Le imprese del Friuli-Venezia Giulia si distinguono per una maggiore capacità di resistenza nel caso di un ritorno dei dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti. Questa evidenza emerge da un’analisi condotta dalla sede regionale della Banca d’Italia, coordinata da Paolo Chiades, che ha valutato l’esposizione delle aziende del territorio al mercato statunitense.
L’indagine si basa su dati strutturali del 2022 ma che nonostante tutto sono ritenuti ancora oggi rappresentativi delle dinamiche in atto e in grado di dare un quadro chiaro della sistuazione attuale.
Un sistema produttivo votato all’estero
Uno degli elementi centrali che spiegano la maggiore resilienza del Friuli-Venezia Giulia è la forte apertura del suo sistema produttivo agli scambi internazionali. Nella regione operano circa 5.300 imprese esportatrici, pari al 4,6% del totale nazionale.
L’85% delle esportazioni è concentrato nel 5% delle imprese con i maggiori volumi, contro l’80% registrato su scala nazionale.
A differenza delle realtà più piccole, che concentrano le esportazioni su un numero ristretto di Paesi e prodotti, le grandi imprese friulane riescono a raggiungere oltre 20 mercati diversi con un’offerta articolata di beni.
Questo consente di ricollocarsi più agevolmente nel caso in cui si verifichino cambiamenti normativi o commerciali, come l’introduzione di nuovi dazi doganali.
Una performance in crescita anche nel 2025
I primi tre mesi del 2025 confermano il dinamismo dell’export regionale. Il Friuli-Venezia Giulia registra la crescita tendenziale più marcata a livello nazionale, con un +26,1% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Questo incremento si distingue in un contesto in cui il Nord-Est cresce dell’1,6%, il Centro del 7,9% e il Nord-Ovest resta sostanzialmente stabile. Sud e Isole, invece, segnano cali rispettivamente del 2,2% e del 9,7%.
Un ulteriore segnale positivo arriva dalla composizione dei contributi alla crescita dell’export nazionale.
Il Friuli-Venezia Giulia fornisce un apporto significativo attraverso l’incremento delle esportazioni di mezzi di trasporto (esclusi gli autoveicoli), che insieme a quelle di Lazio e Sicilia, incidono per 1,5 punti percentuali sull’incremento nazionale. Non è incluso in questa analisi il comparto della cantieristica, che segue dinamiche indipendenti.
L’export verso la Germania in forte espansione
Uno dei dati più rilevanti riguarda l’export del Friuli-Venezia Giulia verso la Germania, aumentato del 187,4% nel primo trimestre del 2025. Questo dato rappresenta uno dei principali contributi positivi alla crescita nazionale delle esportazioni su base annua. La capacità di penetrare con successo un mercato strategico come quello tedesco dimostra la competitività e l’efficienza delle imprese regionali.
A livello provinciale, la città di Trieste si segnala per le sue buone performance, in netto contrasto con altre aree della stessa regione come Gorizia, che invece registra una dinamica negativa.
Ciò che comunque traspare è che la combinazione di diversificazione nei mercati di destinazione e varietà dei prodotti esportati è a conti fatti il principale punto di forza del Friuli-Venezia Giulia.
Una struttura flessibile consente alle imprese di reagire più prontamente agli shock esterni, come eventuali barriere tariffarie imposte da partner commerciali rilevanti.
Per questo la regione si conferma non solo tra le più dinamiche in termini di export, ma anche tra le più preparate ad affrontare i possibili rischi connessi ai cambiamenti delle politiche commerciali globali come potrebbero essere gli effetti dei dazi voluti da Donald Trump.
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