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Poste: «ESG.ICI per rafforzare l’identità aziendale»


La manager spiega come l’assessment sia stato fin dagli inizi un esercizio utile per valorizzare il lavoro fatto e identificare alcuni aspetti su cui indirizzare meglio la strategia. Tra le scelte di governance di maggior impatto anche il coinvolgimento strutturato delle persone del Gruppo

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Misurarsi con un assessment non è solo uno strumento efficace per valutare il livello di integrazione dei principi Esg. Ma anche per rafforzare l’identità aziendale. Lo sottolinea in questa intervista a ETicaNews  Andreana Esposito, Responsabile Sviluppo Sostenibile di Poste Italiane, azienda della Top3 di ESG Identity Corporate Index 2024 (ESG.ICI 2024), progetto sviluppato dal 2016 da ET.Group, spiegando come a fianco alle tappe strutturali di governance sia stato di grande impatto strutturare un meccanismo di coinvolgimento di tutte le persone del Gruppo.

Siete state tra le prime aziende a misurarsi con la governance Esg. Perché avete scelto di misurarvi con un assessment? E perché oggi continuate a farlo?

Per il Gruppo Poste Italiane, quotato in Borsa dal 2015, con una complessità organizzativa forse tra le più significative, la gestione della governance e dei vari aspetti legati alle tematiche Esg è sempre stata di rilevante importanza per tutti gli stakeholder, inclusi gli investitori. In questo senso, l’assessment, fin dagli inizi, è stato un esercizio utile per valorizzare il lavoro fatto e per identificare alcuni aspetti sui quali poter indirizzare meglio la strategia nel breve e nel medio periodo. Continuiamo a farlo perché è ancora uno strumento efficace da un lato per misurare il livello di integrazione dei principi Esg nella struttura di governance del Gruppo, dall’altro per rafforzare l’identità aziendale.

La governance dei fattori Esg è ormai un elemento imprescindibile per una gestione aziendale che punti a creare valore nel lungo periodo. Quali in questi anni le vostre scelte di governance che hanno generato un impatto significativo sull’azienda?

Le tematiche Esg e la sostenibilità hanno sempre permeato il business di Poste Italiane  rappresentando uno degli elementi portanti dei diversi piani industriali, fino al più recente “The Connecting Platform 2024-2028″, con il quale Poste ha l’obiettivo di realizzare una crescita responsabile e accompagnare il percorso dell’Italia verso la sostenibilità e l’inclusione sociale.

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Tra le diverse iniziative di governance che hanno segnato una svolta in termini di ingaggio per il raggiungimento dell’obiettivo prefissato, ricordiamo la creazione da parte del consiglio di amministrazione, in linea con le best practice di mercato, di un comitato di sostenibilità , con il compito di coadiuvare il consiglio di amministrazione nel perseguire il successo sostenibile, promuovendo la continua integrazione delle best practice nazionali e internazionali relative alla sostenibilità nelle strategie aziendali. Parallelamente, i principi Esg sono stati gradualmente integrati nelle policy, nelle linee guida e nelle procedure a livello di Gruppo, ed è stato istituito un Gruppo interfunzionale di sostenibilità (Gis), composto da referenti delle diverse funzioni aziendali centrali e delle società del Gruppo, che ha un ruolo di supporto nella realizzazione delle attività inerenti al processo Esg di Gruppo.

La scelta di redigere un bilancio integrato, ben sette anni fa, quando ancora nessuna normativa lo imponeva, ha permesso inoltre al Gruppo di valorizzare e consolidare la propria strategia Esg, anche attraverso una misurazione periodica dei diversi target prefissati, comunicandoli agli stakeholder. Per rafforzare e consolidare questo processo, con il passaggio alla nuova normativa Csrd, si è deciso di nominare la responsabile della funzione Sviluppo Sostenibile di Gruppo quale dirigente preposto alla rendicontazione di sostenibilità.

È stato, infine, anche implementato e consolidato negli anni, secondo un approccio bottom-up, un meccanismo ben strutturato che offre a tutte le persone di Poste Italiane l’opportunità di proporre idee e progettualità a supporto dell’execution della strategia Esg nel suo complesso. Tale iniziativa è stata di grande impatto, grazie al coinvolgimento di un numero crescente di persone che con impegno hanno portato avanti importanti iniziative in ambito Esg.

L’Index sollecita le aziende anche su aspetti di frontiera, prima che emergano come elementi della normativa o della prassi comune delle aziende. Su questo fronte, su quali tematiche proposte negli anni dall’Index avete trovato gli stimoli più utili per l’evoluzione della vostra governance e strategia? Come questo si è tradotto in iniziative di miglioramento?

L’index, come detto, ha aiutato le aziende a confrontarsi con gli elementi più innovativi della normativa o della prassi aziendale, che, in alcuni casi, sul mercato italiano emergono con leggero ritardo. È, inoltre, un valore aggiunto, il fatto che l’Index sia strutturato su una metodologia proprietaria di un expert leader locale. Se dovessimo citare alcune iniziative sulle quali l’azienda si è focalizzata negli ultimi anni potremmo fare riferimento alla definizione del purpose aziendale, quale massima espressione della cultura d’impresa, alle diverse modalità di ingaggio degli stakeholder e, infine, all’opportunità di utilizzare strumenti sempre più innovativi e digitali a supporto della governance Esg, quindi, iniziative che concretamente l’Index esplora approfonditamente e grazie al quale abbiamo ricevuto stimoli e trovato spunti utili e nel corso degli anni.

Siete anche tra le aziende che hanno aderito all’ESG governance LAB, possiamo dire il primo network in Italia di condivisione di best pratiche focalizzato sulle questioni di governance e processo Esg e nato sull’esperienza di ESG.ICI. Come è stato utile nel vostro percorso di sostenibilità e quali gli aspetti maggiormente qualificanti?

ESG Governance LAB offre numerose occasioni di networking su aspetti che sono in continua e rapida evoluzione e rappresenta, quindi, un’ottima modalità per comprendere come le aziende approcciano specifici temi Esg emergenti o come si posizionano su determinate questioni. Per Poste Italiane integrare i temi Esg in tutti i business nei quali il Gruppo è coinvolto, negli ultimi anni, sta richiedendo molto impegno da parte di tutte le funzioni. Dunque, avere un confronto con i propri peers è sicuramente utile per approfondire meglio le sfide che abbiamo davanti e supportare tutti gli attori coinvolti nel processo, che per un’azienda come Poste, completamente interconnessa con il tessuto socio-economico su tutto il territorio nazionale, sono tanti e diversi.

Infine, dal momento che uno dei principali obiettivi della strategia Esg del Gruppo è quello di investire, nell’arco del piano strategico, proprio sulla formazione delle persone incluso l’ambito sostenibilità, anche l’attività di induction è piuttosto interessante.

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Elena Bonanni

In occasione del decennale di ESG Identity Corporate Index (ESG.ICI, 2016-2025), ETicaNews ha dedicato una serie di interviste ad alcune delle aziende best case che da più anni partecipano all’assessment e che contribuiscono ai lavori del network ESG governance LAB nato dall’esperienza di ESG.ICI.

ESG Identity Corporate Index è il primo indice quantitativo che misura l’Identità ESG di un’azienda.

ESG governance LAB dal 2019 aggrega imprese nazionali e multinazionali impegnate nella transizione sostenibile insieme ad advisor specializzati e altri stakeholder rilevanti.

È in corso l’edizione 2025 di ESG Identity Corporate Index. Leggi anche: “Da domani in arrivo l’assessment ESG.ICI” 

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