Vuoi bloccare la procedura esecutiva?

richiedi il saldo e stralcio

 

L’agroalimentare italiano continua a essere una certezza


Roma, 14 giugno 2025 – Nel 2024, le esportazioni del settore agroalimentare hanno raggiunto i 67,5 miliardi di euro, segnando un +8,3% rispetto all’anno precedente. Di questi, una quota pari a 7,8 miliardi di euro – così distribuiti: 4,9 industria alimentare, 2,8 bevande e 114 milioni prodotti dell’agricoltura – rappresenta il valore dell’export destinato al mercato statunitense. L’incidenza sul totale dell’export agroalimentare italiano è pari all’11,6%. Sono alcuni dei dati emersi al Food summit 2025, l’appuntamento organizzato dal gruppo Food e divenuto ormai punto di riferimento per il settore del food & beverage. Giunto alla sua undicesima edizione, il summit ha esplorato le strategie e gli strumenti necessari per mantenere la competitività del settore agroalimentare tricolore, pur in un mercato globale in continua evoluzione.

Vuoi bloccare la procedura esecutiva?

richiedi il saldo e stralcio

 

I numeri nel dettaglio

È stato Gregorio De Felice, Chief economist di Intesa Sanpaolo, ad aprire i lavori, sottolineando le buone performance del nostro Paese nelle esportazioni food & beverage. “Proprio il posizionamento qualitativo dei nostri prodotti alimentari ci proteggerà, almeno in parte, dai dazi americani”, ha dichiarato. La quota di mercato italiana sulle importazioni verso gli Usa è maggiore nella fascia alta di qualità rispetto al dato totale: per molte filiere, il peso dell’alta gamma sull’export alimentare Usa supera l’80%. Secondo una ricerca interna condotta da Intesa Sanpaolo, tra le reazioni agli eventuali dazi che le imprese stanno valutando, circa la metà dei rispondenti indica la ricerca di nuovi clienti in nuovi mercati. Intanto, nel primo trimestre del 2025 le vendite negli Usa hanno subito un’importante accelerazione e sono cresciute del 10,9%: meglio di Francia (+8%) e Spagna (+4%).

Lo stato dell’arte nel food & beverage italiano

Scorrendo la ricerca, emerge poi che i costi di materie prime ed energia, assieme agli effetti del cambiamento climatico, sono sicuramente in cima alle preoccupazioni delle aziende. E gli investimenti in sostenibilità sono sempre più una leva strategica: le imprese agroalimentari con certificazioni biologiche mostrano, in effetti, risultati migliori in termini di redditività e crescita di fatturato. Il settore continua a distinguersi per la sua forte attrattività e resilienza, nonché per il potenziale di crescita internazionale. «Nonostante le difficoltà congiunturali – ha chiarito Laura Asperti, global head of Food & beverage and distribution di Intesa Sanpaolo – percepiamo con fiducia le potenzialità e il dinamismo che questo settore potrà esprimere nel medio termine e ci aspettiamo attività di concentrazione, anche a livello europeo».

Focus sulle operazioni di ‘m & a’

Nel 2024, in generale l’attività cosiddetta di ‘m & a’ (acronimo di “mergers and acquisitions” che, in italiano, significa “fusioni e acquisizioni”) ha registrato un incremento del valore complessivo delle transazioni del 5% a livello globale e del 20% in Italia, nonostante una flessione del 18% nel numero di operazioni, sia su scala globale che nazionale. «Anche in questo scenario – ha proseguito Asperti – il settore agroalimentare si è distinto per la sua vivacità: a livello globale ha mantenuto stabile il numero di operazioni, ma ha registrato un incremento in termini di valore superiore al 50%, trainato, in particolare, da importanti operazioni nel mercato americano. I primi mesi del 2025 si stanno caratterizzando per una dinamicità ancora contenuta, ma ci attendiamo una ripresa nella seconda metà dell’anno, sostenuta dalla stabilizzazione dei mercati e dal raggiungimento di nuovi accordi sul commercio internazionale».

Marketing e pubblicità: com’è percepito, all’estero, il cibo ‘made in Italy’?

Secondo Massimo Beduschi, amministratore delegato e chairman di Wpp Media in Italia (società internazionale che, secondo le stime, pianifica una campagna pubblicitaria su tre nel mondo), «nell’attuale incertezza, tra tensioni geopolitiche e fluttuazioni economiche, l’Italia offre una certezza inequivocabile: il suo made in Italy, in particolare nel settore agroalimentare». A tal proposito, il report Wpp, basato sui dati di 17mila consumatori in 89 Paesi, mette in evidenza quanto il Belpaese sia percepito globalmente come leader per il cosiddetto ‘great food’ (letteralmente, ‘cibo eccellente’), posizionandosi al primo posto nelle preferenze degli intervistati, seguito da Spagna e Messico. Questa leadership non deriva, però, solo dall’eccellenza delle nostre materie prime, ma dall’esperienza complessiva che sappiamo offrire. La comunicazione diventa, dunque, un asset fondamentale per raccontare il prestigio dei brand. Il report semestrale di Wpp Media, dal titolo “This year next year” – appena rilasciato con le previsioni pubblicitarie globali – vede il mercato internazionale dell’advertising a 1,08 trilioni di dollari, con una crescita del 6% prevista per il 2026. La previsione, va detto, è stata rivista al ribasso rispetto allo scorso dicembre, quando si attestava a quota +7%. Ciò è dovuto, secondo gli analisti della media company, alle difficoltà che sta vivendo il commercio mondiale, su cui pesano sia l’effetto dei dazi, sia le tensioni geopolitiche e le guerre in corso. In questo contesto, il mercato italiano prevede 13 miliardi di euro di investimenti, in crescita di circa il 3-4%.  

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi