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«Bisogna credere nel futuro della Calabria, stiamo risollevando l’occupazione»


COSENZA L’ultima fotografia scattata da Eurostat ci restituisce un Paese spaccato in due dal punto di vista occupazionale, che necessita di un piano straordinario nel Mezzogiorno. Politiche che non si limitino a colmare le lacune, ma che sappiano valorizzare le potenzialità di un territorio, il Sud, ricco di capitale umano e risorse, ma lasciato indietro.
L’assessore regionale al lavoro, Giovanni Calabrese, ha varato un piano con stanziamenti di circa 200 milioni di euro per contrastare la disoccupazione. In una intervista, al Corriere della Calabria, rivendica l’impegno profuso nella soluzione della “vertenza Abramo” e metto un punto alla questione Tis. «E’ il momento di credere nel futuro della Calabria: con impegno e misure di sostegno, stiamo risollevando l’occupazione. Insieme, possiamo farcela!».

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Le politiche attive del lavoro, i fondi europei, gli incentivi alle imprese e la formazione professionale sembrano non riuscire, ancora, ad arginare le fughe dei giovani calabresi, un fenomeno che rischia di diventare sempre più cronico

«L’esodo giovanile resta una sfida aperta, sintomo di una difficoltà strutturale nel trattenere e valorizzare il capitale umano. Le difficoltà nel trattenere i giovani sono spesso legate a problemi più ampi: precarietà dei contratti, assenza di prospettive di crescita professionale, bassa retribuzione, diffusa sfiducia nelle opportunità offerte dal territorio. La Calabria dispone oggi di una struttura di intervento articolata e ben finanziata, e stiamo lavorando per un salto di qualità nell’efficacia delle politiche, affinché i giovani non vedano più la partenza come unica via per costruire il proprio futuro. Negli ultimi anni con il presidente Roberto Occhiuto abbiamo rivoluzionato concretamente le politiche del lavoro. Un cambiamento dettato non solo grazie alle misure di sostegno messe in campo dal Governo nazionale, ma anche grazie ad un cambiamento culturale ed un approccio con le aziende (somministrazione dei questionari sul fabbisogno rivolto alle aziende è sinonimo di ascolto), con i Cpi, i sindacati e le associazioni di categoria (Accordi, protocolli d’intesa). Una rete sinergica che ci ha permesso di analizzare, studiare e proporre un metodo nuovo ed efficace sulle politiche attive del lavoro. Tra tutti il cambio di passo con la nuova legge del 2023. Una nuova norma per il mercato del lavoro, le politiche attive e l’apprendimento permanente che ha rappresentato una nuova ed importante prospettiva per le politiche attive del lavoro in Calabria che dopo 20 anni ha visto una legge riformare il mercato del lavoro. E poi l’istituzione del Tavolo regionale per i servizi e le politiche del lavoro”, strumento di intervento per promuovere e migliorare l’occupazione con un confronto permanente tra le parti sociali. I dati ci dicono che negli ultimi anni abbiamo assistito a una leggera diminuzione del tasso di emigrazione giovanile, segno che le nostre politiche stanno iniziando a dare i primi frutti. Tuttavia, siamo consapevoli che la strada è ancora lunga e che dobbiamo intensificare i nostri sforzi. Per questo motivo, abbiamo voluto Padel: una nuova strategia regionale per l’occupazione che prevede una serie di interventi mirati a sostenere l’imprenditorialità, l’innovazione e la creazione di start-up e la creazione di lavoro reale e concreto. Le politiche attive del lavoro, i fondi europei, gli incentivi alle imprese e la formazione professionale rappresentano strumenti centrali messi in campo dalla Regione Calabria per contrastare il fenomeno dell’emigrazione.
Tra le misure più rilevanti rientra l’Avviso Dunamis Calabria, un’iniziativa lanciata nell’ambito del POR Calabria FESR FSE+ 2021–2027, con una dotazione complessiva di 35 milioni di euro che ad oggi vede già una richiesta di contributo per circa 600 posti di lavoro. A questa misura si affiancano numerosi altri interventi previsti nel Piano di Azione per l’Occupazione 2023–2027, come ad esempio ​l’avviso “Transformer Calabria”, aperto da pochissimo lo sportello, dal 10 aprile, sono già pervenute 565 domande che garantiranno circa 2100 posti di lavoro a tempo indeterminato. La misura offre incentivi alle imprese per trasformare contratti di lavoro a tempo determinato o precari in contratti a tempo indeterminato, sostenendo anche la formazione dei lavoratori stabilizzati. L’avviso “KAIRE Calabria”offre incentivi alle imprese del settore turistico per l’assunzione di lavoratori disoccupati mediante contratti a tempo determinato o indeterminato al fine di promuovere l’occupazione stabile nel comparto turistico regionale. Un avviso che per la prima volta in Calabria si rivolge al lavoro stagionale, rafforzando il concetto del lavoro regolare e dell’importanza del turismo come strumento di occupazione. Altro bando importante e che sta portando ottimi risultati è Fusese, aperto solo dal 16 aprile sono già pervenute 84 domande. Con questo intervento che prevede incentivi per sostenere e promuovere la nascita di attività imprenditoriali, l’obiettivo è quello di creare 500 nuovi imprenditori calabresi. Il futuro di questa Regione, il futuro dei cittadini calabresi dipende anche dalle scelte che stiamo facendo e che andremo a fare oggi. Con le risorse disponibili sul lavoro, priorità anche del governo nazionale, non possiamo e non dobbiamo sbagliare. Il nostro compito è quello di costruire con le aziende lavoro vero, sicuro e lavoro stabile. Grande soddisfazione per tutto il Governo regionale è la chiusura della vertenza Abramo Customer Care. Grazie all’impegno degli Assessorati e dei Dipartimenti al lavoro e alla digitalizzazione, insieme al Presidente Roberto Occhiuto e al vicepresidente Filippo Pietropaolo, abbiamo evitato che 1000 persone perdessero il posto di lavoro.

