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Nuovo Giornale Nazionale – MELONI IN SENATO, SODDISFATTA PER LA POLITICA ESTERA


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a cura di Agenzia Nova
Meloni in Senato: “Soddisfatta dalla politica estera italiana, tenere uniti Europa e Stati Uniti”
La politica estera italiana ha avuto in questi anni una identità chiara, un protagonismo che ha smentito chi prevedeva una sorta di isolamento italiano con l’avvento del governo di centrodestra. Sono soddisfatta della presidenza del G7, sono soddisfatta del messaggio che abbiamo cercato di mandare di un G7 che non vuole essere una fortezza chiusa ma un’offerta di valori aperta. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso del premier time in Senato. “Sono soddisfatta del tentativo che continuiamo a portare avanti di tenere uniti Europa e Stati Uniti perché solamente insieme credo che possiamo garantire che l’Occidente sia all’altezza delle sfide del nostro tempo” ha detto. La recente promozione dell’Italia di Standard & Poor’s è “l’ennesima riprova del lavoro del governo che ha ridato all’Italia serietà e l’attrattività che merita. L’Italia si presenta in modo credibile di fronte ad un quadro economico e finanziario oggettivamente complesso” ha voluto sottolineare la presidente Meloni.
Che il governo italiano avrebbe garantito al governo statunitense “40 miliardi di euro dei cittadini italiani è pura propaganda” è un “calcolo totalmente inventato. In questo bizzarro conto penso abbiate considerato l’impegno con la Nato sulle spese in Difesa pari al 2 per cento Pil, ma non è un impegno o una promessa di questo governo”, ha aggiunto. “Riguardo i 10 miliardi di investimenti delle aziende italiane negli Stati Uniti previsti per i prossimi anni, non sono una mia promessa: io mi sono limitata prima di partire per gli Usa a fare una ricognizione degli investimenti che erano già programmati. Occorre trovare una soluzione ed evitare una guerra commerciale. Quindi mi sono limitata a segnalare che c’è un lavoro che da sempre si fa di investimenti statunitensi in Italia e di investimenti italiani negli Stati Uniti: ci siamo entrambi impegnati a rafforzare quegli investimenti reciproci”, ha chiarito.
A proposito di difesa Meloni ha detto che “l’Italia finalmente raggiungerà il target di spesa in Difesa al 2 per cento del Pil nel 2025, perché c’è un governo che sa che mantenere gli impegni presi è fondamentale per farsi rispettare. Si tratta di un percorso coerente con gli impegni internazionali dell’Italia”. Italia e l’Europa “devono rafforzare le proprie capacità difensive” che “non è solo potenziare gli armamenti. Lo ribadisco con la coerenza di chi da patriota ha sempre sostenuto che libertà ha un prezzo”, ha aggiunto. Quanto al fronte Orientale pur “rimantenendo a fianco Alleati orientali” occorre che la Nato in tempi di minacce ibride “prenda in maggiore considerazione il fianco Sud”, ha aggiunto.
Oggi lo spread “è più che dimezzato rispetto a quando ci siamo insediati e qui parliamo di una cosa che in realtà è molto concreta, perché uno spread più basso significa miliardi di interessi sul debito pubblico risparmiati dallo Stato con risorse che possono essere destinate a altre esigenze, alla sanità, all’istruzione, al sostegno ai redditi più bassi. L’ufficio parlamentare di bilancio ha calcolato che nel solo biennio 25-26 questo risparmio dovrebbe ammontare a circa 10 miliardi e mezzo di euro”, ha aggiunto. La crescita dell’occupazione, l’aumento degli stipendi “sono priorità che il governo e la maggioranza hanno fino dal suo insediamento” e sono “irrinunciabili sia dal punto di vista sociale che macroeconomico. Sono priorità su cui vogliamo continuare a investire: da quando siamo al governo sono aumentati di oltre un milione gli italiani che lavorano, speriamo siano di più”, ha aggiunto Meloni ricordando che la metà sono donne. Abbiamo raggiunto il livello massimo di occupati di sempre, si tratta di lavoro stabile. Aumentano i contratti a tempo indeterminato, diminuiscono i lavoratori precari”, ha ricordato. “Da ottobre 2023 i salari dopo tre anni hanno ripreso a crescere più dell’inflazione consentendo una timida ma ripresa del potere d’acquisto”.
 
