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Oli minerali, Italia leader grazie a un marchigiano: «Siamo maestri del riciclo»


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ANCONA L’Europa riconosce il modus operandi del marchigiano abituato a lavorare con una visione chiara e con regole precise, da seguire e far seguire, per raggiungere l’obiettivo. È il caso di Riccardo Piunti, nato e cresciuto ad Ancona per poi spiccare il volo verso una lunga carriera di 35 anni in Eni e, dal 2018, al Conou, il Consorzio Nazionale per la raccolta e la rigenerazione degli oli minerali usati. Dal 2021 ne è presidente, lo scorso anno è stato confermato al secondo mandato.

La crisi climatica

Gli oli minerali sono oli lubrificanti, derivati dal petrolio, utilizzati per proteggere parti meccaniche, come motori di auto e macchinari industriali. Sono comunemente usati anche in cosmetica e come agenti insetticidi in agricoltura. «Se io fossi la Terra sarei molto arrabbiato con l’homo sapiens», afferma con decisione, sottolineando che «il riciclo è tra le soluzioni contro la crisi climatica, e il Conou sta dando un grande contributo». Classe 1955, figlio di ferrovieri; padre di San Benedetto del Tronto e madre veneziana «esperta di cucina marchigiana». A sedici anni lascia, per motivi di lavoro familiari, il capoluogo dorico e si trasferisce a Roma, dove si laurea come ingegnere nucleare. Con orgoglio conserva ancora la cadenza anconetana e un legame indissolubile con i suoi amici di liceo. «Abbiamo la chat della IIIB del Rinaldini, ad Ancona ho i miei amici veri e so che posso sempre contare su di loro».

Di made in Marche ha la verve. Da quando è al timone di Conou ha messo in atto ciò che faceva il marchigiano per lo Stato Pontificio, l’esattore.

E, per farlo capire, ci scherza su ammettendo di aver avuto l’approccio di un vero e proprio «marchigiano alla porta». I risultati sono arrivati e ha fatto volare in alto il valore del lavoro del Consorzio. «In tre anni, 2022-2023-2024, abbiamo recuperato 3 milioni di euro di contributo ambientale. Con la governance ho portato avanti, sin da subito, due battaglie. In primis ci siamo dati degli standard più chiari, trasparenti e controllati perché l’intento è stato quello di mettere in piedi un sistema di controllo molto forte ed efficace, anche rispetto alla legge 231/2001 – spiega Piunti – la seconda battaglia condotta in parallelo è stata quella di colpire l’evasione del contributo ambientale, che è versato dalle imprese che immettono oli lubrificanti al consumo». Il virtuosismo del Consorzio presieduto da Piunti sta nei numeri.

«Siamo dei recordman europei. In Italia raccogliamo, gratuitamente e attraverso 103mila punti di raccolta, il 100% dell’olio minerale e lo rigeneriamo per il 98%. La media europea di raccolta è invece dell’82%, di cui ne viene rigenerato solo il 61%». Nel 2024 il Conou ha raccolto oltre 188mila tonnellate di olio lubrificante usato (proveniente da officine e fabbriche), «tanto da riempirci lo Stadio Olimpico fin su le gradinate», circa 5000 tn in più rispetto al 2023. Guardando ai numeri delle Marche, dove operano quattro raccoglitori del Consorzio dislocati tra Pesaro, Macerata, Ascoli Piceno e Ancona, il trend è lo stesso: nel 2024 sono state raccolte 5900 tonnellate a fronte delle 4600 tonnellate del 2023.

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