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Pac, dal Consiglio Agrifish no al Fondo Unico – Economia e politica


La proposta della Commissione Ue di riunire in un Fondo Unico le risorse del Fondo Europeo per la Coesione e dei fondi della Politica Agricola Comune – il Fondo Europeo per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale (Feasr) ed il Fondo Europeo di Garanzia (Feaga) – a partire dal Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034 è stata sonoramente bocciata ieri, 26 maggio 2025, dal Consiglio Agrifish, a seguito di un’iniziativa di Italia e Grecia. Chiara la maggioranza: alla fine della giornata si sono contati in tutto 16 Stati membri a favore del no italo-greco al fondo unico per la Pac su 27 Paesi.

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Del resto, lo stesso commissario europeo all’Agricoltura Christophe Hansen, aveva già in altre occasioni manifestato il suo dissenso rispetto alla proposta della Commissione, a cominciare dalle dichiarazioni rese a Roma il 25 marzo scorso, in occasione di Agricoltura È. Per quanto riguarda l’assetto del futuro Quadro Finanziario Pluriennale, va ricordato che contro l’accorpamento dei fondi si era già espresso il Parlamento di Strasburgo con una chiara maggioranza con l’atto contenente le indicazioni del prossimo budget dell’unione votato il 7 maggio 2025. E il pronunciamento dell’Agrifish di ieri sembra mettere fine definitivamente ad ogni tentativo di accorpamento, a meno di improbabili sorprese.

 

La conferenza stampa di Siekierski

La conferma definitiva della bocciatura del Fondo Unico per Pac e Politiche di coesione è giunta ieri sera dopo le 20:00 in conferenza stampa quando il ministro dell’Agricoltura polacco Czeslaw Siekierski, presidente di turno del Consiglio Agricolo e della Pesca, ha risposto alla domanda di un giornalista, che chiedeva quanti Paesi avessero aderito alla posizione di Italia e Grecia, sostenuta anche dalla Francia. Secca la risposta: “In realtà non c’è un numero di Stati membri a favore o contro, ma non c’è accordo sul Fondo Unico. Ovviamente c’è il problema del ricorso parallelo al Recovery Found, ma nessun Paese ha appoggiato questo Fondo Unico. Questo perché bisogna comunque garantire la sicurezza alimentare, e sono necessari i due pilastri della Pac e i fondi attuali, la posizione emersa è molto chiara, per il bene dei consumatori”.

 

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Sulla Pac post 2027 poco prima il ministro polacco presidente di turno di Agrifish aveva affermato: “Non vogliamo che la Pac sia stravolta, dobbiamo farla evolvere, ma dobbiamo fare tesoro degli errori e sono molto lieto che la proposta della Presidenza sia una sintesi tra queste esigenze, raccogliendo le istanze degli agricoltori e mettendo in pratica il dialogo”.

 

E dal Consiglio arriva anche un altro stop alla Commissione, questa volta sulla semplificazione della Pac 2023-2027: “Se vogliamo semplificare c’è bisogno di competenze specifiche, così il Consiglio dei Ministri ha stabilito che debba essere introdotta tramite il Comitato Speciale Agricoltura che è l’organismo competente per formulare gli atti legislativi” ha detto Siekierski, che ha sottolineato: “I ministri dell’Agricoltura sono stati anche un po’ usurpati da altri ministri: ho appena mandato una lettera al presidente del Consiglio Affari Generali perché intendiamo mantenere le nostre competenze sulla semplificazione della politica agricola”. Un problema solo apparentemente procedurale, che in realtà cela uno scontro con la Commissione.

