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Alessandra Peran, AP Italian Luxury


Donne d’Impresa: Alessandra Peran, AP Italian Luxury: un’avventura bergamasca in Toscana, per il top del made in Italy nel mondo.

AP Italian Luxury, non si riferisce ad una “App” del linguaggio informatico, ormai luogo comune, perché in realtà, l’acronimo della sua azienda impersonifica proprio il suo nome: Alessandra Perani.

È lei, infatti, che dall’ottobre del 2014, fonda e dirige questa azienda che corona il suo sogno diventato realtà. I sogni, con lei sono, infatti, la realtà di una moda italiana sempre al top dove gusto ed eleganza si fondono all’ennesima potenza. I brand più noti dell’alta moda italiana, ma anche internazionale, sono un ventaglio di proposte preziose che rappresentano con successo un vero è proprio “ingrosso del lusso”, pronto per distribuzione e trading.
Infatti, ad oggi, la sua azienda distribuisce in più di sessanta Paesi nel mondo. Inoltre, il 70% delle collaboratrici in azienda sono donne perché – dice Alessandra “sono fortemente convinta della grande professionalità femminile e dell’importanza delle pari opportunità!” Ma non solo, al lavoro, i suoi collaboratori possono portare persino il proprio pet: tant’è vero che AP Italian Luxury è l’azienda “animalfriendly”. Un’imprenditrice  ”self made woman”, a tutti gli effetti, riconosciuta in ogni parte del mondo, come una dei principali player del settore, con un socio, Stefano Brasini,  che – non a caso – condivide con lei vita e lavoro.

Vivono e lavorano a Torrita (di Siena) e la loro azienda è straordinariamente attiva nel commercio B2B. L’intuizione vincente di Alessandra Perani è stata quella di specializzarsi inizialmente nella distribuzione di moda di lusso, destinata a retailer internazionali. Nel tempo, ha ampliato il raggio d’azione includendo categorie affini come la cosmetica, la dermocosmetica e l’eyewear, mantenendo sempre un forte legame con il mondo dei brand di alta gamma. Una diversificazione coerente, che ha consolidato la sua posizione nel panorama della distribuzione di prodotti di lusso.

Quello che propone Alessandra Perani, con grande successo, è un modello di distribuzione multidisciplinare e altamente specializzato. Lavora direttamente in esclusiva con molti marchi per specifici mercati, offrendo un servizio strutturato che si rivolge a catene di retailer, boutique internazionali e piattaforme online. Una scelta precisa, che riflette una visione imprenditoriale solida e orientata al completo controllo della distribuzione.

Tra i suoi progetti di successo, anche la Maison Pop Couture, brand di pellicce assolutamente “animalfree”, nel rispetto della natura e della vita. Un bel fatturato in crescita, quello della sua azienda perché Alessandra, nata a Seriate in provincia di Bergamo, impersonifica anche il “sogno americano” nelle sue ambizioni ed è riuscita proprio in quel di Toscana a creare il suo mondo di vita e di lavoro nel settore del luxury partendo da sola, da zero, senza aziende ereditate dai genitori.

“La moda – dice Alessandra – è uno specchio antropologico che riflette puntualmente certi cambiamenti della società, qualche volta anche anticipandoli”. È lei è davvero un bel punto di riferimento per la clientela italiana e internazionale che ama il lusso. Una regina dei buyer, con la voglia costante di mettersi in gioco, così per conoscerla meglio e di più le abbiamo chiesto.

Da Seriate, a Siena: come mai questa nuova scelta di vita?

