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“La nostra Taranto tornerà viva grazie al rilancio del commercio e della città vecchia”


Crisi del commercio, parcheggi introvabili, raccolta differenziata che sembra non funzionare. E, ancora, la piaga della disoccupazione e il crescente consumo di suolo. Sono solo alcuni dei problemi che affliggono la città e sulle soluzioni dei quali i tarantini si aspettano e attendono risposte e soluzioni concrete.

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Cosa ne pensano i candidati a sindaco? Oggi lo abbiamo chiesto a Francesco Tacente la cui candidatura a sindaco è appoggiata da Evviva Taranto-Udc, Prima Taranto, Riformisti per Taranto-Socialisti, Fortemente liberi-Tacente sindaco, Patto popolare, Noi Taranto e Taranto popolare.

Tacente, in una città piegata dalla crisi c’è un settore, quello del commercio e quello di vicinato in particolare, che ne risente pesantemente. Come intende muoversi?

«Taranto deve tornare a essere una città viva e attrattiva anche grazie al rilancio del suo tessuto commerciale. Consideriamo il settore del commercio di prossimità un ambito degno di una attenzione specifica sia per il momento di forte criticità che esso attraversa con conseguenze rilevanti sul piano dell’economia locale e dei livelli di occupazione del settore, sia perché la vitalità del commercio significa vitalità e vivibilità dell’intera città. Noi ci impegniamo a concorrere con tutti gli operatori del settore alla formulazione di un piano che riguardi specificamente le distinte zone dell’ambito cittadino e che possa condurre ad una distribuzione territoriale e ad una migliore fruibilità degli esercizi da parte dei clienti e consumatori, a misure anche con riferimento alla fiscalità comunale che possano rivitalizzare un settore di tale rilievo nell’economia cittadina.

Per molti versi collegate alla criticità attraversata dal commercio di prossimità sono le questioni legate alla viabilità, ai trasporti pubblici ed ai parcheggi per i quali occorre proseguire nella realizzazione dei grandi progetti già finanziati, come le Brt, o avviati, ma nel contempo offrire risposte alle urgenze con soluzioni che siano condivise tra tutte le parti. Per altro verso siamo consapevoli della importanza dei mercati rionali e del commercio ambulante. Per questa ragione riteniamo opportuno avviare nell’immediatezza un confronto ed una programmazione largamente condivisa di tutti gli aspetti particolarmente complessi e delicati che riguardano questo tipo di attività».

È più facile per un tarantino centrare il 6 al Superenalotto piuttosto che trovare parcheggio. Come si viene a capo della situazione?

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«I parcheggi al Borgo rappresentano un’altra sfida per la sostenibilità urbana e ambientale: perché con più parcheggi c’è meno traffico e inquinamento. Sarà nostra cura attivare 3 aree parcheggio. Per prima quella della Caserma Mezzacapo, previo accordo con la Marina, che avrà sbocchi da via Di Palma e via Principe Amedeo da dove passerà anche una linea Brt. Poi cercheremo di definire una soluzione per un palazzo del Borgo di proprietà pubblica che potrà ospitare un silos. Infine, attiveremo immediatamente l’assessorato competente per progettare il nuovo grande parcheggio che sarà ubicato nell’area sottostante la Villa Peripato e che recentemente è stato finanziato».

Turismo: la presenza di turisti in città è in aumento ma non sempre i servizi offerti sono all’altezza.

«Questo tema rientra a pieno titolo nella Taranto accogliente, che è uno dei pilastri del nostro programma. Il nostro lungomare, la Città Vecchia, le nostre spiagge, i nostri percorsi culturali, storici, archeologici e naturalistici: tutto dovrà essere valorizzato e raccontato a chi verrà da fuori. Taranto ha una storia millenaria, un patrimonio artistico, paesaggistico e culturale che il mondo ci invidia per quelle che sono le nostre unicità. Noi desideriamo una Taranto che diventi una meta turistica di riferimento del Sud Italia, con un’offerta culturale all’altezza della sua grandezza, che però va prolungata. Come detto in precedenza, potenzieremo tutti i servizi di nostra competenza, dialogheremo con i commercianti per testare la capacità di accoglienza soprattutto nei giorni gli approdi delle navi da crociera e interloquiremo con le altre istituzioni per il miglioramento dei collegamenti».

Nei programmi si parla di città vecchia. La maggior parte degli immobili, purtroppo quelli più fatiscenti, sono di proprietà comunale. Come intende agire?

«La nostra coalizione ha una visione chiara: la città vecchia va abitata, vissuta, rispettata e rilanciata. Ci sono dei finanziamenti che potremo utilizzare per gli affacci su Mar Piccolo e Mar Grande e, perché no, immaginare delle aree pedonali antistanti il mare come avviene in tutte le città di mare che non hanno la fortuna di avere intorno tanta bellezza come invece noi l’abbiamo. Finanziamenti che dovranno riqualificare l’edilizia storica, incentivare il recupero conservativo, il restauro, ma anche favorire la creazione di alloggi per giovani, artisti, studenti e famiglie, sostenere le attività culturali e artigianali, rendendo la Città Vecchia un polo di creatività, arte, musica, ricerca e tradizione e infine favorire i percorsi tra i suoi tesori: il Duomo, il Chiostro di San Domenico, i palazzi storici e gli ipogei. La Città Vecchia sarà il simbolo della rinascita di Taranto».

