Efficaci sinergie pubblico-privato possono essere la concreta risposta per la gestione e lo sviluppo dei beni e delle aziende sequestrate e confiscate. Non basta il pubblico e naturalmente non può esserci solo il privato. Un esempio concreto di questa strategia è contenuto nel Documento d’intesa per la gestione e lo sviluppo dei beni e delle aziende sequestrate e confiscate, siglato il 17 luglio al Tribunale di Milano alla presenza del sottosegretario di Stato con delega ai beni confiscati Wanda Ferro.
Un elemento che rafforzerebbe l’azione di recupero alla legalità verrebbe certamente dalla definizione, prevista dal Codice Antimafia, di un accordo nazionale tra l’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati (Anbsc), la Banca d’Italia e l’Associazione Bancaria Italiana (Abi).
Rete Integrata per la Gestione Efficiente dei Beni Sequestrati: Un Modello Operativo a Milano
Il Documento d’intesa coinvolge una rete articolata di soggetti pubblici e privati: oltre al Tribunale di Milano, rappresentato dal presidente Fabio Roia, l’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati, la Prefettura, Regione Lombardia, il Comune di Milano, l’Abi, ordini professionali, associazioni imprenditoriali, il mondo cooperativo, sindacati e associazioni per la lotta alle mafie.
A ormai quindici anni dall’emanazione del Codice Antimafia e nelle more dell’adozione di opportuni interventi sul quadro normativo per rendere maggiormente efficaci e tempestive le attuali procedure e pervenire alla risoluzione delle principali criticità evidenziate, da ultimo, dal Cnel con il disegno di legge deliberato il 26 giugno scorso, l’intesa tra tutti gli attori coinvolti si conferma un efficace strumento operativo.
Gestione rapida e sostenibile dei beni sequestrati come obbiettivo, con il coinvolgimento del settore bancario
L’obiettivo è attuare un ampio coinvolgimento, funzionale a perseguire un tempestivo raccordo tra i soggetti titolari di competenze in materia di beni sequestrati, e a disporre rapidamente di tutte le funzioni professionali e di consulenza da coinvolgere nella gestione del bene o azienda sottoposta alla misura ablatoria, anche nella prospettiva di evitare il noto e diffuso fenomeno di depauperamento progressivo di tali asset nel corso delle procedure Antimafia.
Con il Documento d’Intesa si riafferma il ruolo strategico del settore bancario nel contrasto all’illegalità, sottolineando l’importanza della trasparenza e della sostenibilità economica nella gestione delle imprese sequestrate, oltre alla volontà del mondo bancario di continuare ad assumere una posizione proattiva nella gestione delle imprese sequestrate/confiscate, anche con particolare riferimento alla finanziabilità, fermo restando il principio della meritevolezza del credito di tali imprese.
Il ruolo crescente delle banche e delle istituzioni locali nell’Intesa
L’intesa di Milano ha alle spalle una lunga storia di attenzione, inserendosi in un quadro nazionale più ampio, che ha visto la sottoscrizione da parte di Abi di analoghi accordi con i Tribunali di Palermo, Caltanissetta, Trapani, Roma, Bologna, Reggio Emilia, Reggio Calabria e Santa Maria Capua Vetere. È in corso la definizione di un’intesa anche con il Tribunale di Catania.
Tra le novità del Documento d’Intesa si ricordano: i referenti bancari dedicati (punto di contatto) per facilitare il dialogo con gli amministratori giudiziari e supportare la definizione dei programmi di continuità aziendale (ex articolo 41 del Codice Antimafia); il supporto delle banche alle imprese per facilitare l’accesso agli strumenti di agevolazione pubblica tramite la Sezione speciale del Fondo di Garanzia per le pmi destinata alle imprese confiscate o sequestrate, per il rinnovo delle linee autoliquidanti o per l’erogazione di finanziamenti a breve termine per la gestione corrente; il maggior coinvolgimento dell’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati per accelerare la dismissione dei beni non destinabili alla collettività e rafforzare la formazione manageriale del personale; l’impegno della Regione per ampliare il partenariato istituzionale e promuovere la gestione sovracomunale dei beni; le iniziative del Comune per valorizzare i beni confiscati attraverso progetti sociali e interventi di riqualificazione.
Estensione del protocollo e governance multilivello: un modello di efficienza nella gestione dei beni sequestrati
Un ulteriore passo in avanti è rappresentato dall’estensione del protocollo ai procedimenti di prevenzione gestiti dai giudici per le indagini preliminari, spesso causa di rallentamenti nell’accertamento dei diritti dei terzi.
L’iniziativa milanese si pone come un esempio virtuoso di governance multilivello, capace di integrare legalità, efficienza e responsabilità sociale, con l’obiettivo di restituire alla collettività le imprese sottratte alle mafie. (riproduzione riservata)
*responsabile del servizio
di consulenza legale
e tributaria dell’Abi
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