Passiamo ai Tis, la stabilizzazione per l’assunzione a tempo indeterminato non convince molti sindaci calabresi. La soluzione ipotizzata rischia di trasformarsi in un percorso di «instabilizzazione»?

«I Tis rappresentano il più difficile bacino di precariato calabrese sostenuto da finanziamenti regionali. Fino ad oggi sono stati spesi oltre 250 milioni di euro senza raggiungere nessun risultato concreto. Grazie alle norme e alla volontà del Governo regionale, sostenuta da un’azione condivisa anche con i nostri parlamentari, oggi gli Enti locali hanno la possibilità di assumere i tirocinanti con risorse regionali. Al momento abbiamo individuato risorse che prevedono un contributo finanziario che coprirà il 50% del corso di un triennio (25.000 euro). Stiamo lavorando, dunque, con il Presidente Occhiuto in contatto costante con il Ministro Calderone e la Commissione Europea al fine di reperire ulteriori risorse. Voglio ringraziare le forze sindacali che stanno affrontando insieme alla politica regionale questa difficile battaglia con onestà intellettuale e senza demagogia. Auspichiamo che sulla piattaforma rivolta a tutti gli Enti Pubblici e Privati, nonché a tutte le Amministrazioni pubbliche calabresi, che intendono procedere alla stabilizzazione dei soggetti coinvolti nei percorsi di Tirocinio di Inclusione Sociale, si risponda positivamente a dimostrazione dell’importanza delle risorse umane a disposizione nei propri Comuni. Questo è un investimento significativo, che testimonia la volontà della Regione di chiudere un consistente bacino, frutto di scelte politiche sbagliate e che oggi potrà concludersi a lieto fine con la determinazione e la collaborazione di tutti».

Altro tema, lo squilibrio legato all’occupazione femminile in Calabria, la parità resta una chimera?

