Come recentemente riportato, due dei principali organismi di difesa dell’industria crypto si oppongono all’ultimo tentativo dei banchieri di Wall Street di revocare la nuova legge statunitense sulle stablecoin.
Tramite una lettera congiunta inviata martedì alla Commissione Bancaria del Senato, il Crypto Council for Innovation (CCI) e la Blockchain Association hanno esortato i legislatori a respingere le raccomandazioni dell’American Bankers Association (ABA) e dei gruppi bancari statali.
Come riferito, diversi gruppi bancari statunitensi, guidati dal Bank Policy Institute (BPI), hanno esortato il Congresso a inasprire il GENIUS Act chiudendo quella che definiscono una scappatoia che potrebbe consentire agli emittenti di stablecoin e alle loro affiliate di pagare i rendimenti in modo indiretto.
È quanto emerge da una lettera inviata martedì scorso, in cui i gruppi hanno avvertito che il mancato intervento potrebbe prosciugare fino a 6.600 miliardi di dollari dai depositi bancari tradizionali, minacciando il flusso di credito alle famiglie e alle imprese.
Scappatoia del rendimento da stablecoin
Inoltre, sebbene il GENIUS Act vieti agli emittenti di stablecoin di offrire rendimenti, non impedisce esplicitamente agli exchange o agli affiliati di farlo per loro conto. In questo modo, secondo i banchieri, si rischia di garantire alle stablecoin un vantaggio competitivo, attirando gli utenti con rendimenti simili a quelli dei conti di risparmio, senza sottoporli alle stesse regole bancarie.
I gruppi crypto accusano la lobby bancaria di tentare di rimettere in discussione questioni già risolte in mesi di negoziati, avvertendo che le revisioni proposte favorirebbero le banche tradizionali, soffocando l’innovazione e le scelte dei consumatori.
“Le stablecoin di pagamento non sono depositi bancari, fondi del mercato monetario o prodotti di investimento, e quindi non sono regolamentate allo stesso modo”, sottolineano i crypto gruppi di difesa. “A differenza dei depositi bancari, le stablecoin di pagamento non sono utilizzate per finanziare prestiti”, aggiungono.
La lettera evidenzia la Sezione 16(d) della legge, che consente alle filiali di istituzioni autorizzate dallo Stato di condurre attività in stablecoin oltre i confini statali senza richiedere licenze aggiuntive.
I gruppi bancari sostengono che la clausola debba essere abrogata, nondimeno la CCI e la Blockchain Association replicano che la sua abolizione ricreerebbe “lo stesso regime normativo frammentato e balcanizzato che soffoca il traffico interstatale”.
Inoltre, si oppongono all’affermazione secondo cui le stablecoin fruttifere potrebbero prosciugare i depositi delle banche comunitarie. Citando un’analisi di Charles River Associates di luglio 2025, non hanno riscontrato alcun legame significativo tra la crescita delle stablecoin e i deflussi bancari.
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Rendimento da stablecoin supera quota $800 milioni in pagamenti
Le stablecoin con rendimento hanno distribuito finora oltre 800 milioni di dollari in totale ai detentori, stando a un recente post di StableWatch. Negli ultimi 30 giorni, Ethena Staked USDe (sUSDe) risulta in testa alla classifica dei pagamenti con 30,71 milioni di dollari, seguito da BUIDL di Securitize con 8,39 milioni di dollari e dallo staked USDe (sUSDe) di Sky Ecosystem con 6,78 milioni di dollari.
La capitalizzazione di mercato totale delle stablecoin è attualmente pari a 288 miliardi di dollari, ossia una frazione della massa monetaria in dollari statunitensi, che la Federal Reserve riporta pari a 22.000 miliardi di dollari alla fine di giugno.
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