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HCOB PMI® Flash: primo calo della produzione dell’eurozona in cinque mesi, con il terziario in declino


I dati previsionali dell’indagine PMI® di maggio hanno indicato un nuovo calo dell’attività economica dell’eurozona, causato dall’ennesima flessione dei nuovi ordini. La riduzione della produzione si è concentrata nel settore terziario, visto che il manifatturiero è modestamente cresciuto. A metà del secondo trimestre, anche il breve periodo di crescita occupazionale si è concluso, con il livello degli organici che a maggio si è mantenuto stabile. Allo stesso tempo, i livelli di fiducia sono rallentati ulteriormente, segnando il valore minimo in 19 mesi. Per quanto riguarda i prezzi, il tasso di inflazione di entrambi i prezzi di acquisto e di vendita è risultato più lieve, anche se ciò cela a livello settoriale tendenze contrastanti. I prezzi di acquisto e di vendita del manifatturiero sono diminuiti, limitando l’inflazione al settore terziario.

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Una volta destagionalizzato, l’Indice HCOB Flash PMI Composito della Produzione dell’eurozona, redatto da S&P Global e basato circa sull’85% delle consuete risposte finali dell’indagine, è sceso a maggio a 49.5 da 50.4 di aprile, segnando un valore inferiore alla soglia di non cambiamento di 50.0 per la prima volta in cinque mesi. Questo valore rilevato nel mezzo del secondo trimestre dell’anno mostra un calo della produzione del settore privato a un tasso di contrazione che tuttavia è stato solo marginale.

Il nuovo calo dell’attività economica totale riflette la modesta riduzione dell’attività terziaria, in calo per la prima volta da novembre scorso e al tasso più rapido in 16 mesi. Al contrario, la produzione manifatturiera di maggio per il terzo mese consecutivo ha continuato a crescere, e a un tasso invariato rispetto ad aprile.

Dopo essere aumentata in ciascuno dei primi quattro mesi dell’anno, la produzione tedesca è diminuita. Ciò significa che la Germania ha raggiunto la Francia in zona contrazione, con l’attività economica francese che quindi segna un calo per il nono mese consecutivo. Il resto dell’eurozona continua a superare le prestazioni delle due maggiori economie, registrando una crescita sostenuta, ma indicando il più lento tasso di espansione da gennaio.

Se il calo complessivo della produzione di maggio segue un periodo di crescita, i nuovi ordini continuano a diminuire su base mensile da ormai un anno. L’ultima riduzione dei nuovi ordini è stata modesta, ma la più elevata da dicembre 2024. Come per l’attività, il calo totale riflette la debolezza del terziario, le cui nuove commesse hanno segnato un calo per il quarto mese consecutivo. I nuovi ordini manifatturieri sono rimasti stabili, concludendo un periodo di declino durato tre anni. Oltre al calo dei nuovi ordini totali, anche le commesse estere (che includono il commercio intra-eurozona) sono lievemente diminuite, con un tasso di contrazione quasi invariato rispetto ad aprile.

A maggio, si è anche concluso il periodo di due mesi consecutivi di marginale aumento dei posti di lavoro, con gli organici rimasti invariati. In questo caso, il lieve aumento dei livelli occupazionali del terziario è stato annullato da un calo modesto degli organici manifatturieri, che peraltro ha indicato il tasso di riduzione più lento in un anno. In Germania e Francia, i posti di lavoro sono diminuiti, ma sono aumentati nel resto dell’eurozona.

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Poiché i nuovi ordini sono nuovamente diminuiti, le aziende dell’area euro sono di nuovo riuscite a ridurre gli ordini inevasi nel mese di maggio. Le commesse acquisite ma non ancora completate continuano a ridursi da ormai ventisei mesi consecutivi, e a tasso forte, il più elevato di quest’anno in corso.

A maggio, similmente alle divergenze in termini di produzione, i settori manifatturiero e terziario hanno registrato scenari differenti anche sui prezzi. I prezzi di acquisto del manifatturiero sono diminuiti per il secondo mese consecutivo, e al tasso maggiore da marzo 2024. D’altro canto, quelli terziari hanno di nuovo indicato un forte aumento, e a un tasso di inflazione poco più forte di aprile. Nel complesso, i prezzi di acquisto sono cresciuti a un tasso grossomodo simile a quello di aprile, con l’inflazione appena inferiore alla media di serie.