 

La nota ufficiale del Consiglio Agrifish

Poco dopo la conferenza stampa, nella consueta nota stampa del Consiglio Agrifish e con riferimento alla Pac post 2027, si legge: “i ministri hanno sottolineato la necessità di un bilancio adeguato e separato per la Pac affinché possa soddisfare gli ambiziosi obiettivi della visione; molti hanno inoltre indicato che la Pac dovrebbe continuare a basarsi su due Pilastri“. E sulla semplificazione della Pac si afferma: “Il Consiglio ha convenuto sull’importanza di semplificare le politiche agricole, garantendo al contempo la considerazione delle specificità nazionali e regionali. Anche la necessità di sostenere le zone rurali e di migliorare il ricambio generazionale è stata al centro delle discussioni dei ministri”.

 

La dichiarazione di Hansen

Il commissario all’Agricoltura non ha perso l’occasione per sottolineare, una volta di più, la sua posizione di dissenso: “Da parte mia – ha ribadito ieri il commissario all’Agricoltura Hansen – è importante dire che abbiamo una Politica Agricola Comune che ha dimostrato negli ultimi sei decenni di poter rispettare gli obblighi del Trattato in materia di reddito equo per gli agricoltori, sicurezza e sovranità alimentare, ma anche prezzi alimentari accessibili per i nostri consumatori. È un aspetto molto importante. Credo quindi che gli strumenti debbano rimanere solidi ed efficienti anche in futuro.

 

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La nota congiunta di Italia e Grecia

In mattinata di ieri si era diffusa la notizia della posizione italo-greca, inizialmente sostenuta da 11 Paesi, che sommariamente così può riassumersi, come sintetizzata da Agra Press.

 

La posizione di Italia e Grecia sottolinea l’importanza di una Pac e una Politica comune della pesca (Pcp) forti, in grado di affrontare le sfide future. Nel documento si sottolinea la forte preoccupazione per l’ipotesi di creare un Fondo Unico e un Piano Nazionale Unico che rappresenta un concreto rischio di indebolire l’efficacia e la coerenza delle politiche e di perdere la flessibilità necessaria per rispondere ai bisogni dei settori. Il documento fa notare, inoltre, che l’attuazione dei piani strategici Pac 2023-2027 ha appena avuto inizio, sicché la continuità delle misure e delle strutture di attuazione è dunque cruciale per il successo.

 

Il documento ribadisce che per rispettare gli elevati standard e obiettivi dell’Ue relativi alla Pac e alla Pcp, sono essenziali strumenti di finanziamento separati e distinti per agricoltura, pesca e acquacoltura. Inoltre, il documento indica che un finanziamento appropriato è essenziale per preservare l’integrità delle politiche e dei relativi strumenti rispetto agli obiettivi fondamentali: garantire la sicurezza alimentare, sostenere il reddito e la competitività.

 

Il documento di Italia e Grecia precisa che, in particolare, per garantire settori agricoli e della pesca forti è essenziale garantire prevedibilità e stabilità per agricoltori, pescatori e amministrazioni, mantenendo il carattere comune delle politiche europee. È inoltre necessario fornire risorse adeguate per affrontare le nuove sfide: un sistema agroalimentare e della pesca competitivo richiede investimenti appropriati e azioni coraggiose per finanziare la transizione verso la sostenibilità.

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Altro caposaldo: è necessario mantenere strumenti di sostegno specifici per agricoltura, pesca e acquacoltura europee. L’idea di creare un Fondo Unico e un Piano Unico per tutti gli strumenti di intervento dell’Ue non è adeguata per gli obiettivi ambiziosi attribuiti alla Pcp e alla Pac.

 

Inoltre il documento chiede di impegnarsi per una Pcp forte e per la struttura a due Pilastri della Pac; per mantenere condizioni di parità e un finanziamento equilibrato tra gli Stati membri, la quantificazione delle risorse destinate ai due settori deve avvenire a livello Ue.

 

Il documento si conclude con l’invito alla Commissione a rispettare un bilancio coerente e specifico per l’agricoltura e la pesca in tutte le consultazioni Ue durante i negoziati sul futuro Quadro Finanziario Pluriennale, per salvaguardare il buon funzionamento delle politiche comuni dell’Ue.

