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Al Piano Mattei serve un canale digitale unificante


di: Michele Vollaro | 16 Giugno 2025

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di Jacopo Ottaviani  data scientist e consulente per la cooperazione Europa/Africa

Il Piano Mattei è un’intuizione straordinaria che gioca a favore dell’Italia, dell’Europa e dell’Africa. In un momento storico dove assistiamo a cambiamenti radicali negli equilibri geopolitici globali, l’Italia ha saputo anticipare i tempi con una strategia che ripensa profondamente il rapporto con il continente africano.

È un approccio alla cooperazione ambizioso, che risponde alle sfide poste e che, se implementato fermamente, può prenderle di contropiede, riempiendo un vuoto che altrimenti riempirebbero altre potenze come la Cina, la Russia e la Turchia. Mentre gli Stati Uniti d’America smantellano Usaid e congelano miliardi di dollari destinati alla cooperazione, l’Italia propone un modello alternativo basato su partenariati paritari, investimenti strategici e vantaggi reciproci. Non più assistenzialismo, ma una visione che mette al centro lo sviluppo comune e sostenibile.

Tuttavia, attorno al Piano Mattei ci sono alcune questioni da tenere in considerazione. Uno dei rischi più evidenti è che ognuno “legga” e interpreti nel Piano ciò che vuole, in una specie di wishful thinking che fa ben sperare gli attori coinvolti, i quali proiettano i propri sogni senza trovare il modo pratico di contribuire o concretizzarli. Questa ambiguità, se da un lato permette flessibilità, dall’altro può generare confusione e disperdere energie preziose.

La soluzione è digitale: creare un canale univoco e centralizzato che diventi il punto di riferimento per tutto ciò che riguarda il Piano Mattei. Serve una unica fonte di verità che elimini ambiguità e interpretazioni discordanti, garantendo coerenza informativa a tutti gli attori coinvolti. Una piattaforma digitale dove il pubblico possa comprendere cos’è realmente il Piano, i suoi obiettivi e le sue finalità in termini concreti, divisi per settori: dall’energia alle infrastrutture, dall’agricoltura al digitale, dalla salute alla formazione. Questo stesso spazio permetterebbe di seguirne gli sviluppi in tempo reale, inclusi gli aggiornamenti dei progetti e programmi in corso d’opera, con indicatori di performance chiari e misurabili.

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Lo spazio dovrebbe aggregare tutti i bandi legati al Piano Mattei, esistenti e nuovi, facilitando l’accesso alle opportunità per imprese, ong e istituzioni. Fondamentale sarebbe anche la possibilità di esplorare gli open data su investimenti, fondi, grant e partenariati in ottica di trasparenza e accountability, permettendo analisi comparate e valutazioni indipendenti sull’efficacia delle iniziative, nel contesto europeo e globale.

Complementare a questo, servirebbe uno spazio di comunità digitale, un ambiente virtuale di collaborazione accessibile via web dove gli attori coinvolti, che siedono ai due lati del Mediterraneo, possano fare rete, scambiare conoscenza e far partire partenariati. Non serve inventare nulla di nuovo: esistono già numerose piattaforme collaborative (come Slack, Asana, Discord o altre) che permetterebbero di creare un ecosistema di interazione sotto la supervisione della cabina di regia. Infine, occorrerebbe prevedere una sezione dedicata alla condivisione degli apprendimenti dai vari progetti, celebrando le soluzioni vincenti ma anche analizzando apertamente le sfide superate e le criticità incontrate, al fine di replicare i successi e trarre insegnamenti dagli ostacoli, in un ciclo virtuoso di miglioramento continuo.

Questa infrastruttura informativa creerebbe un valore aggiunto tangibile e permetterebbe a tutti gli attori coinvolti di interagire in maniera più efficace. Permetterebbe inoltre a imprese e startup di familiarizzare con i bandi di gara, spesso poco conosciuti. Il Piano Mattei è un progetto in divenire guidato da una cabina di regia aperta agli input degli attori coinvolti, beneficiari inclusi. Questo approccio partecipativo rappresenta una delle forze del Piano, poiché riconosce che le soluzioni più efficaci nascono dal dialogo e dalla comprensione delle reali esigenze dei Paesi beneficiari.

In un mondo dove il vuoto lasciato dal ritiro americano viene rapidamente colmato da attori come Cina, Russia e Paesi del Golfo, l’Italia ha l’opportunità di posizionarsi come partner privilegiato per l’Africa. Ma per farlo, deve dotare la sua intuizione degli strumenti pratici per tradurla in realtà. Diamo al Piano Mattei un’interfaccia digitale unificante, che incentivi gli attori coinvolti a partecipare attivamente e a imparare l’uno dall’altro.

 



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