Il tasso di inflazione dei prezzi di vendita rilevato nell’indagine di maggio è nel frattempo rallentato ai minimi in sette mesi. Come per i prezzi di acquisto, l’aumento delle tariffe che il terziario ha applicato ai clienti ha controbilanciato il calo dei prezzi di vendita del manifatturiero, il primo in tre mesi. In Francia i prezzi imposti al cliente sono diminuiti, continuando però a salire in Germania e nel resto d’Eurozona.

L’attività di acquisto di maggio delle aziende manifatturiere dell’eurozona è di nuovo diminuita, ma sono stati rilevati segnali di aziende che hanno diminuito le cautele sulle decisioni di acquisto. Il tasso di contrazione degli acquisti è rallentato per il sesto mese consecutivo, segnando il valore più debole nell’attuale sequenza di declino di 35 mesi. Allo stesso modo, anche se le giacenze degli acquisti sono fortemente diminuite, quest’ultimo calo è stato il più lento da aprile 2023, mentre le scorte di prodotti finiti hanno indicato il calo meno pronunciato in otto mesi. I tempi di consegna dei fornitori continuano ad accorciarsi per il quarto mese consecutivo, anche se marginalmente.

Dopo il forte calo di aprile, il livello di fiducia di maggio è di nuovo diminuito toccando i minimi da ottobre 2023. Anche l’ottimismo è stato più debole della media di serie, con un calo complessivo che riflette il nuovo indebolimento della fiducia tra le aziende del terziario, il cui l’ottimismo è sceso al valore più debole da settembre 2022. Di fatto, escludendo l’inizio della pandemia da Covid-19 nel 2020, l’ottimismo del terziario ha segnato il secondo valore minore dalla fine del 2012. In netto contrasto, l’ottimismo di maggio mostrato dal manifatturiero si è rafforzato ed è stato il più elevato da febbraio 2022.

Commento

Analizzando I dati PMI flash Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “L’economia dell’eurozona sembra avere difficoltà a stare in equilibrio. Da gennaio, il PMI generale ha evidenziato soltanto un lieve accenno di crescita e a maggio il settore privato ha addirittura riportato una contrazione. Tale situazione non è attribuibile ai dazi statunitensi. I tentativi di anticipare gli effetti dei dazi potrebbero in effetti spiegare in parte perché il settore manifatturiero ha retto un po’ meglio negli ultimi tempi. Le aziende del settore industriale hanno aumentato la loro produzione per il terzo mese consecutivo e, per la prima volta dall’aprile 2022, i nuovi ordini non sono diminuiti. D’altro canto, le aziende dei servizi, che generalmente sono meno esposte alla politica commerciale degli Stati Uniti, a eccezione dei settori come la logistica internazionale, stanno assistendo alla prima contrazione dell’attività economica da novembre 2024. Sebbene la domanda estera di servizi si stia attenuando, è la debolezza della domanda interna che sembra trascinare verso il basso il settore. L’immagine di maggio non è rosea e, guardando avanti, le aziende sono solo cautamente ottimiste. L’indice delle prospettive future è ancora ben al di sotto della sua media di lungo termine, anche se ci sono ragioni per essere fiduciosi nel futuro. La ripresa del settore manifatturiero è generale, con segnali incoraggianti provenienti sia dalla Germania che dalla Francia. Ulteriori tagli ai tassi di interesse potrebbero dare una spinta, con il contributo fornito anche dal calo dei prezzi del petrolio rispetto all’anno scorso. La Germania, in particolare, potrebbe prepararsi a rivendicare il suo ruolo di motore economico dell’eurozona, grazie a una politica fiscale potenzialmente molto espansiva. Ciò è confermato dal notevole aumento dell’indice di produzione futura della Germania, che è salito a un livello superiore alla media. Questi dati potrebbero disorientare la Banca Centrale Europea. L’inflazione dei prezzi di vendita del settore dei servizi è scesa leggermente da un livello già basso, ma i prezzi di acquisto continuano ad aumentare e addirittura a prendere velocità. Con il calo dei prezzi energetici, la causa principale è probabilmente l’aumento dei salari. Tuttavia, la BCE sembra incline a continuare a tagliare cautamente i tassi, soprattutto se i prezzi di acquisto nel settore manifatturiero sono in calo”.

Immagine di freepik



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