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Cresce il numero delle imprese coesive italiane, nel 2024 toccata quota 44%


“Coesione è competizione”, come recita il titolo del rapporto realizzato da Fondazione Symbola, Intesa Sanpaolo, Unioncamere e centro studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne in collaborazione con Aiccon e Ipsos. Un dato per tutti: nel 2024 le imprese coesive, ovvero quelle che migliorano il legame e il radicamento nelle comunità e nei territori, rappresentano il 44% delle imprese manifatturiere italiane. Si tratta di una percentuale in crescita di ben 12 punti rispetto al 32% del 2018 e di un punto percentuale rispetto al 2023.

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Il rapporto è stato presentato questa mattina nel corso del seminario di Symbola in corso a Mantova. In base ai dati raccolti dalla Fondazione, risulta ancora più significativo l’aumento del numero medio di relazioni instaurate con soggetti del territorio, passate da 1,9 a 2,8 nel corso dello stesso periodo, il che dimostra una sempre maggiore complessità delle relazioni strette dalle imprese con i principali attori del territorio in cui si trovano ad operare.

Si conferma anche per il 2024 la consuetudine da parte delle imprese coesive a stabilire legami con i lavoratori. Crescono le collaborazioni con tutti gli stakeholder considerati, dalle altre imprese alle associazioni di categoria, dalle banche agli enti non profit, dalle istituzioni locali ai clienti, delineando un ecosistema sempre più aperto e interdipendente. L’unica eccezione segnalata è data da una minore relazionalità del mondo imprenditoriale con quello scolastico/accademico.

Sempre dal rapporto presentato al seminario di Symbola emerge anche che sette imprese coesive su dieci, hanno investito in sostenibilità ambientale negli ultimi tre anni e più di otto su dieci lo hanno fatto in tecnologie digitali 4.0. Più del 60% delle imprese coesive ha inoltre investito in attività di ricerca e sviluppo.

Spiega il presidente di Symbola, Ermete Realacci: «La coesione è un formidabile fattore produttivo in particolare in Italia. L’incrocio tra imprese, comunità, territori, innovazione e bellezza è fondamentale per la nostra economia e per il made in Italy. L’Unione europea ha indirizzato le risorse del Next generation Eu e anche del Recovery fund per rilanciare l’economia su coesione -inclusione, transizione verde e digitale. Con l’obiettivo di azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2050. L’Italia può essere protagonista della sostenibilità se si sente parte di una sfida comune come le imprese raccontate in questo rapporto. Perché, come afferma il Manifesto di Assisi, ‘affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro’».

«Le imprese hanno capito il valore della coesione: essere propense a mettersi in relazione con istituzioni, clienti, dipendenti, comunità», dichiara Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo. «Anche con aziende concorrenti se utile alla crescita, in una logica di filiera e di collaborazione, incide in termini di fatturato, occupazione, produzione ed export».

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