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BRINDISI – La nomina del commissario per l’accordo di programma potrebbe avvenire entro una decina di giorni. Nel frattempo prosegue il vaglio delle circa 50 proposte mirate alla reindustrializzazione del sito di Cerano, nel solco della decarbonizzazione. Lo ha spiegato uno dei promotori dell’accordo di programma, il deputato Mauro D’Attis, a margine dell’evento dal titolo “Transizione ecologica economica culturale” che si è svolto stamattina (venerdì 9 maggio) presso la sala Gino Strada di Palazzo Nervegna. L’incontro è stato organizzato all’associazione “Brindisi 2089”, presieduta dal professore Gioacchino Marangio, con il patrocinio del Comune di Brindisi e la collaborazione di Unisalento. I lavori sono stati introdotti dal professor Massimo Guastella, promotore dell’iniziativa, insieme al collega Luigi Melica, candidato rettore dell’ateneo salentino. Presenti diversi imprenditori e dirigenti scolastici. 

D’Attis, nelle dichiarazioni rilasciate a margine dell’evento, chiarisce che la rinuncia al carbone non comporta l’abbandono della parola industria.  “Per me questa – afferma il parlamentare di Forza Italia – è una questione prioritaria”. “La transizione energetica – afferma D’Attis – sta talmente avanti che l’università organizza degli incontri anche per interrogarsi su che tipo di professionalità avrà bisogno il territorio”. I circa 50 progetti sul tavolo del Mimit sono a impatto ambientale “praticamente zero”. Il parlamentare non esclude problemi di tipo paesaggistico, legati alla presenza di pale eoliche in mare o ne campi agricoli, così come di gestione delle aree portuali, “ma non mi pare – sostiene il deputato – che stiamo parlando di temi ambientalmente complicati”. 

Nelle ultime settimane si è aperto il confronto sul timing del phase out. Mantenere il termine, stabilito da tempo, del 31 dicembre 2025, oppure prorogarlo di almeno cinque anni, tenendo in stand by le centrali a carbone, fra cui quella di Cerano? Su questo fronte, spiega D’Attis, non ci sono novità. “Anche perché – prosegue il deputato -si tratta di un tema di sicurezza energetica legata agli equilibri internazionali. Soprattutto quando ci si trova in un periodo di guerra, queste cose vengono valutate con attenzione. Questo però, a prescindere, non determina alcuna interruzione nel processo di transizione”.

Brindisi, insomma, sta affrontando una fase cruciale. “E’ una fase – afferma il sindaco Giuseppe Marchionna – da un lato complessa e ricca di preoccupazioni e problemi, come l’occupazione, i prezzi dei prodotti alimentari, le fonti fossili, ma dall’altro lato rappresenta una grande opportunità, soprattutto per la diversificazione delle produzioni, che saranno estremamente importanti. Questo pone un grande problema nel preparare le figure professionali che serviranno: un aspetto importante su cui si sta iniziando a lavorare”.

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Ma oltre all’industria, anche turismo e cultura saranno un motore di crescita della città? “Noi pensiamo – risponde il professor Massimo Guastella – di lavorare sulla interdisciplinarietà, mantenendo naturalmente le competenze e mantenendo salde le valenze e le identità dei settori scientifici disciplinari. Tant’è che anche oggi, nella compagine dei colleghi dell’Università del Salento qui invitata, troverete diverse competenze disciplinari. Proprio perché, essendo una visione articolata quella che la governance brindisina sta offrendo, noi cerchiamo di metterci a disposizione, sotto tutti i punti di vista”.

L’incontro odierno, insomma, ha una finalità concreta. Quella, spiega il professor Gioacchino Marangio, di “dare delle proposte al candidato rettore, il professor Luigi Melica, secondo una filosofia che io sposo in pieno, che è quella di valutare le richieste del territorio, prima di orientare le scelte delle facoltà universitarie, da destinare a Brindisi”. Marangio spiega che quello odierno è il primo di una serie di incontri tra rappresentanti delle istituzioni, imprenditori e mondo della scuola, mirati alla condivisione di un nuovo modello di sviluppo. 

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