Ancona, 15 agosto 2025 – Nel Montefeltro arroventato, il presidente uscente delle Marche Francesco Acquaroli guarda il borgo di Sassocorvaro: “Fra la gente c’è consapevolezza dei risultati che in questi 5 anni abbiamo raggiunto. Fa piacere perché non è scontato, no?”.
Governatore, da dove (ri)partire dunque?
“Dalle infrastrutture. Dalle politiche sulle aree interne come questa. Dalle nostre visione e attenzione. Dal lavoro su ricostruzione e alluvione. Dal rilancio economico”.
Le Marche sono la prima regione al voto, il 28 e 29 settembre, con la Valle d’Aosta. Il primo test di una lunga serie per FdI e per il Governo.
“Le Marche insieme con l’Abruzzo sono una delle prime regioni a essere state governate da Fratelli d’Italia. Ma il tema vero è un altro: siamo consapevoli dell’importanza strategica delle elezioni regionali in questo momento, nonostante la nostra sia una regione dal medio impatto demografico. È normale che sia così, non ci sorprendiamo”.
Ma che peso avrà per Roma il test marchigiano?
“Ogni elezione è un banco di prova, questa lo sarà come tutte le altre”.
Giorgia Meloni è però da poco stata ad Ancona per l’ampliamento della zona economica speciale (Zes) unica per il Mezzogiorno. Che cosa porterà alla regione?
“La Zes è un risultato enorme perché viene riconosciuta e concessa grazie al Governo Meloni anche per le regioni in transizione e prevede per tutto il territorio regionale misure fondamentali come la semplificazione e il sostegno all’occupazione, che da sempre vengono richieste a gran voce dalle imprese, e per le aree maggiormente depresse anche il credito d’imposta”.
Ma per il Pd la Zes “non esiste né esisterà mai”.
“La Zes è realtà, ma non produce i propri effetti in un’ora, la Zes sarà operativa fra pochi mesi. Investimenti, opportunità, regole: faremo sì che produca i migliori effetti possibili”.
In tutte le regioni d’Italia la sanità è al centro del dibattito. Il candidato del Pd Matteo Ricci dice che lei nega i problemi.
“I problemi ci sono e non li abbiamo mai negati. In questi 5 anni, la metà dei quali in pandemia, abbiamo lavorato per una riforma che riportasse i servizi sanitari più vicino ai territori, investendo in edilizia, tecnologie, rafforzamento della rete. Anni complessi. Poi dopo l’emergenza abbiamo cercato di recuperare quello che non era stato fatto prima. A partire dalla mancata programmazione del ricambio dei medici e dal definanziamento della sanità, da parte dei governi precedenti, lasciandoci un sistema depauperato e creando difficoltà nell’emergenza urgenza e sui territori”.
E ora?
“Stiamo superando le difficoltà grazie all’intervento del governo e all’attuazione delle nostre riforme che stanno già producendo importanti effetti. Il tema è però complessivo: anche se il sistema produce il 10% in più di prestazioni rispetto al 2019, non si riesce a sopperire totalmente all’aumento di domanda, che è del 38-40%. Nonostante questo siamo l’unica regione del centro che non ha aumentato le tasse negli ultimi 5 anni”.
Quindi come se ne esce?
“Le criticità ci sono, però c’è anche un migliore efficientamento, una migliore produttività del sistema e va registrata. E su questo insisteremo. Abbiamo lavorato per aprire 50 punti salute, stiamo strutturando i poliambulatori di medici di medicina generale, primi in Italia abbiamo avviato la farmacia dei servizi. La priorità è abbattere l’inappropriatezza e creare maggiori risposte sul territorio: dall’accordo con i medici di medicina generale al potenziamento della sanità territoriale. Quindi, più prossimi ai cittadini, cercando di decongestionare le liste d’attesa e i pronto soccorso”.
Ma servono anche più fondi?
“Io vedo un incremento graduale, mai fatto in precedenza, del fondo sanitario nazionale da parte del Governo. Il caos è tutto antecedente, pensiamo al mancato turnover dei medici…”.
Torniamo alla Zes. L’economia langue…
“L’obiettivo è entro pochi anni portare le Marche a un livello di pil che la facciano tornare ad essere tra le Regioni più competitive d’Italia e d’Europa. In questi anni abbiamo sostenuto le nostre imprese con le risorse europee, che ci vedono oggi tra le prime regioni in Italia, e la Zes è lo strumento fondamentale per stimolare gli investimenti e l’occupazione e rilanciare ulteriormente la competitività della regione. In questo è determinante la visione del Governo: per noi l’export rappresenta una parte importante del Pil, la credibilità internazionale e la stabilità del Governo consentono nuove opportunità nei mercati”.
La campagna elettorale delle Marche finora è stata segnata dall’inchiesta per corruzione sugli affidi di Pesaro e Matteo Ricci. Che effetto avrà?
“Io spero, anzi sono certo che i marchigiani si concentreranno sui risultati, sulle cose fatte e sui programmi. Per chi ha lavorato tanto e può vantare risultati la cosa peggiore è non poterne parlare in maniera compiuta. Il resto è un tema che non ci riguarda”.
E non teme l’astensione?
“Spero di no”.
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