E’ stato firmato al ministero delle Imprese e del made in Italy l’Accordo di programma per l’attuazione del Progetto integrato di messa in sicurezza e di riconversione industriale del sito di Acciai speciali Terni. Il piano economico-finanziario prevede un investimento iniziale da parte di Ast di 557 milioni di euro nel periodo fino al 2028, destinati all’efficientamento e miglioramento delle prestazioni energetiche e ambientali degli impianti produttivi, a cui seguirà una seconda fase da 573 milioni. A siglare l’intesa i rappresentanti dei ministeri dell’Imprese, dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e di quello del Lavoro, Regione Umbria, Invitalia, Ast e Acciaierie Arvedi. L’incontro è stato coordinato dal ministro Adolfo Urso. L’accordo definisce gli interventi di parte pubblica e privati finalizzati all’attuazione del progetto integrato di decarbonizzazione, sviluppo economico sostenibile e risanamento ambientale dell’area industriale in cui si trova lo stabilimento produttivo, con l’obiettivo del mantenimento degli attuali livelli occupazionali e, se ce ne saranno le condizioni, del loro futuro incremento. Dopo la firma l’accordo è stato illustrato ai sindacati. La seconda fase di interventi sarà in particolare “da valutare”, è detto in una nota del Mimt, “in base al mercato”. Il ministero contribuirà alla realizzazione del piano industriale supportando l’investimento attraverso il Contratto di sviluppo per tutela ambientale, già richiesto dal gruppo Arvedi e attualmente all’attenzione di Invitalia, per un ammontare di agevolazioni richieste dall’azienda, sulla base delle risultanze istruttorie, di 96,5 milioni di euro. L’Accordo prevede, inoltre, “impegni concreti per la riduzione dell’inquinamento atmosferico e la messa in sicurezza della discarica e del sito in collaborazione con il Comune di Terni nonché per il contenimento dei costi energetici, con l’impegno della Regione Umbria a favorire l’approvvigionamento da fonti rinnovabili tramite il sistema delle grandi derivazioni idroelettriche, coinvolgendo direttamente i grandi consumatori energivori, con vantaggi in termini di riduzione delle emissioni e sicurezza dell’approvvigionamento”. Il piano ambientale verrà realizzato inoltre con azioni di bonifica e con l’intervento denominato landfill mining, finalizzati alla messa in sicurezza permanente della discarica rsu. Sul fronte occupazionale, l’azienda si impegna al mantenimento degli attuali organici, con la possibilità di future implementazioni e la stabilizzazione dei lavoratori somministrati. Il piano di rilancio introdurrà “tecnologie all’avanguardia che richiederanno l’attivazione di percorsi di formazione e riqualificazione professionale, in collaborazione con le istituzioni competenti”. Infine, per garantire un’attuazione efficace e coordinata dell’Accordo, sarà istituito presso il Mimit un comitato esecutivo con il compito di monitorare e verificare l’avanzamento delle misure previste, assicurando il rispetto degli impegni assunti da tutte le parti coinvolte. Con la firma dell’Accordo di programma “comincia un percorso storico per l’Umbria” ha detto la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti. “Possiamo dire – ha sottolineato Proietti – che anche il piano siderurgico nazionale riparte dall’Umbria. Un obiettivo di coesione istituzionale tra noi Regione, Governo e Comune di Terni. Un obiettivo raggiunto alla presenza dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali. Un obiettivo raggiunto dall’azienda che ha finalmente esplicitato e sbloccato il piano industriale tanto atteso. Un obiettivo che rifonde fiducia all’interno del sistema produttivo umbro nel quale questo Accordo di programma che fa atterrare oltre un miliardo di euro di risorse a Terni da qui a pochi anni farà davvero girare le lancette del pil”.
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