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Accordi, la firma resta lontana: la siderurgia vista dal porto di Piombino


PIOMBINO. Resta più di un’incertezza sul piano di rilancio della siderurgia a Piombino. Insomma, nodi da sciogliere. Passaggi che sono fondamentali per chiudere gli accordi di programma con Metinvest e Jsw Steel Italy, per passare a dare concretezza agli investimenti. Le misure le prendono i segretari provinciali di Fim, Fiom e Uilm nell’incontro all’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Settentrionale con l’attuale commissario straordinario ed ex presidente dell’Authority Luciano Guerrieri.

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«È emerso che, ad oggi, l’accordo di programma relativo a JSW risulta sostanzialmente fermo, in assenza anche di una bozza di testo condivisa». È quanto registrano i sindacalisti al tavolo dell’Autorità di sistema. Già nelle scorse settimane e a più riprese hanno suonato l’allarme sui ritardi e sollecitato il gruppo indiano a un cambio di passo. Tra l’altro è stato sottoscritto il 18 aprile il contratto di sviluppo con cui vengono concessi all’azienda circa 33 milioni di euro: più di 32 milioni dal Governo, 500mila euro dalla Regione. A firmarlo il ministero delle Imprese e del Made in Italy, Regione Toscana, Invitalia e Jsw Italy a fronte di un investimento da 143 milioni di euro sul revamping del laminatoio rotaie, che promette di raddoppiare la capacità produttiva e innovare la qualità delle rotaie per lunghezza e con il processo di tempra.

Diversa è la situazione per Metinvest. «Il lavoro appare in uno stato più avanzato – dicono i segretari provinciali al termine del vertice –, pur restando nodi irrisolti. In particolare, non è ancora chiara la disponibilità del ministero delle Infrastrutture a finanziare il completamento delle banchine del porto, un intervento essenziale che richiede un investimento stimato di 157 milioni di euro. Altre criticità riguardano le servitù e l’accesso agli spazi portuali da parte degli stabilimenti, questione ancora in attesa di una definizione operativa». In ballo c’è una moderna acciaieria elettrica che, una volta a regime, produrrà 2,7 milioni di tonnellate di acciaio, nello specifico prodotti piani (coils) di varie tipologie e spessore. Si tratta di un investimento da 2,5 miliardi di euro che fa capo a Metinvest Adria, la società composta dal gruppo ucraino Metinvest e dal gruppo friulano Danieli.

«Forte preoccupazione è stata espressa per la situazione di Liberty Magona, anche alla luce dei possibili collegamenti con Smepp, società partecipata dalla Compagnia Portuali, le cui attrezzature sono oggi noleggiate anche da altri operatori portuali – affermano – . Una condizione che solleva interrogativi sul futuro delle infrastrutture e della loro gestione».

Le differenze sul fronte sindacale si colgono su Luciano Guerrieri e la sua candidatura per un secondo mandato da presidente dell’Autorità di sistema portuale. Le segreterie provinciali Fiom e Uilm sottolineano di «aver sempre apprezzato lo spirito di collaborazione che in questi anni si è creato con il presidente Guerrieri» e auspicano «una continuità per non rallentare i processi di investimento in corso». Mentre dal fronte Fim, apprezando Guerrieri, ci si ferma a un’indicazione di metodo: «Ci aspettiamo che ogni scelta futura resti nel solco della continuità».

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