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in un anno +20% alle aziende del settore


Aumentano i prestiti alle imprese e in particolare quelli erogati alle aziende del turismo. Secondo l’osservatorio di Crif, i finanziamenti concessi alle imprese del settore hanno fatto un balzo del 20% nel primo trimestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2024.

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La crescita dei prestiti non ha però accelerato le tempistiche dei pagamenti commerciali di alberghi e ristoranti: a giugno, rileva Crif, nel turismo i pagatori puntuali erano il 26,4%, contro il 44% del totale delle aziende italiane. Il micro-settore che mostra maggiori difficoltà è quello della ristorazione, con il 75,4% delle imprese che ha almeno un pagamento in ritardo verso i fornitori. Infine, il tasso di default delle società del comparto è salito a dicembre al 4% ed è atteso peggiorare nel 2025.

Il settore del turismo conta in Italia circa 415 mila imprese, attive per la maggior parte nei servizi di ristorazione (342mila) e di alloggio (56mila). Le agenzie di viaggio sono, invece, circa 16mila. Il 45% delle imprese del turismo è rappresentato da ditte individuali. Seguono le società di capitali (32%) e di persone (23%). Poco più di un terzo delle aziende si concentra tra Sud e Isole, dove il turismo è il principale motore dell’economia. Le regioni con la più alta presenza di aziende turistiche sono Lombardia (13,1%), Lazio (11,4%) e Campania (10,6%).

Le analisi effettuate da Crif, sulla base del patrimonio informativo del Sistema di informazioni creditizie Eurisc, mostrano, come detto, una crescita record nel primo trimestre del 2025 degli importi dei finanziamenti erogati alle società di capitali del settore. L’incremento è stato decisamente più marcato rispetto alla totalità delle società di capitali italiane (+8,6%). «La dinamica delle erogazioni verso il settore – spiega Crif – oltre a beneficiare delle migliori condizioni di accesso al credito rispetto al primo trimestre dell’anno scorso, riflette la vivacità di un comparto con prospettive complessivamente positive per l’anno in corso, dopo un 2024 da considerarsi eccezionale in termini di crescita dei flussi turistici».

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A ogni moto, bisogna tener presente che su tali prospettive pesano diversi fattori di attenzione tra cui le difficoltà nel reperire personale qualificato, un’offerta turistica che necessita di costante riqualificazione e aggiornamento per continuare a essere competitiva e una capacità di spesa da parte dei consumatori sotto costante pressione. A fine 2024 il turismo scontava un tasso di default del 4% per le società di capitali.

Nonostante abbia beneficiato di una significativa crescita del fatturato negli ultimi anni, il settore continua dunque a confermarsi tra quelli più rischiosi a livello nazionale. Il tasso di default medio delle società di capitali italiane è pari infatti al 2,74%. «Le attese per la fine del 2025 sono di un’ulteriore crescita dei tassi di default del settore, circa 0,5 punti percentuali rispetto al 2024, ma con un’intensità meno marcata rispetto a quanto ci si attende a livello nazionale», commenta Luca D’Amico, Ceo di Crif Ratings.


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