci sono i tempi dell’Antitrust e dell’esame del golden power italiano”, sottolinea Urso, anticipando che “ci sarà a disposizione una dote di 750 milioni relativa a contratti di sviluppo che erano stati delineati per la precedente proprietà, all’epoca di ArcelorMittal, ma poi non sono stati utilizzati”.

“Se qualcuno mi presenta un piano industriale stratosferico si vedrà. Così come siamo pronti a discutere se uno o più investitori porranno come condizione una partecipazione statale nel capitale”, dice Urso, sottolineando che i potenziali acquirenti che si sono detti interessati fino ad oggi “sono ancora in gara e speriamo si aggiunga qualcun altro. Peraltro, tra gli aggiornamenti è previsto che ci possano essere offerte per l’area del Nord, ove il risultato complessivo fosse migliore sul piano occupazionale e produttivo. È infatti prevista l’eventualità di un quarto forno elettrico, servente Genova e gli stabilimenti piemontesi”.

IPOTESI SDOPPIAMENTO ILVA ANCORA IN GIOCO

Urso non chiude la porta alla possibilità di uno sdoppiamento dell’Ilva. “È possibile, ove il risultato complessivo fosse migliore, anche se la nostra preferenza resta per l’unicità del complesso. Dipende anche dalla decisione di Taranto sulla localizzazione dei DRI. Come ho detto più volte: la prima scelta spetta a Taranto per motivi morali, storici, economici e sociali. In alternativa, stiamo valutando Gioia Tauro, dove sono stato accolto dal governatore Occhiuto con i sindaci con la fascia tricolore, che sperano nello sviluppo del loro territorio”, ha detto Urso.

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URSO: CON ACCORDO PRESE DECISIONI NECESSARIE IN QUESTA FASE

Il ministro difende l’accordo sull’Ilva siglato il 12 agosto al Mimit. “Abbiamo assunto le decisioni che erano necessarie in questa fase, per iniziare a dare certezza agli investitori sul percorso di decarbonizzazione: il rilascio di un’Aia adeguata, l’impegno delle istituzioni a realizzare le migliori condizioni di investimento, attraverso anche il commissario straordinario, le opere infrastrutturali portuali e misure di contesto significative sul piano sanitario, ambientale, scientifico e tecnologico. Pensi al ruolo del Tecnopolo di Taranto, così come alle misure di sostegno all’occupazione. Peraltro, nelle indicazioni di aggiornamento della gara è previsto che lo Stato, attraverso DRI d’Italia, fornisca il preridotto necessario per i forni elettrici che si prevede di realizzare per sostituire gradualmente gli altoforni in piena continuità produttiva”, sottolinea Urso.

DOVE SORGERA’ IL DRI?

Dovremo attendere il 15 settembre per conoscere dove sorgerà il polo nazionale del DRI, conferma Urso.

“La localizzazione dei DRI sarà decisa dopo il 15 settembre – data entro cui saranno depositate le manifestazioni di interesse vincolanti con il relativo piano industriale – sulla base appunto dei volumi necessari per alimentare i forni elettrici e quindi sul necessario approvvigionamento di gas. Nel contempo si concluderanno anche i lavori del Comitato tecnico per Gioia Tauro e, a quel punto, avremo tutti gli elementi per decidere in piena trasparenza, consapevolezza e responsabilità, tenendo conto anche dei rilevanti impatti occupazionali, che spero siano tenuti in adeguata considerazione da parte degli enti locali che hanno la competenza diretta sull’eventuale collocazione della nave rigassificatrice”, dice il ministro, sottolineando che “il Polo del DRI sarà comunque realizzato, secondo le necessità di Taranto e comunque per garantire la sicurezza nazionale”.



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