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Cooperazione, dalla salute al lavoro con ‘investo in Senegal’


Questo l’obiettivo dell’iniziativa promossa da Amref Health Africa e finanziato con fondi dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics)

Pubblicato:16-05-2025 16:24

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Ultimo aggiornamento:16-05-2025 16:24


ROMA – Creare sviluppo economico per offrire lavoro e allo stesso tempo rafforzare la salute delle persone e delle comunità: questo l’obiettivo di ‘Investo in Senegal’, iniziativa promossa da Amref Health Africa e finanziato con fondi dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics).

“E’ diventata un modello perché coinvolge molti attori, società civile, diaspore, imprese, agenzie di formazione” assicura Paola Crestani, presidente di Amref Italia.

Riflessioni condivise nel corso del panel ‘Investo in Senegal: opportunità e prospettive per partnership profit-non profit’ ospitato da Codeway Expo, la Fiera della cooperazione internazionale e dello sviluppo sostenibile, in corso da oggi a venerdì a Fiera Roma.

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Evidenzia Crestani: “Amref non si occupa di salute solo portando cure, strutture sanitarie e formazione del personale, ma anche migliorando gli indicatori sulla salute”. Se una famiglia, continua la presidente, “ha benessere economico sufficiente per mangiare bene, bere acqua pulita, avere un lavoro dignitoso e mandare i figli a scuola, tutta la sua vita migliora, quindi fare economia solidale è anche occuparsi di salute”.

Amref negli anni quindi “ha realizzato tanti progetti, penso all’Etiopia, dove è stata garantita occupazione a oltre 1500 giovani, aiutati a inserirsi nel quadro del riciclaggio dei rifiuti urbani e dei servizi igienici, garantendo formazione, mentoring e accesso al microcredito”. Mentre si affrontano problemi di salute pubblica, sottolinea Crestani, “creiamo occasioni di reddito per le persone”.

Tornando a ‘Investo in Senegal’, Crestani riferisce: “Abbiamo formato 51 imprenditori, selezionati tra oltre un migliaio di proposte. Li abbiamo formati e affiancati con altrettanti membri della diaspora senegalese in Europa, consentendo loro l’accesso al microcredito ed erogando finanziamenti a fondo perduto fino a 30mila euro ciascuno”.

“Per me ‘Investo in Senegal‘ è stata una spinta fondamentale” testimonia Yacine Diagne, italiana, fondatrice di Marram Arte, il cui progetto imprenditoriale è stato scelto per essere accompagnato in Senegal. “Mi occupo di artigianato e il mio progetto consiste nel lavorare con giovani artigiani, ragazze e ragazzi, i cui prodotti hanno poca visibilità sul mercato europeo”. Professionisti organizzati in cooperative che ora “crescono e riescono a dare un futuro ai loro figli”.

In particolare, continua “nel distretto settentrionale di Ngaye Mekhe lavoro con 80 donne, che un giorno mi hanno presentato un problema, da cui abbiamo lanciato un nuovo progetto: le loro figlie non riuscivano ad andare a scuola per cinque giorni al mese a causa del ciclo mestruale. Abbiamo quindi contattato un’altra azienda che produce assorbenti lavabili e da qui abbiamo avviato una nostra produzione, che risponde alle necessità di queste famiglie. Una rete fantastica” che ha in lista ora “altri dieci progetti da realizzare” garantisce l’imprenditrice, che spera in una “fase 2 del progetto ‘Investo in Senegal‘” per superare le difficoltà di accesso ai canali di prestito bancario tradizionali.

A evidenziare il ruolo delle diaspore in questo progetto è Cleophas Dioma, presidente di Italia Africa Business Week: “Ci sono giovani in Italia giovani che sanno parlare italiano e altre due o tre lingue: il Piano Mattei per l’Africa deve assolutamente valorizzare questo patrimonio, se vuole avere successo”.

Durante l’incontro è stato illustrato infatti un approccio che mette al centro il ruolo delle comunità e del settore privato e che si propone come strumento efficace per connettere il Piano Mattei e le politiche italiane di cooperazione. “I processi di investimento” afferma Francesco Saverio Mele, coordinatore del settore impiego della sede di Aics Dakar, “devono inserirsi nel tessuto sociale delle comunità socio-ecomomiche presistenti, di cui il Senegal è esempio, per poter stringere un patto concreto con le popolazioni locali”.

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Letizia Pizzi, direttore generale di Confindustria Assafrica e Mediterraneo, evidenzia: “Da 40 anni lavoriamo in Africa, prima su input dei partner energetici e poi, con gli anni, di tante altre imprese in vari ambiti, lavorando anche in partnership con altri attori sul territorio”.

Fiducia a conoscenza radicata nei Paesi sono gli assi nella manica per il lavoro di realtà come Assafrica, sottolinea Pizzi, perché “ci permettono di guidare le imprese anche verso aree remote o marginali, per cogliere tutte le opportunità del territorio”.

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