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prezzi in drammatico aumento nel 2025


Terreni agricoli: per il 2025 si provede un accesso limitato ai grandi proprietari, con una situazione di stallo delle compravendite e di prezzi in aumento

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Il mercato dei terreni agricoli in Italia si sta rivelando sempre più esclusivo, segnato da prezzi in crescita e compravendite concentrate nelle mani di grandi aziende. Secondo i dati più recenti forniti dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea), il prezzo medio di un ettaro di terreno è di 28.800 euro, con significative differenze territoriali: nel Nord-Est si raggiungono i 47mila euro, seguiti dai 37.400 euro del Nord-Ovest (+3% rispetto all’anno precedente).

Molto più bassi, invece, i valori nel Centro (15.400 euro, +0,7%), nel Sud (13.700 euro, +1,5%) e nelle Isole (8.900 euro, +1,1%).




Terreni agricoli, accesso limitato ai grandi proprietari: compravendite ferme e prezzi in aumento

Foto di: OmniTrattore.it

Un mercato ristretto

L’accesso ai terreni agricoli appare sempre più limitato a pochi grandi proprietari, spesso già strutturati e con risorse consolidate. Le operazioni di compravendita riguardano principalmente strategie di riassetto fondiario piuttosto che nuovi insediamenti imprenditoriali.

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Questo fenomeno mette in evidenza le difficoltà per i giovani agricoltori o per chi desidera entrare nel settore, nonostante gli incentivi messi a disposizione dall’Unione Europea. Tra questi, i contributi a fondo perduto fino a 80mila euro previsti dai piani regionali di sviluppo rurale (PSR) sono spesso utilizzati per favorire il ricambio generazionale all’interno delle stesse aziende piuttosto che per creare nuove realtà imprenditoriali.

I fattori dietro l’aumento dei prezzi

L’incremento medio dello 0,9% nel prezzo dei terreni agricoli registrato dal Crea è attribuibile a diversi fattori. La competizione per i terreni di qualità, soprattutto nelle aree ad alta vocazione vitivinicola e agroalimentare, è alimentata da investitori e grandi aziende agricole.

I vigneti, in particolare, continuano a registrare valori record per ettaro. Inoltre, il terreno agricolo è considerato un asset sicuro per investimenti a lungo termine, un fattore che spinge i prezzi verso l’alto.



Terreni agricoli, accesso limitato ai grandi proprietari: compravendite ferme e prezzi in aumento

Terreni agricoli, aumenti più che proporzionali dei vigneti

 

Foto di: OmniTrattore.it

Le regioni con produzioni di alta qualità, come Veneto, Piemonte e Toscana, vedono prezzi medi per ettaro che possono superare abbondantemente i 100mila euro, specialmente nelle zone a denominazione di origine controllata (DOC) o controllata e garantita (DOCG). Questo trend riflette non solo l’alto valore economico del vino italiano, ma anche la crescente domanda internazionale di prodotti premium.

Affitti agricoli: crescita della domanda

Il mercato degli affitti agricoli registra una crescente domanda, in particolare da parte di aziende agricole strutturate, spinte dal bisogno di espandere la propria produzione senza affrontare i costi elevati di acquisto dei terreni.

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Questa dinamica è particolarmente evidente nelle regioni settentrionali, dove l’intensità della produzione richiede maggiore disponibilità di superfici. In questo contesto, i contratti di affitto rappresentano una soluzione flessibile per molte aziende, consentendo di adattarsi più rapidamente alle variazioni del mercato.

Tuttavia, la crescita della domanda sta spingendo verso l’alto anche i canoni di locazione in alcune aree, aumentando ulteriormente le difficoltà per i piccoli operatori e i giovani imprenditori agricoli.

Rischi di medio lungo termine

Il futuro del mercato dei terreni agricoli in Italia solleva diverse preoccupazioni. Senza politiche più incisive per sostenere l’accesso alla terra, si rischia di compromettere il ricambio generazionale e la nascita di nuove iniziative agricole innovative.

La tendenza alla concentrazione rischia di accentuare le disuguaglianze nel settore e di ridurre la diversità produttiva. Inoltre, il controllo di vasti appezzamenti da parte di pochi grandi operatori potrebbe avere implicazioni sull’uso sostenibile del suolo e sul mantenimento delle comunità rurali.



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