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Finalmente crescono i prestiti: ad aprile la svolta per imprese e famiglie, dice l’ABI


Una novità che mancava da oltre un anno e che indica una possibile svolta per l’economia reale. Ad aprile 2025, i prestiti erogati dalle banche a imprese e famiglie italiane hanno registrato per la prima volta da marzo 2023 una variazione positiva su base annua. Secondo quanto emerge dall’ultimo Rapporto mensile dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana), si registra un aumento complessivo dello 0,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Un dato che segna una ripresa, se si considera che a marzo la variazione totale era stata nulla, a causa di un calo dell’1,1% per i prestiti alle imprese e una crescita dell’1,1% per quelli alle famiglie. Il dato di aprile conferma dunque una ripresa del mercato del credito nel suo complesso.

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Tassi d’Interesse in Discesa: Un Aiuto per Chi Chiede Finanziamenti

A sostenere questa ripresa del credito c’è un fattore importante per famiglie e imprese: i tassi d’interesse continuano a scendere. Un trend che l’ABI conferma essere in linea con l’andamento dei tassi di mercato, progressivamente diminuiti a partire da ottobre 2023. Ad aprile 2025, il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è sceso ulteriormente al 3,82%, dal 3,92% di marzo e dal 5,45% registrato a dicembre 2023. Per quanto riguarda i mutui, il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato ad aprile al 3,29%. Questo dato è leggermente superiore al 3,14% del mese precedente, un lieve incremento che risente dell’aumento del tasso IRS verificatosi a marzo, ma resta comunque significativamente inferiore al 4,42% di dicembre 2023. Il tasso medio calcolato sul totale dei prestiti in essere, quelli sottoscritti negli anni, è sceso ad aprile al 4,13%, rispetto al 4,21% di marzo.

Il Fronte della Raccolta Bancaria: Cresce Indiretta e Diretta

Passando al modo in cui le banche raccolgono fondi, il Rapporto ABI presenta un quadro altrettanto dinamico. La raccolta indiretta, quella che include gli investimenti in titoli che i clienti detengono presso le banche, ha mostrato un incremento robusto: ben 131 miliardi di euro tra marzo 2024 e marzo 2025. Di questi, 29,4 miliardi provengono dalle famiglie, 15,3 miliardi dalle imprese, e il resto dagli altri settori. Anche la raccolta diretta, che comprende depositi e obbligazioni, prosegue la sua dinamica positiva iniziata a inizio 2024. Ad aprile 2025 risulta in aumento dell’1,7% su base annua (+2,0% il mese precedente). Nello specifico della raccolta diretta, i depositi sono cresciuti dell’1,9% su base annua (+1,8% il mese precedente), mentre la raccolta a medio e lungo termine tramite obbligazioni è rimasta sostanzialmente stabile rispetto ad un anno fa (+0,1%; era +3,1% nel mese precedente).

I Tassi Riconosciuti su Depositi e Obbligazioni

Sul fronte dei tassi pagati dalle banche ai propri clienti per la raccolta, ad aprile 2025 il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita si è attestato al 2,37%. È interessante notare come a marzo tale tasso in Italia fosse superiore a quello medio dell’Area Euro (Italia 2,49%; area dell’euro 2,25%). Il tasso medio sul totale dei depositi (che include tutte le forme, dai conti correnti ai depositi vincolati) è stato lo 0,73% ad aprile (0,79% a marzo). Questo valore è significativamente più alto rispetto allo 0,32% registrato a giugno 2022, ultimo mese prima dei rialzi dei tassi da parte della BCE. Guardando specificamente ai soli depositi in conto corrente, il tasso medio era ad aprile lo 0,35% (0,38% a marzo, 0,02% a giugno 2022). Rispetto a giugno 2022 (0,29% sul totale depositi), l’incremento medio sui depositi è stato di ben 208 punti base. Anche il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso è cresciuto notevolmente rispetto al periodo pre-rialzi BCE: ad aprile 2025 si è attestato al 3,27%, segnando un incremento di 196 punti base rispetto all’1,31% di giugno 2022.

La Buona Notizia dei Crediti Deteriorati in Continua Diminuzione

Un altro dato estremamente positivo che emerge dal Rapporto ABI riguarda la qualità degli attivi bancari. A marzo 2025, i crediti deteriorati netti delle banche italiane (sofferenze, inadempienze probabili, esposizioni scadute, al netto delle svalutazioni) continuano a scendere, attestandosi a 31 miliardi di euro. Un leggero calo rispetto ai 31,3 miliardi di dicembre 2024 e ai 30,5 miliardi di dicembre 2023. Ma la vera dimensione del miglioramento si vede guardando indietro: rispetto al picco massimo di 196,3 miliardi raggiunto nel 2015, la riduzione supera i 165 miliardi. A marzo 2025, i crediti deteriorati netti rappresentavano l’1,51% dei crediti totali del settore bancario. Un rapporto stabile rispetto a dicembre 2024 (1,41% a dicembre 2023), ma enormemente inferiore al 9,8% del 2015. Un segnale chiarissimo della ritrovata solidità del sistema bancario italiano.

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