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Tether Investments compra altre azioni della Juventus e arriva così al 10,12% del capitale sociale, pari al 6,18% dei diritti di voto.

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Come ha reso noto tramite un comunicato l’azienda che opera nel campo delle criptovalute, “questa mossa strategica segue l’acquisizione iniziale da parte di Tether dell’8,2% del capitale (pari a poco più del 5% dei diritti di voto) del club”, consentendo al gruppo “di aumentare ulteriormente il suo investimento” nella Juventus.

Tether e Juve, quale obiettivo

Come nel precedente acquisto, anche in questo caso la transazione è avvenuta tramite il mercato azionario.

Oggi la società che emette la stablecoin Usdt, guidata dagli italiani Paolo Ardoino e Giancarlo Devasini, si afferma come secondo maggiore azionista del club, subito dopo Exor (la holding controllata dalla famiglia Agnelli).

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In un contesto in cui la Juventus cerca di uscire da una fase turbolenta sul piano sportivo e gestionale, la mossa di Tether potrebbe segnare un punto di svolta. Non solo per l’immissione di capitale (presente e futura), ma soprattutto per il progetto che porta con sé: trasformare la Juventus in un laboratorio di sinergie tra sport e tech. Non è un caso che Ardoino parli apertamente di innovazione digitale, esperienze per i tifosi, resilienza finanziaria, intelligenza artificiale. La Juve come piattaforma tecnologica globale, non solo come squadra di calcio.

La Borsa reagisce positivamente

La Borsa ha già reagito positivamente: il titolo Juventus è salito oltre il 2%, per poi cedere leggermente (ora è a quota 3,104), segno che il mercato crede nel potenziale di questa partnership. Ma c’è di più: Tether ha anche aperto alla possibilità di partecipare alla governance del club, ipotizzando la formazione di un consiglio di amministrazione “integrato e unificato”. Un modo elegante per dire: “Vogliamo contare di più”.

Cosa cambia per i bianconeri

Per i bianconeri, questo potrebbe significare un cambio di paradigma. Meno dipendenza dalle logiche tradizionali del calcio italiano e maggiore apertura a modelli globali, dove la monetizzazione passa anche dai dati, dalle piattaforme digitali e da un approccio tech-driven.

Ogni medaglia, però ha il suo rovescio: il rischio che si prospetta per la Vecchia Signora è che il legame con la tradizione venga un po’ annacquato. La sfida è aperta: coniugare tradizione e futuro senza tradire l’identità.

Andando sul concreto, l’ingresso di Tether come azionista di peso potrebbe avere delle importanti ricadute, fra le quali:

  • maggior supporto finanziario dal momento che Tether potrebbe portare nuove risorse economiche, soprattutto in caso di future ricapitalizzazioni;
  • maggiore stabilità societaria grazie alla disponibilità di Tether a evitare la diluizione delle proprie quote, fatto che indica un’attenzione alla stabilità dell’azionariato. Si tratta di una cosa particolarmente utile in un momento di ricostruzione;
  • maggiore innovazione e tecnologia, con la Juventus che potrebbe diventare una piattaforma di sperimentazione per soluzioni digitali, coinvolgimento dei fan e monetizzazione su scala globale;
  • rafforzamento della governance, con l’ipotesi di un consiglio di amministrazione integrato si segnala una possibile influenza più diretta nella gestione del club da parte di Tether;
  • più valorizzazione per il brand, con Tether che punta su Juventus come veicolo per espandersi anche nel mondo dello sport. Si tratta di un’opportunità per il club di allargare i propri orizzonti commerciali e mediatici.





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