Jessica Marcozzi, si ripresenta in Regione con Forza Italia sostenendo Acquaroli e portando in dote la Zes.
«La Zona economica speciale è dal 2021 uno dei miei cavalli di battaglia e un obiettivo strategico per le Marche. Un risultato che porta la firma di FI, reso possibile dal lavoro di squadra con i nostri parlamentari, in particolare l’onorevole Francesco Battistoni, e le associazioni di categoria».
Cosa comporta?
«La Zes garantirà incentivi fiscali (dal 15 al 35% a seconda della dimensione d’impresa), semplificazioni burocratiche e nuove prospettive di sviluppo per porti, distretti manifatturieri e aree interne. È una vittoria storica per la nostra regione e un esempio concreto di politica che trasforma gli impegni in fatti. Per comprendere i benefici basta guardare all’Abruzzo dove la Zes ha già prodotto investimenti infrastrutturali di rilievo – come i circa 50 milioni al porto di Ortona – e nuovi insediamenti nei poli industriali di Chieti e Pescara. Le Marche potranno ora competere ad armi pari. Il porto di Ancona potrà diventare un hub logistico internazionale, i distretti manifatturieri del calzaturiero e del mobile tra Civitanova, Fermo e Pesaro avranno l’opportunità di innovare e digitalizzarsi, e l’entroterra colpito dallo spopolamento potrà attrarre nuove imprese e lavoro stabile. Sulla base dell’esperienza delle altre Regioni che beneficiano della Zez, stimiamo almeno 5.000 nuovi posti nel quinquennio».
Per il centrosinistra la Zes è uno specchietto per le allodole.
«I fatti dicono altro: con la Zes arrivano investimenti infrastrutturali, agevolazioni fiscali e occupazione. Non promesse, ma risultati misurabili».
Quindi chi ha ragione?
«Hanno ragione i territori, le imprese e i marchigiani, che finalmente avranno accesso agli stessi strumenti di competitività già disponibili altrove. È questo che conta»
Però alcuni Comuni del Fermano rumoreggiano per l’esclusione.
«Il disegno di legge deve approdare in Parlamento, e quella sarà la sede in cui ci batteremo con forza per correggere questa stortura. Lavoreremo perché quei Comuni siano ricompresi, perché per noi il principio è semplice: nessun territorio resti fuori, soprattutto il Fermano che rappresenta uno dei cuori produttivi delle Marche. Sarò portavoce delle istanze del Fermano, questo è il mio impegno».
Perchè rivotarla?
«Perché i fatti parlano da soli. La Zes dimostra che la mia presenza non è mai stata formale. Ma posso portare altri esempi come il ponte di Casette d’Ete e la bretella Cascinare–Civitanova. Tre conquiste che oggi rappresentano opportunità di sviluppo».
In caso di vittoria che priorità?
«Completeremo la riforma avviata sulla sanità. Avanti nella ricostruzione post-sisma finchè ogni comunità colpita non avrà ritrovato case, scuole e servizi. Sviluppo economico accompagnato da transizione digitale ed energetica. Vanno completati i grandi cantieri, dalla Pedemontana alla Salaria, e rafforzato il collegamento porto-aeroporto-interporto. Infine, e qui entra in gioco il mio background di commercialista, una semplificazione radicale della burocrazia con uno Sportello Unico Imprese che riduca i tempi del 50%».
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