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Gli ispettori sulla cantina Terre «Così la crisi è irreversibile»


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Gli ispettori ministeriali propongono «la liquidazione coatta amministrativa» di Terre d’Oltrepo Scapa (la cooperativa) e la nomina di un commissario. È l’esito dell’ispezione straordinaria, promossa dalla direzione generale per la vigilanza sugli enti, il sistema cooperativo e le gestioni commissariali del ministero delle Imprese e del Made in Italy, che si è svolta dall’8 aprile al 31 luglio.

Cosa dicono

Un estratto del verbale è stato pubblicato dal collegio sindacale della cooperativa, su richiesta dei soci. Nella relazione si citano, tra le criticità, «la gravissima illiquidità, che non ha consentito e non appare consentire la liquidazione ai soci conferitori neanche del secondo acconto della vendemmia 2024», le vicende giudiziarie, a partire dal contenzioso in corso con Mack & Schühle, ma anche «il decremento considerevole dei soci conferitori», accompagnato ad eventi di carattere naturale, come la peronospora. «La cooperativa soffre una rilevante tensione finanziaria, determinata in parte dalle vicende giudiziarie, in parte dalla diminuzione dei conferimenti e dal deterioramento dei rapporti sociali che hanno avuto come conseguenza un forte calo degli iscritti con conseguente, grave decremento degli apporti necessari per l’esercizio di lavorazione e commercializzazione delle uve – si legge nelle conclusioni degli ispettori -. Dalla documentazione di verifica contabile, si rileva un risultato negativo di esercizio 2025 che non risponde agli obiettivi prefissati con il piano di rilancio e denota, anzi, una esposizione importante non compensata da adeguato forme di autofinanziamento auspicate dall’organo amministrativo». Tutto ciò, secondo il ministero, prelude «all’incapacità irreversibile di continuità aziendale in ragione dell’incapienza dei ricavi di Scapa e Spa alla copertura dei costi fissi di esercizio». «I conferitori – scrivono gli ispettori – sono i primi a subire le conseguenze dell’illiquidità che non consente di saldare gli acconti sui conferimenti necessari a proseguire le attività produttive individuali dei soci. Ciò comporta un rischio, già in parte verificabile dal provvisorio 2025, di paralisi delle attività, in mancanza di adeguati conferimenti che impedisce di contro la remunerazione del prodotto. A margine, non può sottacersi una grave conflittualità tra gli organi sociali e negli stessi che non appare preludere alla indispensabile sinergia societaria ed economica necessaria all’eventuale risollevamento del gruppo». Gli ispettori, infine, invitano a non sottovalutare «il risultato negativo del bilancio provvisorio 2025, unitamente agli altri elementi negativi che condizionano attualmente una concreta ripresa produttiva ed economica. Anche il bilancio provvisorio della TdO Spa registra una abnorme perdita, nonostante il breve periodo di attività – concludono . L’ipotesi di attrazione di soggetti finanziatori per il riequilibrio e rilancio della società previsto dal piano non trova a oggi alcuna concreta manifestazione di affidabilità, anche in ragione dello sfiduciamento bancario conseguente alle azioni esecutive che di fatto ha congelato la capacità di accesso al credito delle società del gruppo». —

Oliviero Maggi

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