Sono arrivata in Toscana all’età di otto anni, insieme alla mia famiglia, perché mio padre aveva avviato un’attività qui. La Toscana è un luogo che racchiude l’essenza dell’Italia: cultura, bellezza e anche una qualità della vita sicuramente diversa dalle grandi città. Dopo 30 anni da quando sono arrivata mi sento sempre più fortunata a vivere e lavorare qui.Ciò che rende ancora più prezioso essere in Toscana è essere stata capace di riuscire a costruire una realtà come AP Italian Luxury, in un territorio come la Valdichiana.
In questa zona il tessuto economico è composto maggiormente da cantine vinicole, agriturismi o imprese metalmeccaniche pertanto, essere qui rappresenta un valore aggiunto sia per il territorio che per chi cerca opportunità lavorative di respiro internazionale. Distribuire Alta Moda e Cosmesi di lusso da un piccolo paese come Torrita di Siena in tutto il  mondo è una sfida, sì, ma anche un messaggio forte: non serve trasferirsi in una grande città per far parte di un progetto solido e ambizioso.

Come concilia la sua vita con il lavoro e le sue ambizioni più private?

A dire il vero, il mio lavoro è proprio una delle mie ambizioni più intime. Ho sempre vissuto la dimensione professionale come parte integrante della mia identità e della mia crescita personale. Fare ciò che si ama, secondo me, è la chiave per farlo bene — e con passione. Questo non toglie, ovviamente, che esista anche una sfera privata, spesso più silenziosa ma altrettanto importante.Venendo da un percorso di vita tutt’altro che facile, con un’infanzia complicata e diverse difficoltà anche da adulta, ho sempre visto il lavoro come una via per l’indipendenza e come uno strumento per costruirmi uno spazio di autonomia e realizzazione. La mia ambizione è sempre stata quella di raggiungere una posizione di rilievo nel mercato, e il percorso per arrivarci è stato costellato di sacrifici, ma anche di grande determinazione.

Sono anche mamma di una bambina che oggi ha quasi otto anni. Durante la gravidanza non ho mai smesso di lavorare — e ricordo ancora il momento in cui, appena due ore e mezza dopo il parto, ero già al telefono con un cliente americano che voleva parlare solo con me. È un episodio che fa sorridere, ma che racconta bene quanto io abbia dato tutta me stessa a questo progetto. Detto questo, cerco di ritagliarmi anche spazi per me: adoro viaggiare, anche se, lo ammetto, pure durante i viaggi di piacere sono spesso connessa con l’ufficio. Forse sì, sono un po’ “malata di lavoro”, ma credo che quando qualcosa lo senti tuo davvero, sia naturale viverlo con questa intensità

Molte donne in azienda e un solo gallo nel pollaio: ma chi decide davvero… il gallo o le…. “galline”?

La guida dell’azienda è condivisa tra me e il mio socio, Stefano, che si occupa principalmente della parte finanziaria. Lavoriamo in piena sinergia, seguendo un approccio fondato sull’ascolto e sulla collaborazione: ogni membro del team è libero di esprimere la propria opinione, ogni contributo viene preso in considerazione e le decisioni più importanti nascono sempre da un confronto aperto e costruttivo.

Abbiamo inoltre scelto di puntare su un equilibrio generazionale, affiancando alle figure più giovani persone con una lunga esperienza professionale, come il nostro direttore, che contribuiscono con competenze preziose e visione strategica Crediamo profondamente in una leadership inclusiva, dove la diversità di genere, di età e di visione rappresenta una vera ricchezza e un vantaggio competitivo.

Chi sarà Alessandra Perani fra 10 anni? E la sua azienda?