«La questione dello squilibrio nell’occupazione femminile in Calabria è una priorità assoluta per la nostra amministrazione. Affermare che la parità di genere resti una chimera sarebbe riduttivo e non renderebbe giustizia agli sforzi concreti che stiamo mettendo in campo, pur riconoscendo che la strada da percorrere è ancora lunga e complessa. I dati sull’occupazione femminile in Calabria, con un tasso inferiore al 35% per le donne in età lavorativa, sono inequivocabili e ci spingono ad agire con determinazione. Non possiamo accettare che le donne calabresi siano penalizzate nel mercato del lavoro a causa di stereotipi di genere o di difficoltà nella conciliazione tra vita professionale e familiare. Stiamo investendo in programmi di formazione professionale mirati a sviluppare le competenze delle donne in settori strategici e in crescita, come il digitale, il turismo sostenibile e l’economia verde. Vogliamo offrire alle donne calabresi le opportunità per acquisire le competenze necessarie per competere nel mercato del lavoro globale. Parallelamente, stiamo lavorando per creare un ambiente di lavoro più inclusivo e rispettoso delle diversità di genere. Abbiamo promosso l’adesione delle imprese calabresi alla certificazione della parità di genere secondo la prassi UNI/PdR 125:2022. Questo strumento non è solo un simbolo, ma un impegno concreto a implementare politiche aziendali che promuovano la parità salariale, la conciliazione vita-lavoro e la prevenzione delle molestie. Inoltre, stiamo sostenendo l’imprenditoria femminile attraverso incentivi specifici e servizi di accompagnamento alla creazione di impresa. Vogliamo che le donne calabresi si sentano supportate e incoraggiate a realizzare i propri progetti professionali. Il bando per la certificazione della parità di genere per le PMI calabresi, con una dotazione finanziaria di 3 milioni di euro (Certificazione della parità di genere: Pervenute circa 300 domande) è un esempio concreto del nostro impegno. Questo intervento mira a diffondere la consapevolezza dell’importanza della parità di genere nel tessuto imprenditoriale calabrese e a favorire un maggior tasso di occupazione femminile. Inoltre, con il bando Certificazione della Parità di Genere sono state realizzate attività di formazione e sensibilizzazione per guidare le imprese, i Consulenti del Lavoro e i Commercialisti».

Nomadi digitali scelgono di lavorare in luoghi lontani dallo stress delle metropoli. Una circostanza favorevole per una terra come la Calabria, dove lo smart working può rappresentare un’opportunità

«Assolutamente, il fenomeno dei nomadi digitali rappresenta un’opportunità straordinaria per la Calabria, in linea con la nostra visione strategica di sviluppo territoriale e di contrasto allo spopolamento. La Calabria, con il suo patrimonio naturalistico, culturale e gastronomico, ha tutte le carte in regola per attrarre questa nuova tipologia di lavoratori. Il nostro obiettivo è creare un circuito favorevole ai nomadi digitali, offrendo infrastrutture digitali efficienti, spazi di coworking moderni e servizi di supporto personalizzati. Questa strategia non è solo un’opportunità per attrarre nuovi talenti e investimenti, ma anche per valorizzare le risorse locali e creare nuove opportunità di lavoro per i giovani calabresi.
I nomadi digitali possono portare nuove competenze, nuove idee e nuove energie, contribuendo a stimolare l’innovazione e la crescita economica della regione. Il progetto dei borghi ospitali, ad esempio, è un’iniziativa che si sposa perfettamente con questa visione. Offrire ai nomadi digitali la possibilità di vivere e lavorare in un borgo calabrese per un periodo di tempo limitato può contribuire a rivitalizzare queste comunità e a promuovere il turismo sostenibile. Stiamo scommettendo molto su Dunamis Calabria. Il bando intende incentivare l’occupazione attraverso contributi a fondo perduto destinati alle imprese che assumono a tempo indeterminato, anche nella categoria del flexible & remote working».

Il suo assessorato ha potenziato il sistema dei Centri per l’Impiego. Come possono incidere concretamente sull’occupazione calabrese?

«Il potenziamento del sistema dei Centri per l’Impiego rappresenta una pietra angolare della nostra strategia per rilanciare l’occupazione in Calabria. Siamo consapevoli che i CPI sono un punto di contatto fondamentale tra chi cerca lavoro e le imprese che offrono opportunità, e per troppo tempo sono stati sottoutilizzati e depotenziati. Il nostro intervento si articola su diversi fronti. Innanzitutto, abbiamo investito risorse significative per aumentare il numero di operatori qualificati nei CPI, garantendo una presenza più capillare sul territorio e una maggiore capacità di rispondere alle esigenze dei cittadini e delle imprese, con l’innesto di ben 500 dipendenti. Abbiamo anche investito nella formazione continua del personale dei CPI, per aggiornare le loro competenze e dotarli degli strumenti necessari per affrontare le sfide del mercato del lavoro odierno. Parallelamente, abbiamo potenziato le dotazioni tecnologiche dei CPI, dotandoli di software e piattaforme digitali all’avanguardia e nuove sedi. Ma il potenziamento dei CPI non si limita a un aumento di risorse e competenze.
Abbiamo anche rivisto l’organizzazione e la governance del sistema, per renderlo più efficiente, trasparente e orientato ai risultati. Ecco perché i Cpi stanno lavorando in sinergia con gli altri attori del sistema regionale del lavoro, come le agenzie formative, le associazioni di categoria e le imprese, garantendo un servizio di orientamento personalizzato e a un matching efficace tra domanda e offerta. Sono un punto di riferimento per le imprese che vogliono investire e creare posti di lavoro in Calabria e svolgono anche un ruolo importante nella promozione dell’autoimprenditorialità e nella creazione di start-up, offrendo servizi di consulenza e accompagnamento alla creazione di impresa e facilitando l’accesso ai finanziamenti e agli incentivi».
I dati ci confortano: nei primi mesi del 2024, grazie al potenziamento dei CPI, abbiamo registrato un aumento significativo del numero di persone che hanno trovato lavoro attraverso i nostri servizi. Siamo convinti che, continuando su questa strada, possiamo contribuire a ridurre il tasso di disoccupazione in Calabria e a creare un futuro di opportunità per i nostri giovani».

