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opportunità per chi sceglie di viverci — idealista/news


Sempre più persone si chiedono perché trasferirsi in Sicilia, attratte da un mix di qualità della vita, bellezza naturale e ora anche da una politica fiscale favorevole. Un Decreto approvato di recente dal Governo permette di attuare sconti fiscali in Sicilia, puntando a rilanciare l’isola attraverso incentivi mirati per chi sceglie di viverci, sul modello già sperimentato con successo in Portogallo. 

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Perché trasferirsi in Sicilia?

La Sicilia da sempre è una terra ricca di contraddizioni, ma anche di tante potenzialità, che spesso però hanno faticato a trovare piena attuazione, complici i più svariati motivi. Quest’isola vanta in ogni caso un patrimonio culturale inestimabile, un clima invidiabile e una qualità della vita che, per molti, rappresenta l’equilibrio perfetto tra modernità e tradizione. 

Questo è quanto si può rispondere a chi chiede perché trasferirsi in Sicilia: oltre al fascino naturale e culturale di questa terra, oggi si aggiungono motivi concreti ed economici che potrebbero rendere l’isola una destinazione allettante per chi punta a cambiare vita. In questo scenario si inserisce la nuova misura legislativa approvata di recente dal Governo italiano, che rappresenta una svolta strategica e una vera occasione di rilancio per una terra che ha molto da offrire. 

Il decreto del Governo sugli sconti fiscali in Sicilia

Nel mese di luglio il Consiglio dei Ministri, dando attuazione all’accordo stipulato tra il Governo e la Sicilia, ha dato il via libera a un Decreto Legislativo che permetterà di offrire sconti fiscali a quanti decideranno di trasferirsi in quella che un tempo è stata la culla della Magna Grecia. 

In attesa che il Decreto riceva la firma del Presidente della Repubblica, per poi essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale, soddisfazione è stata espressa dal Governatore della Sicilia, Renato Schifani, che ha dichiarato: 

“Dopo un lungo negoziato, il Consiglio dei ministri ha approvato la norma di attuazione dello Statuto siciliano in materia finanziaria. Un passo storico che, a quasi ottant’anni dalla sua adozione, riconosce finalmente alla Sicilia la possibilità di applicare una fiscalità di sviluppo, in piena coerenza con l’autonomia finanziaria della Regione. Potremo intervenire sulle aliquote fiscali di nostra competenza, riducendole fino ad azzerarle, per attrarre investimenti esterni e favorire anche imprese e cittadini siciliani”. 

Gli obiettivi del Decreto Legislativo

Come spiegato nel comunicato della Regione, l’obiettivo del DL “è attrarre imprese e cittadini europei ed extraeuropei, introducendo una fiscalità di sviluppo e compensativa unica nel panorama della finanza regionale italiana”. In sostanza, con le misure che saranno adottate, si punta a frenare lo spopolamento di alcune aree della Sicilia e quindi a incentivare il trasferimento nell’isola. Ma anche sostenere l’economia locale e promuovere la rigenerazione urbana attraverso incentivi ad hoc per gli immobili. 

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Incentivi per trasferirsi in Sicilia: quali saranno?

Al momento non si conoscono ancora quali saranno gli interventi che verranno realizzati, ma essendo una Regione a statuto speciale, la stessa avrà una maggiore autonomia in ambito finanziario. La Sicilia potrà così introdurre esenzioni, detrazioni e deduzioni fiscali a vantaggio di cittadini e imprese che decideranno di trasferirsi e stabilirsi nel suo territorio. 

Gli sconti fiscali dovrebbero interessare solo i tributi locali, con la possibilità quindi di tagliare o azzerare l’addizionale regionale IRPEF, che al momento è già tra le più basse in Italia, visto che è applicata con un’aliquota unica pari all’1,23%. Possibili interventi anche sull’IRAP che, al contrario, è alquanto sostenuta, arrivando a sfiorare quasi il 5%. Come dichiarato dal Governatore Schifani:

“La Regione potrà introdurre incentivi e contributi utilizzabili anche in compensazione, attraverso convenzioni con l’Agenzia delle Entrate. Potremo intervenire anche a sostegno delle fasce deboli e delle nuove imprese siciliane”. La norma – aggiunge Schifani – prevede anche agevolazioni fiscali per i pensionati non residenti che acquistano casa in Sicilia e vi trasferiscono la residenza, sulla scia del modello Portogallo”. 

Il modello del Portogallo

In sostanza la Sicilia vuole riproporre un modello di fiscalità di sviluppo già sperimentato con successo in altre realtà del continente europeo. Inevitabile il riferimento al Portogallo che per oltre un decennio, e precisamente dal 2009 fino alla fine del 2023, ha adottato una politica fiscale molto favorevole in risposta alla crisi economica del 2008, includendo nel dettaglio: 

  • una tassazione agevolata per i residenti non abituali;
  • esenzioni fiscali su pensioni estere;
  • riduzione delle imposte sul reddito per chi si trasferiva in regioni specifiche.

In particolare, la legge portoghese prevedeva benefici fiscali per un periodo di dieci anni rivolti a cittadini stranieri che vivevano nel Paese per almeno metà dell’anno, ovvero per almeno 183 giorni. Il regime fiscale speciale applicava un’imposta fissa del 20% ai redditi provenienti da professioni considerate altamente qualificate.

Le pensioni erano tassate con un’aliquota ridotta del 10%, beneficiando inizialmente di un’esenzione fiscale totale. Inoltre, i redditi generati all’estero erano completamente esenti da tassazione in Portogallo, a condizione di essere stati già oggetto di imposizione fiscale nello Stato d’origine. 



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