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Welfare, il ruolo dei fondi sanitari integrativi


Sono oltre 17 milioni in Italia gli iscritti ai fondi sanitari integrativi. Una realtà oramai ineluttabile considerato il progressivo invecchiamento della popolazione e la riduzione delle finanze pubbliche.

Il tema è stato al centro di un confronto, moderato dal direttore generale di Sanifonds Trentino Alessio Scopa, al Festival dell’Economia di Trento, a cui hanno partecipato Alberto Brambilla presidente di Itinerari Previdenziali, Stefano Castrignanò direttore di Osservatorio Italian Welfare, Luca Foresti, impeditore e fondatore First Principles e l’assessore alla salute, politiche sociali e cooperazione della Provincia autonoma di Trento, Mario Tonina.

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Finanziare il welfare: quale ruolo per i fondi sanitari integrativi? Nella foto: Alessio Scopa, Alberto Brambilla, Stefano Castrignanò, Luca Foresti, Mario Tonina [
Nicola Eccher – Archivio Ufficio Stampa PAT]

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Sui fondi integrativi l’assessore Tonina ha evidenziato come il Trentino non parta da zero, ricordando gli esempi di Sanifonds, Laborfonds e di PensPlan. “Il tema è prioritario per la Provincia che investe un terzo del proprio bilancio sulla sanità, circa un miliardo e mezzo di euro, – ha detto Tonina – ma siamo consapevoli che se non si interviene sulla prevenzione in futuro potrebbero non bastare. E’ necessario un cambio di passo che è soprattutto culturale. Dobbiamo rivolgerci ai giovani, lavorando nelle scuole per trasmettere le giuste informazioni. La risposta è quella di promuovere un welfare territoriale integrativo e mutualistico per garantire universalità, equità e solidarietà. Queste tre parole per noi hanno un significato fondamentale sul quale dobbiamo costruire il futuro”. L’assessore Tonina ha poi annunciato che in occasione dei 10 anni di Sanifonds, nel 2026, verranno organizzati a Trento gli stati generali della previdenza sanitaria.  

“I mutamenti demografici, con gli ultra 65enni che sono il 24% della popolazione, rendono la sanità integrativa una necessità – ha evidenziato Alberto Brambilla – che ha sottolineato come lo Stato sia ancora latitante sul tema. Bisogna fare un passo in avanti – ha detto – passando da un welfare state ad una forma di welfare mix in cui il pubblico e il privato collaborano per mantenere i livelli di protezione sociale. I fondi integrativi sono esplosi in Italia, ma non c’è ancora una normativa di riferimento. Bisognare fare più prevenzione in sanità perché le spese sanitarie sono per il 70% riferite alle malattie croniche”. 

“Considerata la complessità dello scenario che abbiamo di fronte non bastano solo i finanziamenti – ha detto Stefano Castrignanò – ma serve anche cambiare passo dal punto di vista del metodo su come progettiamo le politiche di welfare. Servono politiche sinergiche. Dobbiamo soprattutto sviluppare un welfare contrattuale che diventa cruciale per allargare la platea dei beneficiari. Purtroppo, però, nel mondo dei fondi sanitari la normativa è quasi inesistente. Per fare politiche efficaci servono visione, competenza e conoscenze”.

Infine Luca Foresti, per il quale servirebbe rendere obbligatoria l’assicurazione sanitaria per i lavoratori di tutte le aziende, come avviene in Francia. Soprattutto per coprire la parte non ospedaliera.

(fm)



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