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Gli investimenti sui programmi di formazione rappresentano un percorso quasi obbligato. Le nuove competenze sono fondamentali per aprire a nuovi sbocchi occupazionali. Qual è la proposta del suo assessorato?

«Assolutamente, condivido pienamente l’affermazione che gli investimenti sui programmi di formazione rappresentino un percorso quasi obbligato, soprattutto in un contesto economico e sociale in rapida evoluzione come quello attuale. Le nuove competenze sono il passaporto per il futuro del lavoro, e la nostra Regione deve essere in grado di offrire ai suoi cittadini le opportunità per acquisirle e svilupparle. Stiamo investendo in programmi di formazione mirati a sviluppare le competenze digitali dei cittadini calabresi, dai giovani ai meno giovani. In particolare con il programma GOL, e, nelle scuole con il programma MIRAI. Vogliamo che tutti siano in grado di utilizzare gli strumenti digitali per lavorare, studiare, comunicare e accedere ai servizi online. Parallelamente, stiamo potenziando i corsi di formazione professionale nei settori strategici per l’economia calabrese, come il turismo sostenibile, l’agroalimentare di qualità, le energie rinnovabili e l’economia circolare. Vogliamo formare figure professionali altamente specializzate, in grado di contribuire alla crescita e all’innovazione di questi settori.
Inoltre, stiamo promuovendo la formazione continua dei lavoratori, attraverso voucher e incentivi per le imprese che investono nella riqualificazione e nell’aggiornamento delle competenze dei propri dipendenti. Siamo convinti che l’apprendimento permanente sia fondamentale per rimanere competitivi nel mercato del lavoro e per affrontare le sfide della transizione digitale. Un’attenzione particolare è rivolta ai Neet (giovani che non studiano e non lavorano), attraverso programmi di orientamento, formazione e accompagnamento al lavoro personalizzati. Vogliamo offrire a questi giovani una seconda opportunità per inserirsi nel mondo del lavoro e costruire il proprio futuro. La nostra proposta si basa su una stretta collaborazione con le imprese, le associazioni di categoria, le università e gli istituti di ricerca. Vogliamo che il sistema di formazione professionale sia strettamente connesso al mondo del lavoro e in grado di anticipare le sue esigenze.
A tal fine, stiamo investendo nei ITS (Istituti Tecnici Superiori), scuole ad alta specializzazione tecnologica che formano tecnici superiori in settori strategici per l’economia regionale. Vogliamo che gli ITS diventino un punto di riferimento per le imprese che cercano personale qualificato e per i giovani che vogliono acquisire competenze professionali di alto livello. I dati ci dicono che i nostri programmi di formazione stanno avendo un impatto positivo sull’occupazione. Negli ultimi anni, abbiamo registrato un aumento del numero di persone che hanno trovato lavoro dopo aver partecipato ai nostri corsi di formazione.
Siamo convinti che, continuando a investire sulla formazione, possiamo contribuire a creare un futuro di opportunità per i giovani calabresi e a rilanciare l’economia della regione creando una Calabria attrattiva per i giovani, dove possano trovare lavoro, realizzare i propri sogni. Non sarà un compito facile, ma sono convinto che con impegno, determinazione e una visione strategica possiamo raggiungere questo obiettivo». (f.benincasa@corrierecal.it)

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