Porsche Automobil Holding SE affronta una fase critica della propria storia recente con una scelta che segna un netto cambiamento di strategia. Dopo aver registrato un dimezzamento degli utili semestrali e rivisto al ribasso le previsioni per l’intero 2025, la holding controllata dalle famiglie Porsche-Piëch ha annunciato ufficialmente il proprio ingresso nel comparto della difesa. Una decisione che riflette l’attuale contesto europeo, caratterizzato da un forte aumento degli investimenti militari.
La crisi dell’automotive e la necessità di diversificazione
I dati del primo semestre 2025 hanno evidenziato le difficoltà della holding di Stoccarda. L’utile netto rettificato si è fermato a 1,1 miliardi di euro, in calo del 48% rispetto ai 2,1 miliardi del 2024. Ancora più pesante il crollo dell’utile al netto delle imposte, sceso a 300 milioni dai 2,1 miliardi dell’anno precedente.
Le nuove stime per l’anno in corso fissano il risultato netto tra 1,6 e 3,6 miliardi, rispetto alla precedente forchetta di 2,4-4,4 miliardi. Una revisione che testimonia la gravità della crisi dell’intero settore automobilistico tedesco, messo sotto pressione dalla concorrenza cinese, dalla transizione elettrica e dalle tensioni geopolitiche globali.
La scelta del settore difesa
In questo scenario Porsche SE ha deciso di diversificare, annunciando la creazione di un fondo destinato agli investimenti nelle startup del comparto militare. Lo ha dichiarato Hans Dieter Pötsch, presidente del consiglio di sorveglianza di Porsche SE e del Gruppo Volkswagen:
Il nostro obiettivo è aumentare il coinvolgimento nei settori della difesa mantenendo il focus principale su mobilità e tecnologia industriale.
La nuova strategia si concentra su tecnologie ad alto contenuto innovativo: sistemi di sorveglianza satellitare, sensori, ricognizione, cybersicurezza e logistica. Si tratta di settori considerati cruciali per i programmi di riarmo europei.
Le partnership consolidate
L’ingresso di Porsche SE nella difesa non rappresenta una novità assoluta. L’impero industriale della famiglia Porsche ha infatti un passato intrecciato con il settore militare-civile. Volkswagen collabora già con Rheinmetall per la produzione di veicoli militari, mentre la holding ha investito nel produttore di droni Quantum Systems.
La strategia punta ora a consolidare queste esperienze con un approccio sistematico e con il supporto di Deutsche Telekom. Le due aziende, insieme alla società di investimenti DTCP, hanno avviato la creazione di un fondo da 500 milioni di euro dedicato alle tecnologie per la difesa.
La decisione coincide temporalmente con l’espansione della spesa militare europea. Il piano “Readiness 2030” dell’Unione europea, che prevede investimenti da 800 miliardi di euro, e l’aumento dei bilanci per la difesa nazionale, in particolare in Germania, creano un contesto favorevole per le aziende del comparto.
Negli ultimi anni, diversi vincoli normativi che limitavano l’accesso al capitale per le società del settore sono stati allentati. Fondi pubblici come il Fondo europeo per gli investimenti e la banca tedesca KfW hanno iniziato a sostenere con maggiore decisione le imprese legate alla difesa, creando opportunità per investitori privati.
La reazione del mercato e le prospettive
Il mercato ha accolto positivamente l’annuncio: il titolo Porsche SE ha guadagnato oltre l’1% ed è stato tra i migliori del Dax40. L’andamento azionario, dopo una fase negativa legata alle difficoltà dell’automotive, ha mostrato segnali di ripresa in concomitanza con le decisioni politiche europee sul riarmo.
Il nuovo fondo con DTCP, orientato a sostenere startup e tecnologie innovative, mira a rafforzare la presenza di Porsche SE in un settore che sta acquisendo crescente legittimità economica e politica.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link