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Decarbonizzare la filiera delle costruzioni


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L’impatto del comparto sulla produzione dei gas climalteranti è ancora alta. In attesa che il nostro governo prenda decisioni in merito alla direttiva Case Green, gli addetti ai lavori, lobby comprese, sono al lavoro. Ne abbiamo parlato a Rebuild 2025 con Kyoto Club e Veos

Il calo dei gas serra climalteranti In Italia c’è: -3% rispetto all’anno precedente. Lo attesta Ispra per il 2024, sottolineando che il risultato si deve principalmente al comparto che produce energia elettrica e che negli anni si sta dimostrando tra i più efficienti in termini di riduzione dei gas climalteranti: che sono diminuiti del 64%, dal 1990 a oggi.

Ma ci sono tanti altri settori che producono emissioni inquinanti che sembrano poco attente al tema della decarbonizzazione. Come il comparto delle costruzioni e di tutto quello che ha a che fare con il nostro vivere in una casa/appartamento a basso impatto ambientale.

Qui i dati Ispra sono pessimisti. La nota stampa dice proprio: “problematico, l’obiettivo dell’Effort Sharing di ridurre le altre emissioni (trasporti, riscaldamento, agricoltura, piccola industria…) del 43,7% rispetto al 2005“.

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Eppure, per il benessere del nostro Paese il tema della decarbonizzazione deve tornare forte su tutti i tavoli di lavoro: compreso quello del Governo che deve recepire la direttiva europea Case Green.

Doveri e opportunità: li abbiamo affrontati durante un evento organizzato da Kyoto Club a Rebuild 2025. La moderazione del direttore di GreenPlanner, M.Cristina Ceresa, ha stuzzicato pubblico e relatori: Sergio Andreis e Angela Pagano di Kyoto Club e Riccardo Bani, presidente dell’ Associazione Riscaldamento Senza Emissioni e Ceo di Veos Group.

La sfida è rendere tutta la filiera delle costruzioni a basso impatto ambientale (iniziando dal cantiere), per finire con una rigenerazione delle nostre abitazioni che ha a che fare con la dismissione delle fonti fossili. Gas compreso.

Fondamentale è la conoscenza sia dei consumatori finali, che possono facilmente superare il blocco non solo emotivo del “ma quanto mi costa“, sia degli addetti ai lavori. Questi ultimi, anzi, hanno in mano una leva di crescita professionale di notevole portata.

Bani stesso ha spiegato come sia sempre più facile abbandonare le caldaie a gas per intraprendere l’offerta delle pompe di calore.

In attesa del recepimento della direttiva Case Green (Epbd, l’ultimo aggiornamento è il IV, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE l’8 maggio 2024 ed entrato in vigore il 28 maggio 2024), da parte del nostro Governo.

Ricordiamo che la direttiva si inserisce nel pacchetto Fit for 55, che prevede una riduzione delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

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Gli edifici, responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di CO2 nell’Ue, sono al centro di questa iniziativa. Le scadenze di fronte alle abitazioni degli italiani sono le seguenti:

  • entro maggio 2026: ogni Stato membro dovrà presentare un piano nazionale per la riduzione del consumo energetico degli edifici, con obiettivi per il 2030, 2035 e 2050
  • dal 1° gennaio 2030: tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere a zero emissioni; gli edifici esistenti dovranno raggiungere almeno la classe energetica E
  • entro il 2033: gli edifici esistenti dovranno essere portati almeno alla classe energetica D
  • entro il 2050: tutti gli edifici dell’Ue dovranno raggiungere la neutralità climatica

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In Italia, circa 1,8 milioni di edifici residenziali rientrano nella classe energetica G, la più bassa. Il governo italiano dovrà elaborare un piano nazionale per la riqualificazione energetica, affrontando le sfide legate ai costi e alle tempistiche.

La direttiva prevede anche la graduale eliminazione delle caldaie a combustibili fossili entro il 2040 e l’installazione obbligatoria di impianti solari in determinati edifici.

Prossime Tappe della decarbonizzazione degli edifici

  • dal 2025: stop agli incentivi per le caldaie a gas
  • entro il 2026: presentazione del piano nazionale di ristrutturazione degli edifici
  • aggiornamenti ogni 5 anni: i piani nazionali dovranno essere rivisti periodicamente per garantire il raggiungimento degli obiettivi

La direttiva Case Green rappresenta quindi un passo significativo verso la sostenibilità ambientale, con implicazioni importanti per cittadini, imprese e istituzioni. Passo che, tranne che per il settore dei trasporti, mostra una tendenza positiva del nostro Paese.

Infatti, nel rapporto Le emissioni nazionali di gas serra, la situazione in Italia in vista degli scenari futuri di Ispra, si conferma la tendenza dell’Italia alla riduzione delle emissioni dal 1990 al 2023, diminuite del 26,4% e passate da 518 a 385 milioni di tonnellate di CO2 equivalente.

Rispetto agli obiettivi europei di neutralità emissiva al 2050 e di riduzione delle emissioni nette del 55% entro il 2030, l’Italia è in linea su 2 dei 3 pilastri principali. Problematico, invece, l’obiettivo dell’Effort Sharing di ridurre le altre emissioni (trasporti, riscaldamento, agricoltura, piccola industria ecc.) del 43,7% rispetto al 2005.

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