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Decreto acconti IRPEF approvato: le novità


Il correttivo fiscale sulle aliquote Irpef è stato approvato dal Senato. Adesso manca il via libera della Camera entro il 22 giugno per l’approvazione definitiva. 

Il Senato ha approvato il decreto che corregge la normativa sugli acconti Irpef 2025, limitando solo al 2024 la vecchia disciplina e adeguando il metodo di calcolo alle nuove aliquote e detrazioni previste dalla Legge di Bilancio 2025. L’acconto sarà calcolato tenendo conto delle recenti riduzioni. Con l’approvazione del decreto viene limitato al solo 2024 la norma che escludeva la rimodulazione Irpef dal calcolo degli acconti. La decisione riguarda circa 2,2 milioni di contribuenti, principalmente lavoratori autonomi o soggetti con redditi non da lavoro dipendente o pensione.

Quali sono le novità?

Il decreto prevede per l’anno 2024, nuove aliquote nuovi scaglioni Irpef previsti dalla legge di bilancio 2025 e l’innalzamento a 1.955 euro della detrazione per i redditi di lavoro dipendente. Viene modificata anche la soglia di no tax area prevista dalla normativa vigente per i redditi di lavoro dipendente che si amplia fino a 8.500 euro, diventando quindi pari a quella già vigente per i redditi da pensione.

Il decreto elimina la vecchia regola, pertanto, gli acconti dovranno ora essere calcolati usando le nuove aliquote e detrazioni in vigore. Per la maggior parte dei lavoratori dipendenti e pensionati non ci sono novità, le nuove aliquote erano già state assorbite nei calcoli delle ritenute Irpef 2025. Per gli altri, il cambiamento comporta una riduzione degli acconti dovuti nel 2025 (pari a 245,5 milioni di euro), con un recupero previsto nel saldo del 2026.

Il comma 1 del decreto stabilisce che il calcolo dell’acconto Irpef 2025 deve tener conto delle nuove aliquote e detrazioni previste dalla riforma, limitando l’applicazione della norma transitoria solo al 2024. Viene confermata la nuova detrazione di 1.955 euro per redditi da lavoro dipendente fino a 15.000 euro (esclusi i pensionati).

Solo circa 2,2 milioni di soggetti su 37,8 milioni sono realmente tenuti al versamento degli acconti Irpef. Per i lavoratori dipendenti e pensionati, invece, il maggiore acconto è già stato “assorbito” nel 2025, mentre, per gli altri contribuenti con redditi non da lavoro dipendente o pensione, avranno minori entrate nel 2025 (-245,5 milioni) e maggiori nel 2026 (+245,5 milioni). Il Mef, con comunicato del 25 marzo 2025, ha precisato che la norma vale solo per chi ha debiti Irpef residui superiori a 51,65 euro.

Riordino delle detrazioni

Le legge di bilancio prevede che a partire dal 2025, per i soggetti con reddito superiore a 75.000 euro, vengono fissati alcuni limiti per la fruizione delle detrazioni, mediante un meccanismo di calcolo fondato sul reddito complessivo e il numero di figli fiscalmente a carico.

Si prevede una riduzione progressiva, all’aumentare del reddito, dell’ammontare massimo degli oneri e delle spese detraibili. Per evitare che l’incremento della detrazione escluda dal bonus 100 euro viene previsto un correttivo, ovvero, chi guadagna fino a 20 mila euro riceverà una somma aggiuntiva che non concorre alla formazione del reddito.

Riduzione aliquota IRPEF dal 35% al 33%

Il governo sta adesso lavorando su alcuni interventi in materia fiscale. In particolare, sul taglio dell’Irpef per il ceto medio, con l’abbassamento dell’aliquota dal 35% al 33%. L’obiettivo del governo è tagliare le tasse sul ceto medio, ovvero i redditi fra i 28mila e i 60 mila euro



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