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Fondo nazionale del Made in Italy: tutto sulle risorse dedicate


Il decreto del 25 febbraio 2025 del MEF, recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale, definisce un impianto strutturato e articolato per il sostegno pubblico al Made in Italy, puntando sul rafforzamento delle filiere strategiche attraverso il coinvolgimento di capitale privato e investimenti in imprese e infrastrutture immobiliari.

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I progetti più rilevanti includono innovazione, internazionalizzazione, aggregazioni industriali e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico o in concessione. Il fondo ha una dotazione pari a 1 miliardo di euro per il primo biennio.

Finalità del Fondo

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Il Fondo Nazionale del Made in Italy (FNMI), istituito dall’art. 4 della legge n. 206/2023 e disciplinato dal decreto in esame, ha l’obiettivo di sostenere, rafforzare e rilanciare le filiere strategiche italiane. Gli investimenti vengono effettuati nel rispetto delle norme sugli aiuti di Stato, con criteri di mercato e obiettivi di politica industriale ed economica.

Settori strategici e filiere prioritarie

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Gli ambiti di intervento vengono definiti dal Comitato tecnico strategico e includono:

  • materie prime critiche (estrazione, trasformazione, riciclo)
  • altre filiere di eccellenza dell’industria italiana coerenti con gli indirizzi strategici nazionali.

Veicoli di investimento

Il FNMI opera tramite due veicoli:

  1. Fondo FRA (Real Asset): investe indirettamente in asset immobiliari strumentali alle imprese target, anche pubblici o in concessione.
  2. Fondo FI (Imprese): investe direttamente o indirettamente (tramite fondi di private equity) nelle imprese target ammissibili.

Ogni fondo è affidato a una SGR italiana specializzata, selezionata secondo procedure pubbliche.

Imprese ammissibili

Possono beneficiare del Fondo le Società di capitali (incluse cooperative e quotate) con sede legale in Italia, non operative nel settore bancario, finanziario o assicurativo:

  • in possesso di adeguata solidità patrimoniale, redditività attuale o prospettica, e potenzialità di crescita e consolidamento del settore;
  • regolarmente iscritte al Registro imprese, non in liquidazione o in procedure concorsuali, e senza cause ostative.

Tipologie di investimenti ammessi

Gli investimenti ammissibili rientrano in due macro-categorie:

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

  1. Investimenti in Imprese Target (Fondo FI)
  • Acquisto di partecipazioni di minoranza o maggioranza;
  • Sottoscrizione di strumenti di capitale di rischio (azioni, strumenti partecipativi, etc.);
  • Coinvestimenti con soggetti privati;
  • Investimenti indiretti tramite fondi target (diretti o indiretti).

 

  1. Investimenti in Asset Immobiliari Strumentali (Fondo FRA)
  • Acquisto, regolarizzazione e valorizzazione di asset immobiliari funzionali all’attività di imprese target;
  • Partecipazioni indirette mediante fondi immobiliari;
  • Leasing, concessioni, contratti di godimento;
  • Coinvestimenti con soggetti privati o pubblici.

Condizioni e limiti

Gli interventi devono rispettare le normative europee in materia di aiuti di Stato (regime “de minimis”, GBER art. 22, etc.). Il FNMI può finanziare fino al 50% degli investimenti complessivi, lasciando la parte restante a investitori privati. Gli investimenti prevedono una durata a medio/lungo termine. È vietata la partecipazione sistematica a coinvestimenti obbligatori con soggetti terzi.

Governance e controllo

Il Comitato tecnico strategico:

  • definisce settori, strategie e soglie d’investimento;
  • monitora l’andamento degli investimenti;
  • formula indirizzi e pareri su piani e progetti.

Il decreto impone criteri ESG e principi di finanza responsabile per tutte le operazioni.



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