Tra i quattro progetti finanziati nel Piano Esecutivo del Just Transition Fund con una cifra pari a 190.000.000,00 per il risanamento e la migliore fruizione del territorio da parte di cittadini e imprese nel rispetto del principio “Chi inquina paga” (Dir. 2004/35/CE), previsti dall’Azione 2.3 – Supporto a progetti innovativi per sostenere la transizione ecologica e tutelare le risorse naturali, figura anche quello denominati Sea Hub.
Il progetto prevede una articolata riqualificazione ambientale del sistema delle coste del Mar Grande e del Mar Piccolo, sia attraverso azioni di recupero ed upgrade di infrastrutture esistenti in un‟ottica di sostenibilità ambientale, sia attraverso azioni di rinaturalizzazione ed incremento della fruibilità degli ambiti costieri.
L’intervento trova forti elementi di connessione con il progetto Green Belt, in quanto entrambi concorrono alla rivitalizzazione economica della città operando sul recupero, sulla rigenerazione e sulla valorizzazione delle risorse naturali, nel segno della così detta transizione. In aggiunta il progetto Sea Hub, prevede una quota per interventi di bonifica in aree prospicienti al Mar Piccolo che saranno condotte sinergicamente tra il Comune di Taranto e il supporto della struttura di missione del commissario straordinario per le bonifiche Felice Uricchio.
Le attività di recupero ed upgrade infrastrutturale sono strettamente funzionali alla riorganizzazione ed al rilancio del sistema produttivo legato al mare, a partire dal settore della mitilicoltura. Tale progettualità si integra con azioni già in corso finanziate da differenti fonti. Particolarmente significativa è la realizzazione del punto di approdo, funzionale alla certificazione della filiera dei mitili ed al contrasto alle attività illecite.
Sono state individuate sei aree tra primo e secondo di Mar Piccolo e Mar Grande per 37 ettari di estensione. Si vuole anche incentivare l’uso di natanti a vela quadra con propulsore elettrico. A regime, almeno stando alle schede del progetto, nel 2029 si stimano 6.550 posti mantenuti, 700 creati tra diretti e indotto, 15 nuove imprese e 6 nuove attività economiche.
La parte del progetto Sea Hub che riguarda la mitilicoltura ha visto però cassata la parte che riguarda il sostegno alla filiera produttiva. In origine, il Sea Hub era stato candidato ad un finanziamento di 55 milioni per riorganizzare e rilanciare in chiave sostenibile il sistema produttivo del mare. Adesso invece il progetto ha in dote un finanziamento pari a 24 milioni di euro: anche in questo caso, come per i progetti Green Belt e Filiere Verdi è previsto che la fase negoziale venga avviata nel primo trimestre del 2026 con la chiusura del progetto prevista orientativamente nel secondo trimestre del 2029. Il finanziamento chiesto in 7 anni dal 2023 al 2029 era di 48 milioni, concentrati soprattutto tra il 2023 e 2027. Ma i ritardi accumulati nel tempo hanno prodotto una rivisitazione dello stesso nella tempistica e soprattutto nella parte economica finanziata.
Il progetto ricorda molto da vicino uno molto simile nato in Liguria nel 2021, che ha come obiettivo quello di sviluppare le attività legate al mare attraverso formazione e diffusione di conoscenze e competenze.
Ancora una volta però, come abbiamo evidenziato negli articoli sul Just Transition Fund pubblicati in questi giorni, la macchina amministrativa del comune è completamente ferma. Non certo da oggi. I ritardi accumulati tra gli ultimi mesi dell’amministrazione Melucci, i mesi di commissariamento e i primi tre dall’insediamento della giunta guidata dal neo sindaco Bitetti, iniziano a pesare non poco sull’intera procedura. E rischiano di compromettere, almeno in parte, progetti e finanziamenti.
Per fortuna sul fondo esiste un controllo a più livelli che dovrebbe, almeno in parte, scongiurare questo pericolo.
Nel decreto dello scorso 13 febbraio, con cui l’Autorità di Gestione del Piano Nazionale Just Transition Fund ha approvato il Piano Esecutivo del Piano Territoriale della Provincia di Taranto presentato dalla Regione Puglia, Organismo Intermedio del Programma è stato prescritto di mettere in atto ogni azione delle procedure/operazioni al fine del conseguimento dei dettagliato dei cronoprogrammi procedurali e delle previsioni di spesa per tutte le procedure/operazioni del Piano Esecutivo, da comunicare all’Autorità di Gestione al fine di consentire il monitoraggio raggiungimento dei target di spesa del Programma.
Inoltre, è ribadito come “il mancato rispetto delle milestones, delle raccomandazioni e dei suggerimenti operativi da parte potrà comportare l’adozione di interventi correttivi da parte dell’Autorità di Gestione. Questi interventi, in linea con le prerogative conferite dal Regolamento (UE) 1060/2021, potranno comprendere la riprogrammazione delle risorse assegnate, nonché ulteriori azioni volte a garantire il corretto avanzamento del Programma. La ripartizione delle risorse tra le diverse procedure/operazioni, del Piano Esecutivo, è da considerarsi indicativa e potrà essere oggetto di revisione riesame intermedio, o anche successivamente, sulla base eventuali emergenze socio-economiche del contesto di riferimento”.
Speriamo che a settembre, con la ripartenza di tutte le attività amministrative, si possa recuperare il tempo perduto.
(leggi tutti gli articoli sull’argomento https://www.corriereditaranto.it/?s=Just+Transition+Fund+&submit=Go)
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