 
“Domani incontreremo i sindacati, ci confronteremo con loro su come spendere al meglio le risorse, porteremo anche le nostre proposte come quella di potenziare il sistema di incentivi e disincentivi alle imprese in base alla loro condotta in materia di sicurezza perché vogliamo premiare le imprese virtuose. Li incontreremo anche per ascoltare quelle che sono le proposte che arrivano dai sindacati perché io penso che questa sia una di quelle materie che coinvolgono tutti e sulla quale bisogna riuscire a lavorare nel merito delle proposte senza avere alcun tipo di pregiudizio e intendo comportarmi esattamente così”, ha spiegato.
Parlando di economia ha detto che l’impegno del governo “è quello di continuare su questa linea con obiettivi che sono e che devono essere sempre più ambiziosi a sostegno delle famiglie. Siamo partiti dai nuclei economicamente più fragili. Abbiamo cercato di aiutarli a recuperare il potere d’acquisto perso – ha ricordato la premier -. Penso che la sfida sia ampliare gradualmente la platea dei soggetti interessati e concentrarsi ora sul ceto medio esattamente come penso che dobbiamo continuare a lavorare a sostegno delle imprese dove l’obiettivo più complesso e più ambizioso che ci poniamo è riuscire ad abbassare strutturalmente il costo dell’energia che pesa chiaramente come un macigno sulla competitività delle nostre imprese”.
“Nell’ambito della mia visita a Washington, Italia e Stati Uniti hanno sottoscritto una dichiarazione che dice che vogliamo rafforzare la nostra cooperazione in campo energetico, che a noi serve anche per continuare quel cammino di diversificazione delle forniture che è stato avviato dall’Italia all’indomani, come sapete della guerra d’invasione russa in Ucraina. Grazie a questa scelta oggi noi siamo la nazione con il più variegato mix di fonti di approvvigionamento esterno. Gli Stati Uniti sono già il secondo mercato di origine del Gnl importato in Italia con oltre cinque miliardi di metri cubi importati nel 2024, partiamo quindi da una collaborazione consolidata che è iniziata con l’amministrazione Biden e che quindi difficilmente può essere venduta come un favore che si sta cercando di fare a Donald Trump”, ha evidenziato la premier.
Parlando di Ucraina Meloni ha ribadito che “siamo sempre al fianco di Kiev, sosteniamo gli sforzi dell’amministrazione statunitense per una pace giusta e duratura che non può prescindere da garanzie di sicurezza per la nazione aggredita”. “Rinnoviamo l’urgenza di un cessate il fuoco immediato e incondizionato. L’auspicio è che la Russia voglia dimostrare concretamente la volontà di costruire la pace, perché l’Ucraina lo ha già fatto” ha detto la presidente Meloni.
In Medio Oriente “continuiamo a lavorare per la fine permanente delle ostilità e siamo attenti e appoggiamo il lavoro che i Paesi arabi stanno portando avanti. Credo che i Paesi arabi siano la chiave di volta nella soluzione permanente del conflitto. C’è un piano di ricostruzione che hanno portato avanti, dal mio punto di vista credibile, a Gaza e anche per tracciare un quadro regionale di pace e sicurezza quadro che chiaramente lo ribadisco – a nostro avviso – deve includere anche la prospettiva dei ‘due Stati’”, ha spiegato la premier.
“Credo che il nostro ruolo principale alla fine debba essere quello di contribuire alla definizione di una rinnovata centralità del Mediterraneo sostenendo la vocazione geostrategica dell’Italia come hub energetico e come snodo di interconnessione” ha proseguito la presidente del Consiglio.
In Europa “abbiamo recuperato una centralità come dimostrato dalla scelta di un vicepresidente con delle deleghe molto importanti della Commissione europea ma anche dal cambio di passo su alcune materie come ad esempio l’immigrazione” ha aggiunto la presidente del Consiglio.
Sul fronte dell’immigrazione “è sotto gli occhi di tutti che abbiamo avuto il coraggio di aprire una nuova fase in Italia e Ue, concentrando l’azione su varie direttrici: la difesa dei confini, la lotta ai trafficanti, procedure più rapide per rimpatri ed espulsioni, contrasto a frodi che si annidavano nei percorsi di immigrazione legale, potenziare i canali di ingresso legali e la costruzione di nuovo modello di cooperazione paritario con l’Africa fino a soluzioni innovative come il protocollo con l’Albania”.
Dimissioni in caso di fallimento del referendum sul premierato? “Non farò mai niente che abbia già fatto lei” ha detto rispondendo a un’interrogazione del leader di Italia viva, il senatore Matteo Renzi. “Senatore Renzi sui dossier strategici c’è da dire che abbiamo ereditato delle situazioncine un tantino compromesse che cerchiamo di sistemare una a una”, ha aggiunto per poi chiarire che il “Premierato sta andando avanti” e che “dipende dal Parlamento, ma sicuramente la maggioranza è intenzionata a procedere spedita su questa riforma, esattamente come è intenzionata a procedere spedita sulla riforma della giustizia”, ha detto la premier.
Contro i femminicidi e la violenza delle donne “abbiamo promosso leggi importanti per potenziare un impianto normativo che già si distingue per la sua solidità: una prima legge rafforza misure di prevenzione e protezione, una seconda all’esame del Parlamento introduce il delitto di femminicidio come reato autonomo. Non perché riteniamo che uccidere un uomo sia meno grave che uccidere una donna. Lo facciamo per riconoscere che nella violenza delle donne c’è una specificità: troppe donne muoiono solo perché sono donne”, ha spiegato la premier. “Pensiamo che possa portare a un nuovo modo di contrastare” il fenomeno “e contribuire al cambiamento culturale”, ha detto ancora Meloni. “Abbiamo aumentato i fondi per i centri e le case rifugio, abbiamo reso strutturale il sostegno economico per le vittime, abbiamo agevolato il loro reinserimento professionale, stiamo lavorando sulla diffusione del 1522, il numero antiviolenza, antistalking della presidenza del Consiglio al quale ci si può rivolgere per chiedere aiuto e assistenza immediati, sulla formazione di chi lavora sul campo, sulla sensibilizzazione nelle scuole, sulla protezione del minore online”, ha spiegato la premier.
Sulla vicenda delle liste d’attesa “devo fare un appello alle Regioni. Noi ogni anno stanziamo quelle risorse che però vengono gestite dalle Regioni per le liste d’attesa. E allora abbiamo fatto un decreto sulle liste d’attesa per intervenire, eventualmente, con dei poteri sostitutivi quando non si riesce a governare le liste d’attesa. Le Regioni su questo non sono d’accordo, ma gli italiani sappiano che abbiamo queste difficoltà”, ha detto Meloni.

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