Giovanni Baroni, Presidente Piccola Industria Confindustria, in occasione del Forum Piccola Industria è stato intervistato da Il Giornale d’Italia.
Come cambia il concetto di sicurezza per una PMI nel contesto attuale, caratterizzato da crisi geopolitiche e transizione energetica e trasformazione digitale?
Il tema di sicurezza è qualcosa con cui dobbiamo fare assolutamente i conti, perché la sicurezza è il terreno su cui poi si costruiscono le imprese. Se sei insicuro è difficile fare investimenti e far crescere un’impresa. È chiaro che oggi ci sono tanti poli che stanno anche cambiando gli equilibri nazionali ed internazionali sono stati citati prima e li affronteremo oggi: la parte digitale, la parte geopolitica, la parte di calamità naturali e comunque la parte energetica. Quindi sono elementi base su cui le piccole imprese devono anche essere guidate. E qui è proprio il ruolo di Confindustria.
E cosa dovrebbe fare il sistema associativo per accompagnare le PMI verso una maggiore cultura sulla trasformazione informatica e digitale?
In verità stiamo già facendo tanto. Penso solo a tutto il percorso che abbiamo fatto come Confindustria Piccola Industria sulla intelligenza artificiale, Veniamo da un roadshow che è durato due anni addirittura dove abbiamo portato in giro per l’Italia che cosa vuol dire l’approccio per le piccole imprese sull’intelligenza artificiale ma abbiamo anche fatto incontri riguardo proprio alla cyber security e in modo molto semplice abbiamo spiegato che cosa vuol dire essere attaccati. Quindi diamo informazione diamo anche strumenti e diamo anche l’occasione per approfondire per integrare qualora necessario certe tecniche o tecnologie all’interno delle imprese stesse.
E crede che le politiche europee tengano conto delle esigenze delle piccole e medie imprese? Cosa si potrebbe fare di più?
“Ma allora prima di tutto che cosa si intende per piccole e medie imprese? Perché quello che è piccole e medie imprese in Italia non è esattamente quello che c’è in Germania e quello che c’è magari in Francia, parlo delle tre principali manifatture europee. Allora sicuramente è necessario e l’abbiamo più volte sottolineato, avere un occhio di riguardo per le piccole e medie imprese per esempio il provvedimento Omnibus che ha fatto recentemente la nuova Commissione europea in parte va in quella direzione, pensiamo all’esenzione per le piccole imprese sulle rendicontazioni legate alla Corporate social Responsability. È vero anche che questo non basta, è un primo passo. Dobbiamo soprattutto incidere sugli aspetti di carattere burocratico, sulle piccole e medie imprese, ma anche tenere conto del fatto che noi, come piccole e medie imprese, apparteniamo a filiere molto complesse, molto lunghe, che comunque vengono coinvolte in modo decisivo, in alcune scelte europee che oggettivamente reputiamo in passato scellerate, su cui vorremmo vedere un cambio di passo, come ad esempio tutta la tematica dell’automotive che sicuramente i capi filiera sono al di fuori dell’Italia. Però tante nostre imprese, piccole e medie imprese sono coinvolte e hanno un punto di domanda sul proprio futuro.”
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