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L’Associazione per l’Economia della Cultura presenta la conferenza: “La cultura a sostegno delle nuove forme dell’abitare: nelle città e nei borghi”


L’Associazione per l’Economia della Cultura presenta il ciclo di conferenze Le reazioni del mondo della cultura alle innovazioni delle tecnologie nelle forme istituzionali e nei modelli di fruizione finanziato con Fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese e con il coordinamento scientifico di Pietro Valentino, Direttore della rivista Economia della Cultura.

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Il ciclo prevede nel corso di quest’anno due conferenze tematiche per favorire il dibattito e lo scambio delle idee: martedì 17 giugno 2025 la conferenza La cultura a sostegno delle nuove forme dell’abitare: nelle città e nei borghi alla Fondazione Basso, a dicembre 2025 la conferenza L’impatto sociale dei modelli di fruizione del patrimonio in un luogo in via di definizione.

Le conferenze, pensate per perseguire un obiettivo di divulgazione e sviluppo sociale e culturale, sono aperte a tutti poiché affrontano argomenti di interesse non solo per un pubblico di esperti del settore culturale ma anche per tutti i cittadini.

Martedì 17 giugno 2025 alle ore 17.00 la prima conferenza dal titolo La cultura a sostegno delle nuove forme dell’abitare: nelle città e nei borghi si terrà nella sala conferenze della Fondazione Basso a Roma.

L’incontro sarà anche occasione per ricordare Marco Causi, Presidente dell’Associazione per l’Economia della Cultura dal 2019, scomparso improvvisamente l’8 maggio scorso.

Obiettivo dell’incontro è quello di riflettere sul tema dello spopolamento nelle città intermedie e nelle aree interne con riguardo alla cultura come potenziale risorsa per cambiare passo. È chiaro che le condizioni che governano le nascite, l’invecchiamento della popolazione e quelle che originano i flussi di giovani in uscita verso le grandi aree metropolitane e verso luoghi dove il mercato del lavoro offre maggiori opportunità, sono tanto complesse che sembra al di là delle forze sia dei governi locali, sia delle amministrazioni centrali immaginare azioni ed interventi efficaci.

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Poiché il PNRR è rivolto a ridurre il gap in luoghi ultraperiferici (Piano borghi; Aree interne; PIV finanziati dal FESR nelle Regioni) laddove la cultura è un fattore ed una risorsa significativi, ci si deve porre il tema di quale sia, aldilà degli investimenti, la visione e la strategia di lungo termine.

Sono molti gli argomenti da mettere in campo: lo stato dello spopolamento in Italia, le varie politiche che sono state messe in campo per contrastarlo, l’annodarsi di questioni urbanistiche e culturali non sempre perfettamente allineate (vedi il problema dell’overturism), la questione della governance in rapporto al tema della partecipazione dei cittadini, i casi di studio ed i benchmark ai quali fare riferimento (le città capitali della cultura che hanno funzionato…). È possibile in questa fase testare su un piano concreto le città distanti come luogo di riequilibrio sociale, come destinazione potenziale di un turismo più sostenibile e “più lento”.

Nel secondo appuntamento, L’impatto sociale dei modelli di fruizione del patrimonio, in programma a dicembre 2025, si analizzerà il tema di come l’economia della cultura in Italia sia nato in contemporanea con il riconoscimento del ruolo della cultura in alcune destinazioni turistiche italiane come le grandi città d’arte. Da allora, si continua a discutere di questo rapporto in positivo (crescita del valore aggiunto; crescita dell’occupazione, anche intellettuale) e in negativo (gentrificazione dei centri storici; inquinamento, spreco di risorse idriche, consumo di suolo).

Il difficile rapporto tra cultura e visitatori, tra cultura e abitanti va dunque analizzato per individuare un equilibrio che non è raggiungibile se lasciato solo alle libere forze del mercato. Tenuto conto delle condizioni in cui si trova ad operare il mercato turistico italiano, la questione che oggi si pone riguarda il modello e il funzionamento della governance territoriale, da sempre il vulnus principale delle politiche turistiche e culturali locali.

L’Associazione per l’Economia della Cultura è un’associazione scientifica con personalità giuridica senza fini di lucro, nata nel 1986 da un’idea di Giuseppe Galasso e Carla Bodo allo scopo di promuovere la conoscenza dell’economia del settore con particolare riguardo ai beni culturali, allo spettacolo e all’industriale culturale; contribuire ad una migliore integrazione tra il disegno istituzionale e una gestione più efficace dell’intervento pubblico; creare un collegamento fra esigenze culturali e utilizzo economico dei beni, delle attività e della produzione culturale. È composta da economisti, giuristi, amministratori culturali, sociologi, addetti ai lavori delle singole discipline artistiche, esponenti del mondo finanziario e imprenditoriale, collabora con organismi internazionali, Amministrazioni nazionali locali, Enti ed Organismi pubblici e privati, sia italiani che stranieri. Dal 1991 cura e pubblica una rivista trimestrale “Economia della Cultura” (Casa Editrice IL MULINO) che affronta l’intero arco dei problemi legati alla dimensione economica dei beni culturali, dello spettacolo dal vivo e delle industrie della cultura in Italia e a livello internazionale.

Roma, giugno 2025

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