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La dichiarazione di Lollobrigida

“Oggi l’Italia insieme alla Grecia ha detto no all’accorpamento dei fondi per l’agricoltura e per la pesca in un Fondo Unico europeo. Alla nostra posizione si sono aggiunte altre quindici nazioni, è un grande successo” ha dichiarato ieri sera il ministro dell’Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida, che ha aggiunto: “Ma è solo l’inizio per avviare un cambio radicale necessario nell’approccio al settore primario”.

 

Sempre secondo il ministro Lollobrigida “Bisogna avere una visione chiara che guardi al futuro senza dimenticare le origini. Ai trattati di Roma si metteva al centro l’agricoltura ed è ricordando i nostri padri fondatori che bisogna garantire fondi adeguati a chi custodisce i nostri mari e i nostri territori. Chi lavora per garantire la nostra sicurezza e sovranità alimentare avrà l’appoggio dell’Italia e oggi di altre sedici nazioni”. Le dichiarazioni del ministro, rese con un comunicato stampa ufficiale di via XX Settembre, sono state rese pubbliche “subito dopo la discussione della posizione italiana al Consiglio Agrifish”, specifica la nota.

 

Confagricoltura, segnale importante

“La nota congiunta di Italia e Grecia, con il sostegno di Austria, Belgio, Cipro, Croazia, Francia, Irlanda, Portogallo, Repubblica Ceca e Ungheria per una Pac forte e adeguata ad affrontare le sfide future è un segnale importante di condivisione che mette in evidenza le nostre ferme posizioni sull’agricoltura europea e la necessità di riservare al settore un bilancio coerente e dedicato”. Così già ieri mattina il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha commentato il documento prodotto in occasione della discussione al Consiglio Ue Agricoltura e Pesca, a Bruxelles, sul futuro della Politica Agricola Comune, in vista della prossima proposta di bilancio a lungo termine da parte della Commissione.

 

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Nel documento i Paesi condividono le forti preoccupazioni sull’ipotesi di istituire un Fondo Unico e un Piano Nazionale che sostituirebbero l’attuale approccio basato su fondi e programmi separati per agricoltura e pesca. “Il commissario Hansen parla di evoluzione della Pac – aggiunge Giansanti – ma con il Fondo Unico ci troveremmo di fronte a una rivoluzione. Questo indebolirebbe l’efficacia e la coerenza delle politiche e farebbe perdere la flessibilità necessaria per rispondere alle esigenze del settore e dei cittadini”.

 

Coldiretti, ora passi concreti per sostegno agricoltori

Il no di Italia, Grecia e altre quattordici nazioni al Fondo Unico che accorpi i due Pilastri della Pac, espresso dal ministro dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, durante l’intervento all’Agrifish, “va nella direzione ribadita più volte da Coldiretti e Filiera Italia. Ora, però, è necessario che si facciano passi concreti per sostenere davvero gli agricoltori e i pescatori europei che hanno bisogno di chiarezza e certezze sul loro futuro”. Lo sostiene l’organizzazione agricola, in una nota diffusa alla stampa.

 

“È fondamentale – sottolineano ancora una volta Coldiretti e Filiera Italia – riservare al settore un bilancio coerente e dedicato, perché un’operazione diversa, rischia di indebolire proprio quegli strumenti che hanno permesso in questi decenni di garantire sicurezza alimentare, sostenibilità ambientale e reddito agli agricoltori. Sarebbe un errore strategico e politico, sottrarre risorse all’agricoltura produttiva mettendo a rischio l’efficacia stessa della Pac nel sostenere le imprese agricole di fronte alle sfide globali e ambientali”.

 

“L’idea di un Fondo Unico – concludono Coldiretti e Filiera Italia – si tradurrebbe in un indebolimento della politica agricola e in un trasferimento di risorse verso capitoli non legati alla produzione, snaturando il senso originario della Pac”.

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