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Sugar tax, Assobibe apprezza l’impegno del Governo a cancellare la tassa


Assobibe, l’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia, è soddisfatta per l’approvazione, da parte del Governo, dell’ordine del giorno con cui Forza Italia alla Camera ha chiesto di valutare la cancellazione della Sugar tax nella prossima legge di bilancio.

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Una tassa che penalizza le imprese

L’ordine del giorno presentato dall’On. Nevi impegna il Governo a predisporre nella prossima Manovra di bilancio i necessari interventi normativi per cancellare definitivamente la Sugar tax. Il provvedimento, attualmente rinviato al 1° gennaio 2026, è stato oggetto negli anni di numerose proroghe da parte di tutti i governi succedutisi dal 2019, a conferma della consapevolezza politica trasversale circa l’inefficacia e l’impatto distorsivo della misura.

“Accogliamo con favore questo importante segnale istituzionale – ha dichiarato Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe – che riconosce quanto sostenuto da anni da tutta la filiera agroalimentare: la Sugar tax è una tassa inefficace, regressiva e dannosa per il sistema produttivo italiano. Penalizza le imprese, molte delle quali Pmi, senza generare alcun beneficio concreto per la salute pubblica. Chiediamo al Governo di compiere il passo decisivo verso la cancellazione dell’imposta nella prossima manovra economica.”

-41% di zucchero dal 2009

Assobibe sottolinea come il settore delle bevande analcoliche abbia già adottato misure concrete per ridurre gli zuccheri nelle proprie referenze, in collaborazione con il Ministero della Salute: dal 2009 a oggi lo zucchero immesso in consumo è stato ridotto di oltre il 41%, e l’offerta di ricette con meno zucchero o senza zucchero è in costante crescita.

In calo il consumo di bibite zuccherate

Inoltre, i consumi di bibite zuccherate sono in calo costante (-27% negli ultimi dieci anni) e incidono per meno dell’1% sull’apporto calorico giornaliero medio. Secondo i dati disponibili (fonte: Studio sui consumi alimentari in Italia, Crea, 2023), l’84% degli italiani non consuma bibite analcoliche, mentre tra coloro che lo fanno, il consumo avviene in modo moderato. L’impatto sulla dieta, infatti, risulta minimo, pari allo 0,9% dell’apporto calorico negli adulti e allo 0,6% nei bambini: in media, viene consumato un ¼ di bicchiere tra gli adulti (pari a 18 cal. die), meno di ¼ di bicchiere tra i bambini (pari a 13 cal. die).

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“La Sugar tax italiana, così com’è concepita – conclude Pierini – è un unicum nel panorama internazionale. Non colpisce lo zucchero, ma la produzione in sé, gravando anche su prodotti senza zucchero o a basso contenuto calorico. È una misura incoerente, che rischia di danneggiare un comparto innovativo e già impegnato da anni nella promozione di stili di vita equilibrati. L’Europa ci offre esempi concreti: in diversi Paesi dell’Unione europea, ad esempio Francia, Portogallo, Romania, Polonia, i consumi di zucchero aumentano nonostante la tassa sulle bibite, così come i tassi di obesità. E poiché l’introduzione di tasse simili non ha portato a risultati apprezzabili, alcuni governi, come Danimarca e Norvegia, l’hanno già cancellata.”

 

Secondo recenti stime, l’eventuale entrata in vigore della tassa provocherebbe una contrazione delle vendite del 16% nel biennio successivo all’introduzione, con oltre 5.000 posti di lavoro a rischio e 275 milioni di euro di mancato gettito IVA.



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