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Nel cuore di MIDA89 attraverso il racconto dei suoi protagonisti: gli artigiani

Nell’ 89esima edizione di MIDA, evento fieristico tra i più longevi e iconici d’Italia, vetrina privilegiata dell’artigianato artistico, tradizionale e contemporaneo si posiziona anche la CNA Firenze con le sue 109 imprese che presentano prodotti della tradizione ma anche le loro storie ricche di passione e innovazione.

E proprio nel cuore pulsante di CNA nel padiglione Ghiaie abbiamo incontrato Silvia Provvedi presidente della Cooperativa Artieri alabastro di Volterra e Irena Palavrsic, orafa di JSP Gioelli che ci hanno raccontato la storia dei loro due realtà e come si è evoluto il mestiere dell’artigiano nel corso del tempo

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La Cooperativa di Silvia è una società storica e veterana della fiera perché presente dal 1933. Quest’anno inoltre in occasione dei loro 130 anni di attività, ente fiera ha voluto omaggiarli con due spazi da 20 mq ciascuno che raccontano la storia passata e il loro presente. “Un’ area è rappresenta il nostro bagaglio di esperienze fatto da pezzi degli anni 20-30 di design, art déco che porta la firma di nomi importanti – spiega Provvedi – l’altra raffigura ciò che siamo oggi, nuove collezioni di design realizzate in collaborazione con ragazzi giovanissimi alcuni anche di Firenze.“

Artieri Alabastro di Volterra è una cooperativa con al suo interno 30 associati e ognuno di questi artigiani è specializzato in una particolare lavorazione tradizionale . “ Questo ci permette di soddisfare anche le richieste più particolari nei nostri clienti perché riusciamo a trovare la manovalanza giusta per poter ottenere anche la più specifica soluzione tecnica. Possiamo realizzare di tutto, dal complemento d’arredo, alla lampada, qualsiasi cosa” afferma la presidente.

Nel padiglione Ghiaie sono stati allestiti i prodotti più “commerciali“ ma tutti rigorosamente fatti a mano da più artigiani e con materiale simbolo chiave della cooperativa ovvero l’alabastro di Volterra.

Le creazioni di Irena invece, nascono 15 anni fa all’interno di una piccola bottega fiorentina. Gioielli fatti a mano realizzati con oro, argento e pietre preziose, utilizzando dei processi di lavorazione particolari come quella della fusione in seppia e in sabbia. “ I miei prodotti sono molto materici, organici e possono essere personalizzati anche con le stampe – spiega l’orafa – Per chi si approccia alla mia arte, il pezzo che realizzo diventa solo suo, lavoro molto sui pezzi unici, in quanto voglio che la persona si affezioni al gioiello, diventi una parte di se.“

Irena ci spiega che dietro ad ogni suo pezzo c’è un racconto, il processo della sua realizzazione: “ Mi piace raccontare ai miei clienti l’arte del prodotto, le tecniche utilizzate, la differenza tra un oggetto fatto a macchina e uno fatto a mano, dell’imperfezione dell’oggetto fatto a mano che non vuol dire non di qualità anzi ma che spesso è invece l’oggetto troppo perfetto ad essere di bassa qualità.”

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La figura dell’artigiano oggi rispetto al passato

“La nostra è una realtà storica che vuole tenere viva la tradizione volterrana della lavorazione dell’alabastro. Il nostro mercato ci impone di rimanere autentici, di non portare a tecnologie avanzate il nostro mestiere, altrimenti non si parlerebbe più di artigianato“ spiega Silvia presidente della Cooperativa Artieri Alabastro di Volterra

Quindi l’importanza del Made in Italy, dei pezzi unici, autentici, fatti a mano sono il segreto che porta avanti questa realtà storica legata alla tradizione.

“ L’artigiano di oggi si è evoluto nella comunicazione, ha imparato a saper raccontare che cos’è il suo lavoro. Occasioni come MIDA infatti sono un’ottima opportunità anche per gli workshop presenti che ogni anno riscuotono sempre molto successo perché il pubblico può vedere con i propri occhi ciò che viene fatto realmente a mano e non imbrogliato“ conclude Provvedi.

Per Irena, orafa della bottega JSP Gioelli invece, la figura dell’artigiano sta vivendo qualche momento di difficoltà ma è fiduciosa del fatto che sempre più persone riconoscono la qualità di un prodotto fatto a mano piuttosto di uno fatto in serie: “ Noto come sempre più persone, anche fra i miei clienti notano la durata nettamente superiore di un prodotto artigianale anche dopo 10 anni perché è lavorato a mano rispetto ai prodotti industriali. C’è una rinascita e un riconoscimento da parte del pubblico sempre crescente“.

Innovazione e artigianato due filoni che vanno di pari passo?


“L’innovazione deve essere formale. Dobbiamo sempre stare al passato con le mode, con il pensiero e la creazione. Non ci possiamo accontentare di tirar fuori dei progetti vecchi e continuare sulla base di quelli ma essere in costante evoluzione. La progettazione, il pensiero, l’idea deve essere sempre in movimento. Noi comunque rimaniamo legati alla tradizione e alle tecniche tradizionali del fatto a mano in quanto garantiscono un prodotto di qualità e di completa personalizzazione“ afferma Provvedi.

Per Irena innovazione e artigianato sono due aspetti che devono crescere insieme: “Innovazione non vuol dire abbandonare l’artigianato tradizionale, io lavoro con le tecniche tradizionali ma l’innovazione, la digitalizzazione, sono tutte tecniche che consulto quotidianamente. La tradizione è importante ma l’innovazione è utile sopratutto se vogliamo avvicinare un pubblico giovane al mondo dell’artigianato, può essere impiegata e sposata con quello che noi facciamo normalmente.“

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