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“UE razionalizzi spesa per favorire la crescita”



“Critiche in plenaria alla gestione inefficiente del bilancio UE”

Squarta – Durante una seduta del Parlamento europeo a Strasburgo, l’eurodeputato Marco Squarta ha sollevato critiche puntuali riguardo alla gestione delle risorse da parte dell’Unione Europea. Intervenendo nel corso del dibattito relativo al discarico del bilancio dell’UE, Squarta ha denunciato la presenza di sprechi e inefficienze nella distribuzione e nell’utilizzo dei fondi comunitari, sottolineando come questa situazione sia in netto contrasto con le richieste di rigore che Bruxelles impone ai singoli Stati membri in materia di finanza pubblica.

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L’europarlamentare ha messo in evidenza le risultanze contenute nei più recenti rapporti della Corte dei Conti europea, dai quali emerge che le risorse economiche disponibili non mancano, ma che molto spesso vengono impiegate in modo disorganico e con scarso impatto. A suo avviso, ciò costituisce la dimostrazione concreta che ci sarebbe spazio per una riforma della spesa, finalizzata a rendere più efficiente l’azione dell’Unione e a destinare maggiori fondi a favore della crescita economica e dello sviluppo nei singoli Paesi.

Squarta ha sottolineato che il punto critico non risiede nella quantità di fondi stanziati, bensì nella qualità della loro allocazione e gestione. In questa prospettiva, ha richiamato l’urgenza di una trasformazione strutturale dell’approccio comunitario, in modo che ogni euro speso sia effettivamente al servizio dei cittadini europei, e non disperso in meccanismi burocratici o in progetti a bassa efficacia.

Nel corso del suo intervento, l’eurodeputato ha esteso l’analisi anche al quadro normativo vigente, con particolare riferimento al Patto di Stabilità e Crescita. Secondo Squarta, le attuali regole che disciplinano il coordinamento delle politiche fiscali nei Paesi membri risultano ormai inadeguate a sostenere una ripresa solida e duratura. Troppi vincoli, ha spiegato, ostacolano oggi la realizzazione di investimenti strategici, frenano interventi mirati per alleggerire il carico fiscale e riducono la possibilità di affrontare con efficacia le sfide sociali più urgenti.

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L’europarlamentare ha precisato che non si tratta di mettere in discussione i principi di sostenibilità e di equilibrio dei conti pubblici, ma piuttosto di promuovere una visione più flessibile e orientata allo sviluppo. Per Squarta, infatti, è possibile coniugare rigore e crescita, purché si adottino politiche economiche ben calibrate e fondate su un uso intelligente delle risorse disponibili.

In questa ottica, ha evidenziato come una fiscalità meno onerosa e strumenti di sostegno efficaci possano essere compatibili con un bilancio sano, a condizione che siano integrati all’interno di una strategia credibile. Senza un ripensamento delle priorità europee e senza una guida politica capace di dare impulso a processi di razionalizzazione della spesa, ha osservato, il rischio è quello di restare intrappolati nell’immobilismo e di perdere l’opportunità di rilanciare l’economia continentale.

L’intervento di Squarta si è concluso con un richiamo alla necessità di maggiore coerenza nelle politiche dell’Unione. Ha infatti sostenuto che non si possa costruire un’Europa equa e competitiva se alla base manca una gestione rigorosa ed efficace delle risorse. A suo avviso, solo dimostrando che ogni risorsa spesa a Bruxelles produce effetti concreti e positivi per i cittadini sarà possibile rafforzare la credibilità delle istituzioni europee.

Il tema sollevato dall’eurodeputato si inserisce in un contesto di rinnovato dibattito sul futuro dell’architettura finanziaria dell’UE. Con l’approssimarsi delle scadenze legate alla revisione del Patto di Stabilità, molti osservatori indicano la necessità di trovare un equilibrio tra le esigenze di disciplina fiscale e la volontà di promuovere politiche economiche espansive. Le parole pronunciate in plenaria da Squarta si inseriscono in questa discussione, proponendo una linea che punta su efficienza, trasparenza e responsabilità come prerequisiti per rilanciare la crescita e rafforzare la coesione interna dell’Unione Europea.

Nel complesso, l’intervento ha posto l’accento sulla distanza che spesso si registra tra le regole imposte agli Stati e la pratica gestionale delle istituzioni comunitarie. Una riflessione che invita a rivedere non solo i meccanismi di spesa, ma anche la filosofia che guida l’impiego delle risorse pubbliche europee, affinché queste siano davvero motore di sviluppo e non zavorra burocratica.

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