Il nuovo Bilancio UE 2028-2034 all’interno del Quadro finanziario pluriennale dell’Unione europea, presentato dalla Commissione il 16 luglio, ha acceso un durissimo scontro politico e sociale con gli agricoltori dopo l’anuncio del taglio alla Pac.
La proposta per il periodo 2028-2034 prevede infatti un ridimensionamento della Politica agricola comune (Pac) con una riduzione del 20% dei pagamenti diretti agli agricoltori e l’unificazione delle risorse dedicate allo sviluppo rurale in un unico fondo. Una scelta che, nelle intenzioni di Bruxelles, dovrebbe semplificare le procedure e rafforzare la capacità dell’Unione di rispondere alle nuove sfide globali, ma che ha scatenato la protesta del mondo agricolo.
La presidente Ursula von der Leyen ha difeso la linea della Commissione, presentando il bilancio come uno strumento per garantire sicurezza, prosperità e stabilità in un contesto geopolitico incerto. Secondo la numero uno di Palazzo Berlaymont, il quadro finanziario a lungo termine servirà a sostenere cittadini, imprese e territori, rafforzando al tempo stesso il modello sociale europeo.
Dietro alle dichiarazioni istituzionali, però, monta la contestazione delle principali organizzazioni di categoria.
La rivolta degli agricoltori contro il taglio alla Pac nel Bilancio UE 2028-2034
Confagricoltura, per voce del presidente Massimiliano Giansanti, ha denunciato una manovra “devastante”, ricordando come i fondi previsti – circa 300 miliardi contro i 386 miliardi del settennio 2021-2027 – non siano sufficienti a fronteggiare le emergenze che il settore primario europeo sta vivendo. Una riduzione così marcata, sottolinea l’associazione, mette a rischio la competitività delle aziende e la disponibilità di alimenti sicuri e di qualità per i consumatori.
Sulla stessa linea Coldiretti, che ha definito i tagli alla Pac un “disastro annunciato”. Il presidente Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo hanno criticato duramente la gestione politica della Commissione, accusando von der Leyen di aver imposto una linea “draconiana” e di aver tradito le promesse fatte agli agricoltori durante la campagna elettorale. In segno di protesta, i giovani della confederazione hanno manifestato a Bruxelles e a Roma con striscioni e slogan polemici contro la presidente della Commissione.
Le parole del commissario all’Agricoltura Janusz Wojciechowski, secondo cui l’80% del budget sarebbe stato “salvaguardato”, sono state definite “imbarazzanti” dai vertici dell’organizzazione, che parlano apertamente di “resa politica” di fronte a un taglio che mina le fondamenta della politica agricola europea.
Si prevedono mobilitazioni anche sul territorio italiano
Il malcontento non si ferma a Bruxelles. Le associazioni agricole italiane chiedono un intervento urgente della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida per bloccare una riforma giudicata “mortale” per il settore agroalimentare. Secondo i rappresentanti del comparto, la riduzione delle risorse non solo comprometterà la sopravvivenza di molte imprese, ma rischia anche di allontanare ulteriormente i cittadini dall’idea di un’Europa solidale e vicina ai territori.
La mobilitazione, assicurano le organizzazioni di categoria, non si fermerà qui, si rischia quindi una nuova paralisi causata dalle proteste dei “trattori”. Nei prossimi due anni, che saranno decisivi per l’approvazione definitiva del bilancio, il mondo agricolo promette di mantenere alta la pressione sulle istituzioni europee per difendere quello che viene considerato un settore strategico non soltanto per l’Italia, ma per l’intera Unione.
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