Fra dieci anni mi immagino come una donna con dieci anni in più di esperienza, un know-how ancora più solido e una visione ancora più ampia. Il percorso che sto costruendo oggi getta le basi per un futuro in cui il mio ruolo sarà sempre più quello di connettore strategico tra mercati e marchi, con un’identità ben riconoscibile nel panorama internazionale della distribuzione. Dopo anni dedicati principalmente all’export, stiamo ora aprendo un nuovo capitolo: portare in Italia brand esclusivi, già affermati all’estero ma ancora poco conosciuti qui.
La distribuzione in esclusiva in Italia è una sfida che accetto con entusiasmo, perché credo che il mercato italiano abbia un potenziale straordinario, che merita di essere riscoperto e valorizzato. Offrire valore anche nel mercato interno, senza rinunciare alla nostra vocazione internazionale, è una strategia che ci permetterà di consolidare la nostra posizione e continuare a crescere. Alessandra Perani, fra dieci anni, sarà una professionista più matura, capace di leggere con ancora più anticipo i cambiamenti — che ormai sono ciclici e accelerati. In passato i cambiamenti si sviluppavano in decenni; oggi siamo chiamati a evolverci ogni tre o quattro anni, se non prima. L’intelligenza artificiale ne è un esempio: dieci anni fa sembrava ancora un concetto futuristico, oggi è uno strumento concreto che affianca quotidianamente le imprese. E fra dieci anni? Chissà quali altre tecnologie, opportunità e sfide ci attenderanno. La chiave sarà rimanere curiosi, pronti e sempre un passo avanti.

A proposito dell’export… pensa che la politica dei dazi potrà peggiorare le performance della vostra azienda?

Senza dubbio i dazi rappresentano un ostacolo concreto e già oggi influenzano la nostra attività essendo gli Stati Uniti da sempre il nostro mercato principale. Tuttavia, ho imparato che dietro ogni grande difficoltà si nasconde sempre una grande opportunità. È una mentalità che mi ha accompagnata fin dall’inizio e che ci ha permesso di affrontare momenti complessi senza perdere la direzione. Non si tratta di ignorare i problemi, ma di imparare a trasformarli in possibilità di evoluzione. Durante il Covid, ad esempio, quando tante aziende si sono trovate in difficoltà, noi abbiamo reagito con prontezza. Pur avendo una struttura più snella rispetto a oggi, siamo riusciti ad aumentare il fatturato del 40% senza vendere prodotti medicali per l’epidemia ma bensì rimanendo nelle nostre categorie, puntando su mercati che avevano già superato la fase critica, in quel caso l’Asia. Questo ci ha permesso di aprire nuovi canali, consolidare quelli emergenti e rafforzare quelli in ripartenza.Probabilmente, uno dei nostri punti di forza è sempre stato quello di non affidarci mai a un solo mercato né a una sola categoria di prodotto. Questa diversificazione si è rivelata fondamentale per affrontare imprevisti di ogni tipo: guerre, pandemie e ora i dazi. Sappiamo che le sfide continueranno a presentarsi, ma crediamo che la vera forza di un’azienda stia nella capacità di adattarsi, reinventarsi e trovare nuove rotte anche quando il contesto cambia

Quale il prossimo progetto ancora da realizzare?

Il prossimo progetto, forse il più importante in questa fase, è quello di consolidare ulteriormente la struttura aziendale, introducendo figure sempre più specializzate e motivate, capaci di portare un contributo attivo alla crescita. Crediamo che la solidità di un’impresa passi anche dalla qualità delle persone che la compongono: per questo puntiamo a rafforzare il team per sostenere un’espansione ancora più rapida ed efficace.
Dal punto di vista più pratico, stiamo lavorando alla ristrutturazione della nostra nuova sede: uno spazio di 1300 mq all’interno di un’area complessiva di 5000 mq. Questo investimento ci permetterà non solo di ottimizzare i processi interni, ma anche di accogliere nuovi talenti e creare ancora più valore nel territorio.

Detto ciò, la verità è che, per me, i progetti non si esauriscono mai. Sono una personaestremamente dinamica, e credo che le idee migliori nascano proprio dal movimento: viaggiare, incontrare persone, toccare con mano nuovi prodotti, conoscere mercati diversi. È in questo flusso continuo che creano nuove opportunità, spesso inaspettate. Non aspetto che i progetti arrivino a me: li cerco, li costruisco giorno per giorno. E questa, forse, è la parte più entusiasmante del mio lavoro.



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