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Ex Ilva, Salvini: «Senza privati credibili giusto nazionalizzare». Bernini: «In Italia contrario di Usa, vogliamo attrarre studenti stranieri»


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Nella terza giornata i ministri Gilberto Pichetto Fratin, Matteo Salvini, Anna Maria Bernini, Elisabetta Casellati, Luca Ciriani e Giuseppe Valditara. Tra gli ospiti anche il sottosegretario con delega all’informazione ed editoria Alberto Barachini, Paolo Gentiloni e il vice ministro dell’economia Maurizio Leo

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Ponte stretto, Salvini: «Con il Colle interlocuzione diretta»

“L’interlocuzione con il Quirinale è diretta”. Lo ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, nel corso del Festival dell’Economia di Trento organizzato dal Gruppo 24 Ore e Trentino Marketing per conto della Provincia Autonoma di Trento. “Il decreto – ha aggiunto – inizierà il percorso nei prossimi giorni e il mio obiettivo è quello che ci sia rigore assoluto. Il parlamento troverà la formula per garantire che ci sia la trasparenza e il controllo. Ricordo che è un ponte non ancora partito. È la prima volta che c’è una opera indagata prima che inizi”.

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Il vicepremier affronta poi il tema della pace fiscale: “L’obiettivo è quello di fare la pace fiscale nell’estate 2025. Stiamo aspettando le stime”. “La pace fiscale – ha aggiunto – porta soldi nelle casse dello stato e non stiamo parlando di evasione fiscale ma di gente che ha fatto la dichiarazione dei redditi e non è riuscito a pagare tutto”.

Il leader della Lega dà poi il suo punto di vista sul terzo mandato: “Sul terzo mandato ho capito che non lo vuole nessuno. Secondo me è un errore perché è una riduzione della democrazia. Detto questo mi sono messo l’anima in pace e non c’è nessuno scricchiolio sul terzo mandato”.

Sull’ex Ilva Salvini dice «assolutamente sì» a chi gli chiede se, come extrema ratio, fosse favorevole a una nazionalizzazione dell’ex Ilva alla luce dei problemi con il bando di vendita. «Se non c’è un privato con un piano credibile, è giusto che lo Stato faccia lo Stato».

Infine i dazi: “Conto che ci sia qualcuno a livello europeo che stia trattando con gli Stati Uniti, come sta trattando Cina, Messico, India, i britannici. Conto che a Bruxelles qualcuno abbia la linea telefonica diretta. Se arriva un accordo con Cina, Canada, Gran Bretagna, Messico e India e resta fuori l’Unione europea, il problema non è il modo di trattare ma è la mancanza di interlocuzioni serie. L’impressione è che non ci sia nessuno da fare da contro altare”.

Bernini: «In Italia contrario di Usa, vogliamo attrarre studenti stranieri»

Negli Stati Uniti tra Università e Governo «sta succedendo quello che non abbiamo fatto accadere in Italia. La nostra priorità è stata garantire libertà e universalismo all’università, con un unico invalicabile limite: no alla violenza. Abbiamo cercato di fare il contrario di quello che sta facendo Trump. La linea per valorizzare la formazione italiana, l’accademia, è stato di attirare persone da fuori». Lo ha detto Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca, intervenendo al panel “Finanziamenti internazionali, ricerca e università”, nell’ambito del Festival dell’economia di Trento, organizzato dal Gruppo 24 Ore insieme a Trentino Marketing per conto della Provincia Autonoma di Trento e con il contributo del Comune di Trento e dell’Università di Trento. «Noi vogliamo attirare persone nel nostro Paese, ricerca, formazione non devono avere confini», ha continuato Bernini, sottolineando che tra i punti cardine della linea del ministero ci sono internazionalizzazione e flessibilità. Nel dettaglio, «dobbiamo dare e ricevere capitale umano, gli studenti e i ricercatori non sono capitale politico e le scelte su studenti e ricercatori non devono avere colore politico» e considerare che «l’irrigidimento porta alla chiusura della conoscenza: dobbiamo essere molto flessibili e interdisciplinari».

«Avere tanti cervelli italiani che se ne vanno non è una buona cosa. Noi dobbiamo creare le condizioni per cui ritornino. E avere anche cervelli che arrivano dall’estero» ha detto Bernini. «Ora il saldo è negativo», ha aggiunto Bernini, sottolineando che comunque «dal 2023 ad oggi siamo stati bravi come sistema, abbiamo aumentato il numero degli studenti stranieri del 50%».

In ambito di attrattività per professori e ricercatori in uscita dagli Stati Uniti, il programma di 500 milioni di euro in tre anni annunciato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è stato «apprezzato» ma «abbiamo chiesto di aumentare» le risorse. E soprattutto, su questo fronte, come singoli paesi «contiamo poco, facendo valere caratteristiche nazionali in una cornice europea allora “sì che spacchiamo”. Se ci presentiamo in ordine sparso sbagliamo. O tutti insieme o niente», ha continuato Bernini, concludendo che «noi vogliamo essere competitivi verso il resto del mondo, possiamo esserlo solo uniti in Europa».

Informazione, Barachini: «Over The Top stanno facendo editori ma senza vincoli»

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“La distribuzione dei dati puo’ modificare la partecipazione democratica delle persone. Esemplificando, qualunque supermercato delle nostre città è in grado di sapere quali prodotti rifornire nei quartieri delle nostre città. Se questo avviene vuol dire che il dato è talmente raffinato e preciso da poter consentire questa logica commerciale. Posso anche andare a conoscere a quale taglio di informazione può essere sensibile una determinata area. Ma un prodotto commerciale è un prodotto, l’informazione non è un prodotto, è fragile, produce effetto su coscienza critica democratica”. Lo ha sottolineato Alberto Barachini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega all’informazione e all’editoria, nel corso del suo intervento al panel ’Colonizzatori di dati’ in corso al Festival dell’Economia di Trento,

Ciò “non significa fare un’azione di deterrenza ma bisogna stabilire quali possano essere dei guard rail etici per evitare che i dati sensibili diventino di proprietà di persone che ne fanno utilizzo non corretto. Il tema a monte è che i grandi Over the top stanno facendo gli editori, anche se non hanno stessi vincoli e responsabilità. Siamo passati dal contenuto alla distruzione del contenuto che diventa contenuto stesso. Non possiamo consentire che i titolari dell’informazione nazionale diventino soggetti esterni al nostro Paese a volte governati direttamente da chi controlla l’autorità politica. Tik Tok ad esempio non ha governance chiara”.



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