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cosa cambia tra aumenti, voucher e Pnrr


È ancora in fase iniziale il negoziato tra Aran e sindacati sul nuovo contratto scuola 2022-24, che riguarda oltre un milione di lavoratori tra docenti, dirigenti e personale Ata. Al centro del dibattito non ci sono solo gli aumenti in busta paga, ma anche il possibile inserimento dei buoni pasto per alcune categorie del comparto. La trattativa si intreccia con le risorse Pnrr, i fondi destinati alle mense scolastiche, il nodo dei contratti a termine e l’esigenza di una riforma complessiva delle regole sulla mobilità e sul welfare professionale.

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In attesa del nuovo round previsto per fine maggio, restano distanti le posizioni tra governo e rappresentanze sindacali, mentre il ministro Valditara punta a chiudere l’accordo entro la fine dell’anno.

Contratto scuola: cosa chiedono i sindacati

L’introduzione dei buoni pasto viene spinta dai sindacati sulla scia dell’accordo raggiunto nel settore delle Funzioni centrali, che ha esteso il diritto anche a chi lavora da remoto. La richiesta riguarda l’intero comparto scuola, con l’intento di ottenere condizioni analoghe a quelle già riconosciute altrove.

Le sigle sindacali chiedono anche più certezze per i precari, regole chiare sull’uso dei fondi Pnrr e una gestione trasparente delle risorse d’istituto, da cui potrebbero arrivare i fondi per finanziare i voucher. Sul tavolo anche la revisione dei profili professionali del personale tecnico-amministrativo, un sistema di welfare interno e il nodo della mobilità. Divergenze marcate tra le sigle, con Anief e Gilda pronte a giocare un ruolo decisivo nella volata finale.

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Un emendamento al decreto Scuola-Pnrr che prevedeva l’assegnazione dei buoni pasto è stato bloccato in commissione Istruzione al Senato, a causa della mancanza di fondi. Una battuta d’arresto che però non ha scoraggiato i rappresentanti dei lavoratori, intenzionati a mantenere viva la proposta all’interno del negoziato con Aran.

Buoni pasto nel Ccnl: servono nuove risorse per l’Aran

Per Antonio Naddeo, presidente dell’Aran, parlare oggi di buoni pasto significa fare i conti con una platea troppo estesa e un bilancio che non regge.

“Senza una norma ad hoc e risorse aggiuntive non si va da nessuna parte”, ha dichiarato.

Nessuna chiusura netta, certo, ma la linea è quella della prudenza: aprire ora una breccia nel contratto 2022-2024 significherebbe creare illusioni su larga scala. L’unico spiraglio, al momento, riguarda dirigenti scolastici e personale tecnico-amministrativo: chi ha orari più estesi potrebbe rientrare, a tempo debito, nei parametri minimi per ottenere il beneficio.

Chi potrebbe avere diritto ai voucher nella scuola

Tra i lavoratori che potrebbero usufruire del beneficio ci sono soprattutto i dirigenti scolastici e il personale Ata, i cui orari giornalieri superano le sette ore grazie alla riduzione della settimana lavorativa da sei a cinque giorni. I docenti, in misura minore, potrebbero rientrare nei criteri in caso di carichi orari analoghi.

Rinnovo contratto scuola: a che punto siamo

La trattativa per il rinnovo del contratto scuola 2022-24 si trova ancora in fase preliminare. L’obiettivo condiviso, almeno sul piano delle intenzioni, è chiudere l’intesa entro fine anno. Tra le ipotesi in discussione ci sono aumenti lordi di 150 euro per i docenti e 130 euro per il personale tecnico e amministrativo.

Gli incrementi, tuttavia, si tradurrebbero in un incremento complessivo pari a circa il 6%, parte del quale è già stato assorbito tramite l’indennità di vacanza contrattuale. La prossima convocazione con Aran è fissata per il 28 maggio, e si affronteranno anche i nodi irrisolti sulla struttura dei contratti scolastici.

Valditara: risorse già previste per i prossimi contratti

Valditara ha annunciato un aumento del 9% delle risorse per la scuola. Per i prossimi contratti sono già stati stanziati 1.755 milioni nel 2025, 3.550 nel 2026 e 5.550 milioni l’anno dal 2027. Gli stipendi cresceranno progressivamente fino a un incremento del 2% annuo nel 2030.

Pnrr scuola: nuovi fondi per mense e tempo pieno

Valditara ha messo la firma su un decreto che apre la strada all’impiego di nuovi fondi Pnrr per migliorare l’offerta di mense scolastiche in regime di tempo pieno. Si parla di 210 progetti finanziabili, tra costruzioni ex novo e interventi di messa in sicurezza, per un totale che supera gli 83 milioni di euro.

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La fetta più consistente, oltre il 66%, è destinata al Mezzogiorno, per ridurre il divario territoriale. Gli enti che rientrano nel finanziamento avranno una scadenza ben precisa: entro marzo 2026 dovranno ultimare i lavori, e tre mesi dopo procedere ai collaudi.





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