Cemento o più aree verdi e parchi per bambini?

Ma certamente più aree verdi e parchi per bambini. Ci sarà grande attenzione per la pianificazione urbanistica. Le “zone di espansione” frutto del sovradimensionamento si sono rivelate vere e proprie enclavi disseminate sul territorio comunale, distanti e staccate tra loro, prive di servizi e di qualità urbana, da cui una “non città”. Taranto, al contrario di quanto previsto nel vigente Prg esempio dell’urbanistica degli anni ‘70, sovradimensionato e discutibile sulle scelte urbanistiche, va letta e valorizzata nella sua dimensione storico-culturale-ambientale. Taranto e il Mar Piccolo sono il baricentro del sistema ambientale culturale della Magna Grecia, dell’arco Jonico costiero e, scendendo di scala, l’isola della Città Vecchia e le due penisole contrapposte, Porta Napoli e il Borgo devono riprendere la loro centralità come margine permeabile terracqueo del sistema del Mar Piccolo, la piazza naturale della città. Oltre alle aree verdi e ai parchi, non trascurerei l’importanza delle strutture sportive soprattutto alla luce dell’eredità che lasceranno i Giochi del Mediterraneo. I Giardini Peripato, ad esempio, saranno impreziositi da un campo di basket 3×3, anch’essa divenuta disciplina olimpica».

Parliamo di disoccupazione. Nei limiti di quelle che sono le competenze dell’amministrazione comunale (che pure in molti casi è stazione appaltante), quali sono i suoi programmi?

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«Rendere innanzitutto il territorio attrattivo e agevolando gli investimenti dei privati. Poi un report su pianta organica comunale e concorsi. Ma non solo. Se si aprono i cantieri si crea lavoro. E tutti i nostri progetti che riguardano il turismo, lo sport, la blue economy, la rigenerazione urbana, potranno creare queste condizioni. Una grossa mano la daranno i finanziamenti previsti da fondi europei, Pnrr e Cis. Poi il nuovo Tecnopolo di Taranto svolgerà un ruolo fondamentale nella nuova economia legata all’idrogeno green. Sarà il polo di raccordo tra la grande industria, le piccole e medie imprese, le Università e il mondo della Ricerca, spingendo fattivamente i nuovi processi e i nuovi prodotti verso le tecnologie del futuro e la digitalizzazione con l’utilizzo nei propri sistemi dell’intelligenza artificiale».

Come si riportano in città le eccellenze che lavorano altrove e cosa fare perché i giovani tarantini possano restare a studiare e lavorare a Taranto?

«La terza declinazione di Taranto Accogliente riguarda una città culturale e universitaria, quella che in un prossimo futuro faremo diventare un’Università autonoma se pensata per un’offerta distintiva e qualitativa con una destinazione concreta nel mondo del lavoro. Un’opportunità, in tal senso, è rappresentata dalla Cittadella universitaria collegata all’ospedale San Cataldo che è già stata finanziata, quindi parliamo con cognizione di causa rispetto a risorse a disposizione che dovremo avere la capacità di indirizzare pensando contestualmente a uno sviluppo urbanistico, sociale ed economico a misura di studente. Attraverso una rielaborazione degli accordi di programma già attivati con l’Università Aldo Moro, da ampliare a tutte le altre autorevoli realtà universitarie sul territorio, come il Politecnico, la Lumsa ed il Conservatorio Paisiello, va rafforzata la visione unitaria e composita insieme della presenza universitaria a Taranto e la percezione della qualità esistente, per ridurre l’esodo dei giovani studenti verso altre sedi lontane. Nel contempo vanno perseguite le linee già in atto di sostegno agli studenti in sede, attraverso premialità di studio, assegni di merito, alloggi e servizi. Nel nostro programma parliamo della Città dei talenti, un nuovo spazio per crescere. Il futuro nasce investendo nei giovani, nella creatività e nella formazione di eccellenza. Noi vogliamo trasformare il Parco della Musica situato ai BAC – ex baraccamenti Cattolica, in un grande centro dedicato alle arti, alla cultura e alle tecnologie. Un polo innovativo dove i talenti tarantini potranno emergere, costruendo nuove opportunità per sé e per tutta la città».

Raccolta differenziata, come la organizzerebbe?

«Nell’ambito del decoro urbano, la raccolta differenziata è una pratica fondamentale per la gestione sostenibile dei rifiuti. Per noi va perseguita con caparbietà, affiancando ad una costante opera di informazione e sensibilizzazione gli utenti, specie dei più giovani, strumenti e metodi efficaci per raggiungere in breve tempo risultati soddisfacenti. Si può fare, in tal senso, tesoro dell’esperienze accumulate che comprendono sia elementi di positività che alcune negatività da correggere. Quindi intendiamo valutare tutte le opzioni quartiere per quartiere, se non proprio via per via.

Sotto altra prospettiva l’amministrazione dovrà dare riscontro all’esigenza che vi sia una attività sanzionatoria certa per coloro i quali deliberatamente abbandonino rifiuti, talvolta anche ingombranti e pericolosi, al di fuori di ogni limite di minima civiltà, addebitando loro i costi per la rimozione e lo smaltimento».

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