Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

I lavoratori entrano in azienda davvero: è legge la partecipazione agli utili


Condividi queste informazioni su:

Vuoi acquistare in asta

Consulenza gratuita

 

Approvata in via definitiva la proposta che consente ai lavoratori di partecipare attivamente alla vita delle imprese.

Una spinta dal basso che diventa legge dello Stato: dopo un lungo iter parlamentare, il Senato ha approvato in via definitiva la proposta che consente ai lavoratori di partecipare attivamente alla vita delle imprese. Il disegno di legge, nato da un’iniziativa popolare promossa dalla Cisl con oltre 400mila firme raccolte, è ora ufficialmente legge. Con 85 voti favorevoli, 21 contrari e 28 astenuti, l’Aula di Palazzo Madama ha scritto una pagina nuova nel rapporto tra capitale e lavoro.

Dal diritto costituzionale alla pratica

Settantasette anni dopo la promulgazione della Costituzione, l’articolo 46, che riconosce ai lavoratori il diritto di partecipare alla gestione delle aziende, trova finalmente una concreta attuazione. La nuova legge stabilisce modalità innovative per promuovere la collaborazione tra imprese e dipendenti, nel rispetto dei principi europei e internazionali. L’obiettivo sarà quello di rafforzare la competitività, difendere l’occupazione e valorizzare il lavoro anche dal punto di vista sociale ed economico.

Consigli di amministrazione aperti e utili redistribuiti

Non si tratta di un semplice bonus in busta paga. Il provvedimento prevede che i lavoratori possano entrare nei consigli di amministrazione e di sorveglianza. Inoltre, viene fissata una soglia minima del 10% degli utili aziendali da redistribuire ai dipendenti, secondo quanto previsto da contratti collettivi aziendali o territoriali.

Nel 2025, questi premi di partecipazione godranno di un regime fiscale agevolato: una tassa sostitutiva del 5% su un massimo di 5.000 euro per lavoratore. Un incentivo concreto per favorire il coinvolgimento diretto nella crescita aziendale.

Non solo soldi: innovazione, formazione e democrazia industriale

La legge non si ferma agli aspetti economici. Sono previsti strumenti strutturali per coinvolgere i lavoratori nei processi decisionali: piani di miglioramento continuo, innovazione di prodotto e processo, consultazioni aziendali obbligatorie e commissioni paritetiche.

Opportunità uniche acquisto in asta

 ribassi fino al 70%

 

Nasce anche una Commissione nazionale permanente per la partecipazione, con il compito di monitorare e promuovere l’applicazione della norma. E per chi siede negli organismi partecipativi, è prevista anche la formazione continua, per un coinvolgimento reale e competente. La nuova normativa guarda anche all’azionariato diffuso, aprendo alla possibilità per i lavoratori di diventare soci delle aziende in cui operano. Una scelta che mira a radicare il legame tra impresa e forza lavoro. E non sono escluse le cooperative: anche queste realtà potranno adottare i meccanismi partecipativi previsti dalla legge.

Reazioni: “Legge storica”, “Testo coraggioso”

Il mondo politico si divide, ma dal centrodestra arrivano applausi. Maurizio Lupi di “Noi Moderati” la definisce una “legge storica”, mentre Gelmini parla di un “testo coraggioso” che apre una nuova stagione nei rapporti industriali. L’opposizione, pur riconoscendo l’importanza del tema, critica le modifiche apportate durante l’iter parlamentare, accusando la maggioranza di aver diluito lo spirito originario dell’iniziativa popolare. La legge c’è, ed è ambiziosa. Ora la sfida si sposta nelle aziende, dove dovrà trasformarsi in pratica concreta. Saranno imprenditori, sindacati e lavoratori a dimostrare se la partecipazione può davvero diventare un motore di crescita condivisa.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Contributi e agevolazioni

per le imprese