La decisione in vista dei futuri interventi di riqualificazione delle strade in due delle zone industriali più importanti della Sicilia.
Affidare alla sorte, e dunque a un metodo sulla carta totalmente neutrale, la selezione delle imprese da invitare alla gara d’appalto. È quanto deciso nei giorni scorsi dall’Irsap, l’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive, in vista dei futuri interventi di riqualificazione delle strade nelle zone industriali di Carini (Palermo) e Gela (Caltanissetta).
La scelta, che fino a qualche anno fa non avrebbe destato alcuna curiosità, va in direzione opposta rispetto a quanto previsto dal codice degli appalti voluto dal governo Meloni e approvato nel 2023. Il nuovo codice, infatti, facendo leva sul principio del risultato e della fiducia tra pubblica amministrazione e operatori economici, assegna ai funzionari la scelta delle imprese da selezionare, per quelle che tecnicamente si definiscono procedure negoziate senza pubblicazione di bando. In altre parole, gare a numero chiuso, dove a poter presentare l’offerta è soltanto un numero definito di ditte.
Irsap, riqualificazione delle strade delle zone industriali: la deroga
La decisione di andare in deroga a quanto previsto dal codice degli appalti è contenuta nei documenti con cui l’Irsap ha indetto due manifestazioni d’interesse. Si tratta di un passaggio preliminare in cui la stazione appaltante si rivolge al mercato per capire quali imprese vorrebbero essere prese in considerazione per l’esecuzione dei lavori.
Quella della manifestazione d’interesse è una scelta obbligata per l’Irsap. L’istituto, infatti, non ha un elenco di imprese di fiducia da cui pescare. In ballo ci sono lavori per oltre quattro milioni di euro: 2.729.390,62 euro per Carini e 1.270.954,25 per Gela.
Nel primo caso si tratta di riqualificare aree che si trovano in uno degli agglomerati industriali più importanti dell’isola: “Le strade oggetto di intervento sono via De Spuches, via Don Lorenzo Milani, via Galileo Galilei, via Filippo Giambanco, via Archimede (compreso due traverse della stessa), via Ercole, via Don Luigi Sturzo, relativamente all’arredo a verde delle nuove rotonde previste dal progetto di riqualificazione”, si legge nel documento che fissa al 3 settembre il termine per rispondere alla manifestazione d’interesse.
Per quanto riguarda Gela, i lavori riguarderanno la manutenzione delle zone sottoposte a maggiore intensità di traffico veicolare. “In particolare l’asse portuale nel tratto aperto al traffico ossia a Sud dell’innesto dello svincolo a trombetta per l’accesso al settore Nord 1; la strada di accesso est al settore nord 1, importante asse viario in quanto costituisce l’accesso Est al settore Nord 1 dove sono concentrate il maggior numero di aziende e costituisce anche un accesso per raggiungere il settore Nord 2; le strade interne al settore Nord1, Nord2 e Nord-Est”, viene specificato.
Entrambi gli appalti saranno finanziati con le risorse previste dall’accordo stipulato a maggio tra Assessorato regionale alle Attività produttive e Irsap riguardante l’uso di 50 milioni di euro di fondi Fsc 2021-2027.
L’obbligo di motivazione
A rendere interessanti le due procedure è però, come detto, l’iter che verrà seguito per affidare i cantieri. Il comma 2 dell’articolo 50 del codice degli appalti recita: “Per la selezione degli operatori da invitare alle procedure negoziate, le stazioni appaltanti non possono utilizzare il sorteggio o altro metodo di estrazione casuale dei nominativi, se non in presenza di situazioni particolari e specificamente motivate, nei casi in cui non risulti praticabile nessun altro metodo di selezione”.
Tale previsione è stata introdotta dal legislatore per rafforzare il senso di responsabilità da parte dei funzionari pubblici nella gestione degli iter che stanno a monte dei cantieri.
Il tema, tuttavia, ha anche portato a riflessioni di tutt’altro tipo, che tirano in ballo proprio le gare a inviti. Nel recente passato, infatti, le procedure negoziate sono finite nel mirino di molti, compresa l’autorità giudiziaria. Da più parti, infatti, è emerso come le gare con un numero chiuso di partecipanti – nel caso dell’Irsap viene garantito che saranno invitate almeno dieci imprese – sono quelle più a rischio turbativa.
Capire il perché non è difficile: controllare un numero limitato di buste è più facile rispetto a fare lo stesso ma con centinaia di offerte, come spesso accade in occasione delle gare aperte. Per questo motivo, in passato, le polemiche di chi metteva in discussione la trasparenza di certe gare riguardavano paradossalmente le modalità con cui avveniva il sorteggio delle imprese.
Al Genio civile di Catania, per esempio, nel 2021 scoppiò uno scandalo che portò ad arresti di funzionari e imprenditori e che al centro aveva un giro di mazzette che passava anche dalla simulazione dei sorteggi: le imprese venivano selezionate in maniera oculata per garantire che le gare venissero truccate.
Una richiesta, quella di scegliere i nominativi, che il governo Meloni dal 2023 fa esplicitamente ai pubblici funzionari. Garantendo che è proprio così che si ottengono i migliori risultati. C’è però chi prova a sottrarsi e ripiega sulla dea bendata.
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