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Imprese, l’Istat certifica che c’è «una relazione positiva tra sostenibilità e produttività»


Migliorare la sostenibilità ambientale della propria attività conviene alle aziende. E non solo per una questione di sicurezza o di risparmi sul fronte calamità naturali, considerando a quanto ammontano a livello mondiale i danni economici provocati dagli eventi meteo estremi resi più frequenti e devastanti dalla crisi climatica, e quanto tali costi, anche in termini di perdita di vite umane, incidano anche da noi in Italia. A certificare che conviene anche dal mero punto di vista dei guadagni aziendali occuparsi dei livelli di inquinamento e di emissioni, di gestione efficiente di energia e trasporti, arriva un’analisi dell’Istat dedicata al settore manifatturiero.

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Dall’indagine emerge che sono 39mila le imprese manifatturiere con almeno 10 addetti che dichiarano di avere realizzato nel 2021-2022 almeno un’azione volta a migliorare la sostenibilità ambientale della propria attività, pari al 59,0% del totale. Queste imprese impiegano circa 2 milioni di addetti (75,4%) e producono 217 miliardi di valore aggiunto (81,6%) pari al 70,9% del totale della manifattura. L’Istituto ricorda che la transizione energetica, la riduzione delle emissioni inquinanti e l’utilizzo di tecnologie pulite rientrano tra gli obiettivi strategici delle politiche economiche e industriali definite a livello nazionale ed europeo. E che in particolare, la possibilità di conciliare l’adozione di misure di sostenibilità ambientale con adeguati livelli di performance economica delle imprese rappresenta uno degli elementi centrali dell’attuale dibattito in corso non solo a livello italiano, ma mondiale.

Utilizzando le informazioni derivanti dal Censimento permanente delle imprese, edizioni 2018 e 2022, unitamente ai dati economici forniti dal Registro statistico esteso delle principali variabili economiche delle imprese dell’Industria e dei Servizi, l’Istat ha realizzato questa “Statistica Focus” sul manifatturiero che è molto interessante non solo perché offre un quadro dettagliato di quel che stanno facendo le aziende italiane, ma anche perché da questa analisi arriva un’ulteriore conferma, nel caso ce ne fosse bisogno, che occuparsi dell’impatto ambientale conviene alle aziende.

L’indagine riporta che il monitoraggio dell’inquinamento ambientale è l’azione più diffusa, considerando che viene realizzato dal 36,8% delle imprese manifatturiere con almeno 10 addetti. La percentuale scende al 9,9% se si considera il monitoraggio di CO2. Importante, si legge nel report, è anche la quota di imprese che utilizzano materiali riciclati (20,7% delle imprese manifatturiere con almeno 10 addetti).

Nel documento viene anche evidenziato che sono 27mila le imprese manifatturiere con almeno 10 addetti che hanno sostenuto investimenti per una gestione più efficiente e sostenibile dell’energia e dei trasporti (42,0% del totale), tra queste l’installazione di macchinari/impianti/apparecchi ad alta efficienza energetica (61,9%) e per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (42,0%) sono le più diffuse, soprattutto tra le grandi imprese (250 addetti e oltre). Il Mezzogiorno spicca per un più ampio utilizzo e investimento in fonti energetiche rinnovabili.

Farmaceutica, Chimica e articoli in Gomma e plastica, si sottolinea, registrano l’incidenza più alta di imprese che hanno realizzato almeno un’azione volta a migliorare l’impatto ambientale, pari rispettivamente al 72,6%, 76,0% e 73,8%, e almeno un investimento per la gestione efficiente e sostenibile dell’energia e dei trasporti (61,5%, 53,8% e 52,5%).

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Ed ecco la conclusione dell’indagine condotta da Istat: «L’analisi su microdati di impresa conferma, condizionatamente alle ipotesi adottate nella specificazione e nella stima del modello statistico, la presenza di una relazione positiva tra sostenibilità e produttività, che è tuttavia limitata alle sole imprese che risultano maggiormente impegnate nella tutela dell’ambiente (livello di sostenibilità medio e alto), soprattutto in connessione all’utilizzo di fonti rinnovabili ed all’efficientamento energetico».



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